Il tuo sorriso dolce è così trasparente, che dopo non c'e' niente, è così semplice, così profondo che azzera tutto il resto e fa finire il mondo...
Da ragazzino non ero il classico ciccione simpatico, ero introverso, non mi trovavo a mio agio con me stesso. Il rapporto con il cibo era causato da una sofferenza interiore. Mi sentivo tutti contro, ero continuamente tartassato, e lo sport preferito dai miei compagni di scuola era quello di rincorrermi e, quando mi avevano raggiunto, mi gridavano "tocca Ferro".
La solitudine la conosco bene, in generale io vivo di quella, anche perché se non facessi così starei male, come mi è capitato i primi tempi, durante i viaggi, ho imparato a farmela amica.
Vorrei che la mia musica facesse agli altri quello che la musica ha fatto a me quando ero piccolo: farmi sognare, riflettere, pensare, festeggiare.
A volte penso di aver sbagliato lavoro perché uno con il mio carattere arriva a non goderselo. Sono solitario, permaloso, viscerale, uno che ha sempre dei tormenti in testa, e non va tanto d'accordo con l'esposizione, col successo, con le aspettative.
È facile lamentarsi degli altri, bisogna sempre guardarsi dentro.