La mattina è gonfia di tempesta
nel cuore dell'estate
come bianchi fazzoletti d'addio viaggiano le nubi
il vento le scuote con le sue mani peregrine
cuore infinito del vento
che palpita sul nostro silenzio innammorato.
E ronza tra gli alberi, orchestrale e divino
come una lingua piena di guerre e di canti
vento che rapina fulmineo le foglie secche
e devia le frecce palpitanti degli uccelli
vento che la travolge in onda senza spuma
e sostanza senza peso, e fuochi inclinati
si rompe e sommerge il suo volume di baci
combattuto sulla porta del vento dell'estate
Donna, avrei voluto essere tuo figlio, per berti
il latte dai seni come da una sorgente,
per guardarti e sentirti al mio fianco e averti
nel riso d'oro e nella voce di cristallo.
Per sentirti nelle mie vene come Dio nei fiumi
e adorarti nelle tristi ossa di polvere e di calce,
perche' il tuo essere passasse senza pena al mio fianco
e uscisse nella strofa -puro d'ogni male-.
Come saprei amarti, donna, come saprei
amarti, amarti come nessuno seppe mai!
Morire e amarti
ancor piu'.
E ancor piu'
amarti,
di piu'.
L'isola sostiene nel suo centro
l'anima come una moneta,
che il tempo e il vento pulirono
lasciandola pura come mandorla
intatta e agreste
tagliata nella pelle dello zaffiro
e lì il nostro amore
fu la torre invisibile che trema nel fumo,
il mondo vuoto fermò la sua coda stellata
e la rete con i pesci del cielo,
perché gli amanti di Capri
chiusero gli occhi
e un rauco lampo conficcò
nel fischiante circuito marino,
la paura che fuggì
dissanguandosi e ferita a morte,
come la minaccia di un pesce spaventoso
per improvviso arpione sconfitto:
e poi nel miele oceanico
naviga la statua di prua, nuda, presa al laccio
dall'incitante ciclone maschile.
Non t'amo se non perché t'amo
e dall'amarti a non amarti giungo
e dall'attenderti quando non t'attendo
passa dal freddo al fuoco il mio cuore.
Ti amo solo perché io ti amo,
senza fine t'odio, e odiandoti ti prego,
e la misura del mio amor viandante
è non vederti e amarti come un cieco.
Forse consumerà la luce di Gennaio,
il raggio crudo, il mio cuore intero,
rubandomi la chiave della calma.
In questa storia solo io muoio
e morirò d'amore perché t'amo,
perché t'amo, amore, a ferro e fuoco.
Io ti ho nominato regina.
Ve n'è di più alte di te, di più alte.
Ve n'è di più pure di te, di più pure.
Ve n'è di più belle di te, di più belle.
Ma tu sei la regina.
Quando vai per le strade
nessuno ti riconosce
Nessuno vede la tua corona di cristallo, nessuno guarda
il tappeto d'oro rosso
che calpesti dove passi,
il tappeto che non esiste.
E quando t'affacci
tutti i fiumi risuonano
nel mio corpo, scuotono
il cielo le campane,
e un inno empie il mondo.
Tu sola ed io
tu sola ed io, amor mio,
lo udiamo.
Pablo Neruda (1904 - 1973) è stato un poeta cileno e viene considerato tutt'oggi come uno dei maggiori autori contemporanei della letteratura latino americana Nel 1971 Pablo Neruda ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura.