Ora so quando sarà l'ultimo mattino - quando la luce non mette più in fuga la notte e l'amore - quando eterno sarà il sonno e un solo sogno inesauribile. Celeste stanchezza sento in me. - Lungo e faticoso mi fu il pellegrinaggio alla tomba santa, grave la croce. Chi ha assaporato l'onda cristallina che, impercettibile ai sensi comuni, zampilla nel grembo oscuro del tumulo, ai cui piedi s'infrange il flutto terrestre, chi stette sopra le montagne all'estremo limite del mondo, e guardò di là, nella nuova terra, nella dimora della notte - costui davvero non torna al travaglio del mondo, alla terra dove la luce abita in eterna inquietudine. Lassù costruisce le sue capanne, capanne di pace, ardentemente desidera e ama, guarda al di là, finché la più gradita di tutte le ore non lo trascina giù, nella vena della fonte - dove galleggiano i residui terrestri, sospinti indietro dai turbini; ma ciò che sacro divenne al contatto d'amore, corre disciolto per tramiti oscuri alla sfera ultraterrena, dove si fonde, simile a vapore, con gli amori assopiti.
Ancora tu risvegli,
allegra luce,
lo stanco al lavoro - mi infondi
vita gioiosa -
però non mi attiri
lontano dal monumento
muscoso del ricordo.
Lieto voglio agitare
le mani operose,
guardarmi intorno, dovunque
tu avrai bisogno di me -
esaltare la piena
magnificenza del tuo splendore -
assiduamente perseguire
la bella concordanza
della tua opera ingegnosa -
lieto voglio osservare
il saggio cammino
del tuo potente orologio che splende -
scrutare l'equilibrio delle forze
e le norme
del giuoco prodigioso
degli spazi innumerevoli
e dei loro tempi.
Ma fedele il mio cuore
segreto rimane alla notte,
e a suo figlio, l'amore che crea.
Puoi tu mostrarmi un cuore
fedele in eterno?
Ha il tuo sole
occhi amici
che mi ravvisino?
e le tue stelle afferrano
la mia mano supplichevole?
Mi rendono in cambio
la tenera stretta
Laggiù nel suo grembo, lontano
Dai regni della luce, ci accolga
La terra! Furia di dolori e spinta
Selvaggia è segno di lieta partenza.
Dentro l'angusta barca è veloce
L'approdo alla riva del cielo.
Sia lodata da noi l'eterna notte,
Sia lodato il sonno eterno.
Ci ha riscaldati il torrido giorno,
ci ha fatti avvizzire il lungo affanno.
Non ci attraggono più terre straniere,
vogliamo tornare alla casa del Padre.
Novalis (1772 - 1801) è in realtà lo pseudonimo di Georg Friedrich Philipp Freiherr von Hardenberg. Novalis è stato uno scrittore, poeta e filosofo tedesco.
Considerato come uno degli autori di spicco del Romanticismo morì giovanissimo, all'età di soli 29 anni.
La sua opera principale è sicuramente Frammenti, che contiene per intero il suo pensiero filosofico e che è rimasta per lungo tempo inedita.