Con la mente di un fanciullo
intraprese il viaggio,
ingenuo e spensierato
si apprestò ai preliminari.
Fu poco attento ed oculato
nella scelta degli strumenti
necessari ai suoi bisogni.
Trovò difficile e quasi impossibile
utilizzare quel che aveva
per gli scopi del momento.
Come scolaro era in cerca di una guida,
un faro nella notte buia.
Calpestò sentieri impervi e tortuosi
dal manto pietroso.
Valicò passi di montagna ripidi e scoscesi
immersi nella folta bruma del mattino.
Traversò altipiani brulli e bruni,
il suolo ferito
dalla potenza del solleone.
Giunse esausto, affaticato e sudato
ad un trivio
dove la grande quercia oscurava
la piccola taverna in riva al fiume.
Si rifocillò e subito cadde in un sonno profondo
dai sogni tortuosi, scuri e amari
oltrepassando la soglia dei sensi.
Si svegliò e accanto a lui
vide fronteggiarsi il serpente e l'aquila,
l'amico di oggi e la compagna di ieri.
Camminarono fianco a fianco...
per un breve tratto
non una parola, né un gesto,
nemmeno un pensiero vi fu tra loro,
solo presenza, solo nuda e cruda presenza.
Rispettò e con dolore condivise,
alla luce del giorno,
il patto fedele della natura,
per secoli calpestato, odiato e amato,
silente nella buia notte
violato.
C'è un illusione che non muore
anche se Dio non esiste più
in questa favola d'amore
chi ci manca sei tu
senza più sogni nè parole
vivo un momento che non tornerà
brucia la fede in fondo al cuore
ferita da un'inattesa realtà
via questi anni di rimpianti
da queste notti vuote e inutili
via dai giorni senza tempo
da questi luoghi in cui non sarò mai
ci son fiori che non sbocciano
stanze senza giochi nè colori
i desideri ci accomunano
vorremmo che tu fossi qui con noi
Siamo di passaggio
consumandoci pian piano
fra ricordi che si scordano
di noi, vivendo nel passato
inquieto, cercato dal presente
che lo avverte di come stiamo
se soffriamo quando dimentichiamo
le nostre incaute ferite disarmate
nei confini martoriati da pallottole
spuntate
Siamo di passaggio e vorremmo
sentirci vivi, anche se nati sotto
una cattiva stella, denutrita
Sbocconcello il mio riguardo mirandoti
Paio bambina che si cela
Oltre i tuoi occhi
Proferir vorrei moltitudini
Di tenero amore
Ahimè argino il fiato
Si ferma nel intervallo del alito
ed ancora
Sospiro e soffio nel adorati
E tu m'osservi
Ballando nel vento
L'armonia è ritmo del mio cuore
E tu m'odi muto cingendomi
attendendo che i margini
s'accomunino ad albe nuove
la dove aurora e perle di brina
Odorino di te
Risorto è il giorno e il sole
Abbraccia la madre terra
Coi figli abbandonati nei cortili
Quanta tristezza regna nel cuore
Della madre mentre prega
Ascolta dell'organo le note
Musicalità stonate disperse
Quanta disperazione
Quando fischia il vento
Come siamo lontani
Dai figli in lacrime
Quando le stelle sconfinano
Altri orizzonti ignoti
Ora sorridono dai lager
Perché sanno della libertà
Giurata a quattro passi
Dei nuovi celesti sentieri
Senza più lacrime
Aventi occhi puliti