La legge naturale non dà il diritto alla felicità, ma anzi prescrive la miseria e il dolore.
È ben vero che vicino alla nostra abitazione c'è un cane ch'è legato alla catena il giorno intero. Ma non ne soffre! Bestia curiosa, quella! Non so il nome e credo non ne abbia alcuno. A che cosa gli servirebbe un nome quand'è certo che a nessuno salterebbe in testa di chiamarlo visto ch'egli non potrebbe accorrere?
È libertà completa quella di poter fare ciò che si vuole a patto di fare anche qualche cosa che piaccia meno. La vera schiavitù è la condanna all'astensione: Tantalo e non Ercole.
Aveva osservato che quando due italiani si trovano allo stesso tavolo, avevano la gran voglia di lasciarlo per non sentire più l'altro.
Si piange quando si grida all'ingiustizia.
Perché lagnarsi? Eppure tutti si lagnano. Quelli che non hanno avuto niente della preda muoiono gridando all'ingiustizia e quelli che ne hanno avuto parte trovano che avrebbero avuto diritto ad aver una parte maggiore.
Se avessi avuto la fede vera, io a questo mondo non avrei avuto che quella.
Le cose che si muovono potrebbero muoversi eternamente. Perché no? Non è questa la legge in cielo dove è certo vige la stessa legge che in terra? Ma io so che dalla nascita in poi anche la malattia è prevista e preparata. Da bel principio qualche organo è più debole e lavora con qualche sforzo e costringe a qualche sforzo qualche organo fraterno e dove c'è lo sforzo s'ingenera la fatica e perciò, infine, viene la morte.
Le cose hanno talvolta l'odore delle bestie che vi passarono su, specialmente se qualche cosa vi lasciarono, ma altrimenti le cose sono mute.
Del senno di poi si può sempre ridere e anche di quello di prima, perché non serve.
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