Poesie di Claudio Baglioni

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Quanto ti voglio

Cosa ho fatto,
nella testa ho una musica
che mi fa diventar matto.
Una macchina prima per poco
non mi ha messo sotto...
l'avesse fatto,
almeno finiva tutto.

Torno a casa
e rivedo in un attimo un bar,
una strada e una chiesa.
Ma che bella sorpresa mi hai fatto
e chissa' quale scusa hai trovato tu.
Ma che cosa e' cambiato?
Ma dov'e' che hai buttato il mio amore?
E non so se sia meglio sparire,
e non so se dar retta al mio orgoglio
Non so se ora sbaglio.

Ma io ti voglio, quanto ti voglio,
e non posso fare a meno di te, di ieri.
Dei tuoi grandi occhi chiari...
"Sei ancora quella che eri o no?"
"Ciao soldato"
sulla porta mia madre felice
mi ha gia' salutato.
Non le ho neanche chiesto "Stai bene?"
e davanti le sono passato
"Dio che sei diventato? "
"Mamma lasciami stare da solo".
"Ti preparo qualcosa avrai fame!"
"Non ho fame, non ho proprio niente,
non voglio nessuno!"

Io ti voglio, quanto ti voglio,
e non me ne importa niente.
Di cio' che hai fatto.
Se ci sei stata a letto,
tanto il tempo aggiusta tutto.

Io ti odio, ti odio, ti odio,
ma perche' sei tanto bella?
Ti odio, perche' non scompari,
perche' non ti uccidi.
E perche' io ti voglio tanto, io.



Pace

L'immenso soffio dell'oceano
mi spinge via con sé a naufragare.
Su spiagge chiare
a un passo dalla vita muoiono
conchiglie e nelle orecchie ancora il mare.

S'arrampicano in cima con quei ginocchi secchi
e tutto il mondo giù respirano,
si fanno roccia
e al sole un'altra volta guardano,
poi chiudono per sempre gli occhi gli stambecchi.

E io ti chiedo perdono se
fratello a volte tu mi hai fatto male.
Io non potevo essere come te,
un mago un angelo immortale.
Pace a noi che abbiamo avuto tanto
da smarrir la luce della semplicità.
Quando poi si nasce e il primo grido è un pianto
e il bambino è un uomo
che il suo nome
non sa dire mai.

Nel buio della terra aspettano
finché lassù una notte é più irreale.
Come in una cattedrale
nell'aria antica cantano
per una sola estate le cicale.

Virgilio cadde mentre era in volo sopra un prato
e le sue ali non si aprirono,
guida di quei poeti
che un giorno si smarrirono,
lui si che mi trattò da uomo e adesso è andato.
Ed anche noi ci lasciamo qui,
Cucaio e non dobbiamo dirci niente
ci serve pure di arrivare qui
per ripartire nuovamente.

Pace a me che non so amare ancora
ciò che ho e non so non amar quel che non ho.
Fermo sull'abisso tra il rischio e la paura
cosa non mi uccise
mi lasciò la forza
di vivere.
Pace a te per quello che mi hai dato
e per tutto ciò che tu non mi desti mai,
e così da solo un cuore l'ho trovato
forse un mondo uomo
sotto un cielo mago,
forse me.
ora sono libero,
un uomo oltre...





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