Poesie di Paul Verlaine

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Il pianoforte

Suono allegro, importuno, d'un clavicembalo sonoro.
(Pétrus Borel)


Il pianoforte baciato da una fragile mano
vagamente riluce nella sera rosa e grigia,
mentre con un lievissimo frèmito d'ala
un'aria molto antica, flebile, incantevole,
si aggira discreta, quasi spaurita,
nel boudoir che conserva il Suo profumo.

Cos'è questa nenia improvvisa
che lenta dondola il mio povero essere?
Che vorresti da me, dolce Canto scherzoso?
Cos'hai voluto, ritornello fine ed incerto
che morirai ben presto alla finestra
semiaperta sul piccolo giardino?

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Arte poetica

La musica prima di tutto
e dunque scegli il metro dispari
più vago e più lieve,
niente in lui di maestoso e greve.
Occorre inoltre che tu scelga
le parole con qualche imprecisione:
nulla di più amato del canto ambiguo
dove all'esatto si unisce l'incerto.
Son gli occhi belli dietro alle velette,
l'immenso dì che vibra a mezzogiorno,
e per un cielo d'autunno intepidito
l'azzurro opaco delle chiare stelle!
Perché ancora bramiamo sfumature,
sfumatura soltanto, non colore!
Oh! lo sfumato soltanto accompagna
il sogno al sogno e il corno al flauto!
Fuggi più che puoi il Frizzo assassino,
il crudele Motteggio e il Riso impuro
che fanno lacrimare l'occhio dell'Azzurro,
e tutto quest'aglio di bassa cucina!
Prendi l'eloquenza e torcigli il collo!
Bene farai, se con ogni energia
farai la Rima un poco più assennata.
A non controllarla, fin dove potrà andare?
O chi dirà i difetti della Rima?
che bambino stonato, o negro folle
ci ha fuso questo gioiello da un soldo
che suona vuoto e falso sotto la lima?
E musica, ancora, e per sempre!
Sia in tuo verso qualcosa che svola,
si senta che fugge da un'anima in viaggio
verso altri cieli e verso altri amori.
Sia il tuo verso la buona avventura
spanta al vento frizzante del mattino
che fa fiorire la menta ed il timo...
Il resto è soltanto letteratura.

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Parallelamente - Le amiche: IV - Primavera

Tenera, la giovane donna fulva,
eccitata da tanta innocenza,
sussurra alla bionda giovanetta
queste parole, piano, dolcemente:

"Linfa che sale e fiore che sboccia,
la tua infanzia è una pergola:
lascia vagare le mie dita nel muschio
dove brilla il bocciolo di rosa,

"Lasciami bere nell'erba chiara
le gocce di rugiada
che bagnano il tenero fiore,

"Affinché, mia cara, il piacere
illumini la tua candida fronte
come l'alba il timido azzurro"

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Canzone d'autunno

I singhiozzi lunghi
dei violini
d'autunno
mi feriscono il cuore
con languore
monotono.

Ansimante
e smorto, quando
l'ora rintocca,
io mi ricordo
dei giorni antichi
e piango;

e me ne vado
nel vento ostile
che mi trascina
di qua e di là
come la foglia
morta.

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Chanson d'automne

Les sanglots longs
des violons
de l’automne
blessent mon coeur
d’une longueur monotone.
Tout suffocant
et blème, quand
sonne l’heure,
je me souviens
des jours anciens
et je pleure,
et je m’en vais
au vent mauvais
qui m’emporte
deçà, delà,
pareil à la
feuille morte.

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