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Poesie di tomas Tranströmer

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Stazione

Un treno è entrato in stazione. È fermo, vagone dopo vagone,
Ma nessuna porta si apre, nessuno scende o sale.
Ci sono veramente delle porte? Là dentro un brulichio
Di uomini rinchiusi che vanno su e giù.
E scrutano dai finestrini immobili.
Fuori lungo il treno cammina un uomo con un martello.
Urta le ruote che debolmente risuonano. Tranne qui.
Qui il rumore aumenta incomprensibilmente: un fulmine,
Il rintocco dell'orologio della cattedrale,
Il rumore della circumnavigazione del globo
Che solleva tutto il treno e le pietre umide dei dintorni.
Tutto canta. Ve lo ricorderete. Andate avanti.



I ricordi mi vedono

Una mattina di giugno in cui era troppo presto
Per svegliarmi ma troppo tardi per riprendere sonno,

Devo uscire nel verde che è colmo
Di ricordi, e mi seguono con lo sguardo.

Non si vedono, si fondono completamente
Al paesaggio, perfetti camaleonti.

Sono così vicini che li sento respirare
Benché il canto degli uccelli dia stupore.



Mistero per la strada

Si posò la luce del giorno sul viso di un uomo addormentato.
Gli giunse un sogno più vivido
Ma non si svegliò.

Si posò l'oscurità sul viso di un uomo in cammino
Tra la gente nei raggi di sole
Forti e impazienti.

D'un tratto si fece buio come per il temporale.
Io ero in una stanza che conteneva tutti gli istanti -
Un museo di farfalle.

Tuttavia il sole era forte come prima.
I suoi pennelli impazienti dipingevano il mondo