Voglio la fine delle necessità, sguazzare nell'abbondanza. Voglio i bastardi tutti quanti di là per chiuderli tutti insieme e andarmene
Se avessi tempo io ti parlerei come facevo da bambino, perduto nei tuoi occhi belli e immensi seduto solo su un gradino
Ti penso e dentro al cuore sboccia un fiore nero, l'immagine più allegra dell'amore che mi hai dato tu
E userò le labbra per accarezzarti, mentre con le mani proverò a parlarti. Non sono parole, non sono silenzi, sono suoni intensi da fermare il cuore
E penso alla notte che sola morivo, e tu pur sapendo che sola morivo, chissà da che braccia non sei più tornato. E allora mi dico non mi hai mai amato
Il rosso del mio sangue è l'unico colore, non è della mia anima che parlo, è del mio corpo che non ha pudore, un corpo che ha sofferto, che ha ceduto, che porta i segni di ogni scontro avuto, che non ha mai negato la paura di camminare per la via più dura
Questo amore calcolato, questo amore trascinato via senza crisi né sorrisi mai, forse manca di sostanza, forse solo un po' di lontananza che poi finisce per unire di più
Non dimenticare però l'amore è come il vento ti prende quello che può in un momento
E tu chi sei, da dove vieni e cosa aspetti? No, non rispondere mi bastano i tuoi occhi, mi basta sciogliere i pensieri fino a te perché noi siamo entrambi soli
Poche gocce di nostalgia non possono riempire mai questo stagno mio di follia, malinconia di te