Lo stile è una risposta a tutto.
un nuovo modo di affrontare un giorno noioso o pericoloso
fare una cosa noiosa con stile è meglio che fare una cosa pericolosa senza stile.
fare una cosa pericolosa con stile è ciò che io chiamo arte.
La corrida può essere arte
Boxare può essere arte.
Amare può essere arte.
Aprire una scatola di sardine può essere arte.
Non molti hanno stile.
Non molti possono mantenere lo stile.
Ho visto cani con più stile degli uomini,
Sebbene non molti cani abbiano stile.
I gatti ne hanno in abbondanza.
Quando Hemingway si è fatto saltare le cervella con un fucile, quello era stile.
Alcune persone ti insegnano lo stile.
Giovanna d'Arco aveva stile.
Giovanni il Battista.
Gesù
Socrate.
Cesare.
García Lorca.
In prigione ho conosciuto uomini con stile.
Ho conosciuto più uomini con stile in prigione che fuori di prigione.
Lo stile è una differenza, un modo di fare, un modo di esser fatto.
Sei aironi tranquilli in uno specchio d'acqua, o tu, mentre esci dal bagno nuda senza
vedermi.
avevamo circa 14 anni, io,
Baldy e Norman,
eravamo seduti nel parco
del quartiere
a bere birra rubata
attorno alle dieci di sera.
poi vedemmo un'auto accostare
al marciapiede.
si aprì lo sportello e una donna
si sporse e vomitò
in strada.
ne lasciò andare un bel
carico.
per un po' retsò lì.
poi venne fuori dalla auto
e s'avviò nel
parco.
zigzagava
un poco.
"è sbronza" disse
Norman "scopiamocela"
"ok" dissi io
"ok" disse Baldy
avanzava
nel parco
sbilenca.
era massiccia
ma giovane
belle tette
belle gambe
traballante sui
tacchi a spillo.
"me la faccio"
disse Baldy
"me la faccio"
disse Norman
allora ci vide
seduti sulla panca
"oh"disse
venne più vicino
attonita
"oh siete solo dei
bravi ragazzi..."
"che ne dici di un drink
baby?" chiese
Norman
"oh no, ho bevuto
troppo, mi sento
uno schifo, ho
litigato col mio
uomo..."
ondeggiava
alla luce della luna.
"cos'ha lui che
non ho io?"
chiese Norman.
"non esagerare"
"vieni qui baby
ho qualcosa da
mostrarti"
disse Baldy
"me ne vado"
disse
lei e fece per
allontanarsi
Baldy saltò su
(mezzo sbronzo)
per seguirla
"ho qualcosa
per te baby"
la donna si mise
a correre
e Baldy
dietro
quando provò
ad acchiapparla
mancò la presa, urtò
contro le sue grosse
chiappe e cadde
nell'erba.
la donna raggiunse
l'auto
accese e
sparì in fondo
alla strada.
Baldy
tornò
camminando
verso di noi
"merda, che troia"
sedette con noi
sulla panca
agguantò la sua lattina
e buttò giù
un gran sorso
"ne voleva
eccome se ne
voleva" disse
"hai fegato
Baldy"dissi io
"pensi che
tornerà?" chiese
Norman
"sicuro" disse Baldy
"vuole questo
uccellone
che ho in tasca."
non credo che nessuno di noi
pensasse di vederla tornare
ma sedemmo lì
a bere birra
e ad aspettare.
eravamo tutti
vergini
ma allora ci sentivamo
dei portenti
lì seduti a fumare
svuotando lattine di
birra.
i miei genitori erano sempre dietro a
chiederlo,
naturalmente non mi importava un fico di
che cosa diranno i vicini.
mi facevano pena i vicini,
codardi che spiavano da dietro le
tendine.
l'intero quartiere si spiava
addosso
e negli anni trenta non c'era molto
da vedere,
eccetto me che tornavo a casa ubriaco
a tarda notte.
"finirai per uccidere tua madre,"
diceva mio padre,
"e inoltre che cosa diranno
i vicini?"
quanto a me pensavo di comportarmi
assai bene.
in un modo o in un altro
riuscivo a ubriacarmi
senza avere in tasca
il becco di un quattrino.
un trucco che mi sarebbe tornato
molto comodo
più avanti
negli anni.
a peggiorare le cose per i miei poveri
genitori
cominciai a scrivere lettere al direttore
di un giornale a larga tiratura,
che, per lo più, venivano pubblicate
e sostenevano tutte
cause impopolari.
