Le nere scale della mia taverna
tu discendi tutto intriso di vento.
I bei capelli caduti tu hai
sugli occhi vivi in un mio firmamento remoto.
Nella famosa taverna
ora è l'odore del porto e del vento.
Libero vento che modella i corpi
e muove il passato ai bianchi marinai.
Mi nasconda la notte e il dolce vento.
Da casa mia cacciato e a te venuto
mio romantico antico fiume lento.
Guardo il cielo e le nuvole e le luci
degli uomini laggiù così lontani
sempre da me. Ed io non so chi voglio
amare ormai se non il mio dolore.
La luna si nasconde e poi riappare
lenta vicenda inutilmente mossa
sovra il mio capo stanco di guardare.
Amore in elemosina chidendo
andavoper la strada polverosa.
E il sole mi rideva intorno, intento
a una mia novità meravigliosa.
Negli azzurri mattini
le file svelte e nere
dei collegiali. Chini
su libri poi. Bandiere
di nostalgia campestre
gli alberi alle finestre.
Forse la giovinezza è solo questo
perenne amare i sensi e non pentirsi