È meraviglioso come la musica abbia la possibilità di salvarci dall'irrigidimento, dalle convenzioni a cui tutti andiamo incontro e farci tornare uno stupore incantato nei confronti delle cose.
La musica non è fatta di note corrette, ma di passione, dedizione, intenzione travolgente.
La musica non è questione di numeri, ma di emozioni vissute da individui, e ogni persona è unica e irripetibile, a suo modo infinita.
Cosa voglio io dalla mia musica? Che faccia un discorso, che abbia delle tensioni interne, che sia temporale, non statica. Ma soprattutto che esprima se stessa usando le mie energie come quelle di un suo umile manovale.
Ho coltivato nel mio spirito un giardino di rose; l'ho nascosto dentro una scorza dura. Fuori ho messo un cartello per vietare l'ingresso ai cattivi.
Mi piacerebbe cercare e percorrere i luoghi desolati di Charles Bukowski, il mio scrittore preferito insieme a Paulo Coelho. Di lui ho letto praticamente tutto.
Mi piace perché è cinico, desolato, terreno e volgare, ma in maniera autoironica. Penso che nei periodi di crisi, come quello che stiamo vivendo noi, l'uomo risvegli le sue due anime: quella spirituale e quella terrena. E lui lo fa in maniera esemplare.