Bastava poco
un trenino di legno
una bambola coi capelli di stoppa
bastava un'attesa che sembrava non finire mai
bastava l'illusione dei sogni
e la vita un prato immenso da attraversare
bastava quella carezza del Natale
profumo di scorze di arance
e canditi di zucchero a velo
e d'improvviso arrivava Natale dal Cielo
cerco fra le luci frenetiche di un'assenza
un ricordo lontano una presenza
qui dove il tempo passa di corsa senza
mai guardarti negli occhi
come treni fino alla prossima fermata
solo andata
carissimo babbo natale
sei tornato tante volte ed ogni volta
ti sei ripreso qualcosa
i miei sogni la mia fantasia chi ho amato
lasciando il vuoto di pacchi pieni di illusioni
e di nostalgia
tutti a tavola...
una magia ed il ricordo svaniva
tra la nube di fumo dei cappelletti in brodo
il bollito il panettone candito
con un sapore speciale
quanta mi manca oggi
quella carezza di NATALE...
Mi sono innamorato di te
Perché non avevo niente da fare
Il giorno volevo qualcuno da incontrare
La notte volevo qualcuno da sognare
Mi sono innamorato di te
Perché non potevo più stare solo
Il giorno volevo parlare dei miei sogni
La notte parlare d'amore
Ed ora
che avrei mille cose da fare
io sento i miei sogni svanire
ma non so più pensare
a nient' altro che a te
Mi sono innamorato di te
E adesso non so neppure io cosa fare
Il giorno mi pento di averti incontrata
la notte ti vengo a cercare
Sbocconcello il mio riguardo mirandoti
Paio bambina che si cela
Oltre i tuoi occhi
Proferir vorrei moltitudini
Di tenero amore
Ahimè argino il fiato
Si ferma nel intervallo del alito
ed ancora
Sospiro e soffio nel adorati
E tu m'osservi
Ballando nel vento
L'armonia è ritmo del mio cuore
E tu m'odi muto cingendomi
attendendo che i margini
s'accomunino ad albe nuove
la dove aurora e perle di brina
Odorino di te
Per un gioco di rime sì scoperte
vorrei arrivare a questa dolce grazia
che mi dà vie d'amore più deserte.
Che se tu mostri a me questa tua faccia,
allora allora avanzerò di brezza;
ma fa tu che mi vieti e non discaccia
questa tua e mia soverchia tenerezza
che tante volte prede pure abbraccia
giù nell'Inferno per dimestichezza
delle cose divine con l'Eterno.
A raccontare di novelli giorni
è compito d'oggi
agli sciami di stelle che ninnolano
incolumi il nostro momento.
Un un frullio, ancora uno e ancora un altro
è assente l'ondeggiare d'oceano
a far da melodia di fondo
nelle prateria dello spirito
Una stretta di venti
ciò che difettava
Averlo qui accanto
è adesso lo sbocciar
di questa Primavera