"che cosa diranno i vicini?"
chiedevano i miei
genitori.
ma le lettere producevano risultati
interessanti - messaggi minatori,
incluse minacce di morte a mezzo posta.
inoltre mi misero in contatto
con certa gente stramba
convinta che io credessi a
tutto quello che scrivevo.
ci furono incontri segreti
in cantine e solai,
c'erano pistole,
patti,
discorsi.
quelli erano i posti
dove scroccavo da bere.
a molte di quelle assemblee
partecipavano i razzisti,
giovanotti tra
i 17 e i 23 anni.
"non vogliamo che i neri
ci fottano le donne!
devono morire!"
sfortunatamente
di donne
io non ne fottevo
proprio.
tutti gli incontri iniziavano
con il saluto sull'attenti
alla bandiera
che io giudicavo
dannatamente
infantile.
ma la maggior parte di quei giovanotti
venivano da famiglie
perbene
e dopo le assemblee
io bevevo con loro.
bevevo più che potevo
mentre blateravano.
non ho mai aperto bocca
ma non sembravano seccati.
ricordavano le mie lettere
e non sospettavano che
fossero un trucco.
non ero un essere umano
decente,
ma certo non ero in combutta
con ideologie
o gruppuscoli.
mi
una poesia è una città piena di strade e tombini
pina di santi, eroi, mendicanti, pazzi,
piena di banalità e di roba da bere,
piena di pioggia e di tuono e di periodi
di siccità, una poesia è una città in guerra,
una poesia è una città che chiede a una pendola perché,
una poesia è una città che brucia,
una poesia è una città sotto le cannonate
le sue sale da barbiere piene di cinici ubriaconi,
una poesia è una città dove Dio cavalca nudo
per le strade come Lady Godiva,
dove i cani latrano di notte, e fanno scappare
la bandiera;una poesia è una città di poeti,
per lo più similissimi tra loro
e invidiosi e pieni di rancore...
una poesia è questa città adesso,
50 miglia dal nulla,
le 9, 09 del mattino,
il gusto del liquore e delle sigarette,
né poliziotti né innamorati che passeggiano per le strade,
questa poesia, questa città, che serra le sue porte,
barricata, quasi vuota,
luttuosa senza lacrime, invecchiata senza pietà,
i monti di roccia dura,
l'oceano come una fiamma di lavanda,
una luna priva di grandezza,
una musichetta di finestre rotte...
una poesia è una città, una poesia è una nazione,
una poesia è il mondo...
e ora metto questo sotto vetro
perché lo veda il pazzo direttore,
e la notte è altrove
e signore grigiastre stanno in fila,
un cane segue l'altro fino all'estuario,
le trombe annunciano la forca
mentre piccoli uomini vaneggiano di cose
che non possono fare
la posta aumenta.
lettere su lettere per dirmi
che grande scrittore
che sono,
e poesie, romanzi, novelle,
racconti, ritratti.
qualcuno chiede solo un autografo,
un disegno, una parola.
altri propongono una corrispondenza
permanente.
io leggo tutto, butto tutto,
faccio i miei
affari.
so bene che nessuno è
un"grande"scrittore.
può esserlo
stato,
ma scrivere è un'impresa
che ricomincia da capo
ogni volta
e tutti gli elogi,
i sigari, le bottiglie
di vino inviate
in tuo onore
non garantiscono
come sarà la riga successiva,
e soltanto quella conta,
il passato è
inutile,
siede sulle ginocchia
degli dei
mentre i secoli
svaniscono
nel loro marcio
celere
sfarzo.
Charles Bukowski (1920 - 1994) è stato un poeta e scrittore statunitense. La produzione di Charlese Bukowski è stata particolarmente intensa, arrivando a pubblicare oltre sessanta libri comprendendo sei romanzi, centinaia di racconti e addirittura migliaia di poesie. La sua narrazione riguarda prevalentemente la sua stessa vita, caratterizzata dall'abbinamento di scrittura, sesso, alcol, scommesse e massacranti lavori manuali. Bukowski viene spesso associato al movimento della "Beat generation" dato il suo l'anticonformismo verso la letteratura. Dalle poesie e racconti di Bukowski sono anche stati tratti diversi film.
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