Preferisco andare a un funerale che a un matrimonio
C'è un'«arte», che s'impara vivendo. È l'arte del non fare
Vorrei mettere in scena una famiglia modello dell'Italia dei nostri giorni: un nonno come Riina, un padre come Craxi, una madre come Marina Ripa di Meana, una figlia come Cicciolina e un figlio fisico nucleare: in ogni famiglia c'è una pecora nera.
Il segreto è superare gli ottanta. Dopo, è una passeggiata
Alcuni personaggi sono già forme di spettacolo, Andreotti è il dramma, Berlusconi è la commedia, Bossi è la farsa.
Se mi guardo alle spalle, vedo più rimorsi che successi
Mi piacciono solo i film che sto per fare. Dopo non vado neanche a vederli.
Il telefono cellulare, o telefonino. La più grande invenzione dell'umanità dopo la ruota. Una scoperta che ha rivoluzionato il mondo. Il mondo senza pareti, senza muri, senza segreti. L'incomunicabilità che va a farsi fottere. Fine della privacy. Sappiamo tutto di tutti
Sono stato cinque o sei volte in giuria al concorso di Miss Italia. Ho sempre visto le stesse madri, gli stessi padri, le stesse ragazze. Solo ogni anno un po' più alte. E un po' più padrone della lingua italiana. E un po' più tatuate. E un po' più rifatte
Sono contento di non fare più film. Sono contento di non avere più mal di pancia. Ho girato più di cinquanta film. Ho avuto più di cinquanta mal di pancia. Anzi, molti di più. Perché c'è il mal di pancia del primo montaggio. C'è il mal di pancia della prima copia. C'è il mal di pancia dell'anteprima. C'è il mal di pancia dell'uscita del film. C'è il mal di pancia della prima critica