Forse, davvero, ci piace, si ci piace di più
oltrepassare in volo, in volo più in là
Meglio del perdersi in fondo all'immobile
Meglio del sentirsi forti nel labile.
Forse, sicuro, è il bene più radioso che c'è
Lieve svenire per sempre persi dentro di noi
Meglio del perdersi in fondo all'immobile
Meglio del sentirsi forti nel labile.
Forse, davvero, ci piace, si ci piace di più
Niente oggi sembra favorevole:
gira il mondo con ostilità,
ogni impressione mi fa debole
e sento dentro solo sfiducia.
basse le nubi che opprimono;
fredda, aliena e bieca la città;
pensieri e gorghi bui mi assediano
con la loro azione suicisudicia.
domomani tutto si risanerà.
la vita ntornerà gradevole.
ma ora, in fondo alla voragine,
è dura... dura come non è stata mai.
l'inizio è stato pura paura
per la mia incolumità:
gli ho dato il nome della sventura
e l'ho tradotta in solitudine.
"siamo tutti soli?" mi son chiesto poi
sentendo il peso della sconfitta,
e una spirale malinconica
mi ha dato in pasto all'inquietudine.
domani tutto si risanerà
e il mondo tornerà piacevole.
ma ora, in fondo alla voragine,
è dura... dura come non è stata mai.
come non lo è stata mai...
e tu, mondo, come stai?
e in che direzione andrai?
e anche tu, uomo, come stai,
ingordo, coi tuoi guai?
ma che domande stupide...
beh, domani passerà.
prendo mio figlio a scuola,
noi camminiamo piano,
il suo ventre un po' gli duole,
tengo stretta la sua mano.
poi gli sfioro il capo
e penso proprio che è vero:
"la gente non è buona"
come canta il re corvo nero.
domani tutto si rasserenerà
e anch'io tornerò socievole,
ma ora, in fondo alla voragine,
è dura... dura, come non lo è stata mai
come non lo è stata mai...
e tu, mondo, come stai?
e in che direzione andrai?
e anche tu, uomo, come stai,
ingordo, coi tuoi guai?
ma che domande stupide...
beh, domani passerà.
Un anno di
narcisi e solitudine
specchiandomi
nella mia finitudine,
sporgendomi
su quella viva fissità
che ad ogni respiro moriva un po'
in concentriche
delucidazioni
e fuggevoli illuminazioni.
E in essa tu,
ninfea di bianco fascino,
che aprendoti
sul lago delle vanità
ti apristi a me, perduto in
una sola immagine
vibrante ad ogni sospiro.
E bella e fragile.
Ci guardammo e ci ascoltammo:
silenzi e parole a corredo fecondo del testo della seduzione
e il suono segreto delle brame a musicare la scena.
Poi finalmente un dì ti presi fra le mani
e le tue foglie si adagiarono sui miei palmi
ma il soffio della vita e il suo schiaffo ti fecero presto volare via
Ed ora, qui,
nessun profumo sa di te.
Non ci sei più.
Nell'acqua ciò che è intorno a me
si specchia con me
riflesso in un'immagine
che si anima di quello che anima me.
Resterò qui
un anno, un altro... e quanti più...
specchiandomi
ovunque dove eri tu.
E intorno a me
narcisi e quietudine
e tutto ciò che si anima di quello che anima me.
Non c'è contatto di mucosa con mucosa
eppur mi infetto di te,
che arrivi e porti desideri e capogiri
in versi appassionati e indirizzati a me;
e porgi in dono la tua essenza misteriosa,
che fu un brillio fugace qualche notte fa;
e fanno presto a farsi vivi i miei sospiri
che alle pareti vanno a dire "ti vorrei qua".
Questa è la canzone che scrivo per te:
l'ho promessa ed eccola.
Riesci a scorgerti? Sì che ci sei,
prima che ti conoscessi.
(Ora ho il tuo splendido sorriso da succhiare:
sfavilla di felicità.
L'osservo su dalla tua fronte vanitosa
che ai miei baci ha chiesto la priorità)
Questa è la canzone che scrivo per te:
l'ho promessa ed eccola.
Riesci a scorgerti? Sì che ci sei,
proprio mentre ti conosco.
E ho le tue mani da lasciarmi accarezzare il cuore
immune da difese che non servono.
Ma ora ho in testa il viso di qualcuno più speciale di me,
che sa cantare ma ha più stemmi da lustrare di me... e questo è il tuo svago.
Per quel che mi riguarda sei un continente obliato.
Per quel che ho visto in fondo mi è piaciuto.
Questa è la canzone che scrivo per te:
l'ho promessa ed eccola.
Riesci a scorgerti? Non ci sei più,
dopo che ti ho conosciuta
In Paradiso vorrai
avere ancora a che fare con me?
Premi e compensi: non sai
quanto desideri farne parte,
fra quelli di cui godrai,
per la tua felicità.
Perché non chiedo per me
la gioia eterna di risorgere,
ma di esser cura perenne per te,
regalandoti quel che non do in vita.
E allora chiediglieLo tu
che ti conceda di avermi lassù
Ed io mi arrendo oramai...
se il tempo avanza a me non basta,
da qui alla tua eternità.
Alla tua eternità.
La mia promessa è: vedrai
che là mi trasformerò.
E allora chiediglieLo tu
che ti conceda di avermi lassù,
se credi a quel che ti dico da qui