S' io t'amo? oh donna! io nol dirìa volendo,
Voce esprimer può mai quanta m'inspiri
Dolcezza al cor, quando pietosa giri
Ver me tue luci, ove alti sensi apprendo?
S'io t'amo? E il chiedi? e nol dich'io tacendo?
E non tel dicon miei lunghi sospiri;
E l'alma afflitta mia., che par che spiri,
Mentre dal tuo bel ciglio immobil pendo?
E non tel dice ad ogni istante il pianto,
Cui di speranza e di temenza misto,
Versare a un tempo, e raffrenare io bramo?
Tutto tel dice in me : mia lingua intanto
Sola tel tace, perchè il cor s'è avvisto,
Ch'a quel ch'ei sente, è un nulla il dirti: Io t'amo.
Tu m'ami? oh gioja! i tuoi raggianti sguardi
Gira dunque ver me pietosi un poco;
Tua parte prendi del mio immenso foco,
O in me saetta men pungenti dardi.
Deh come dolce amorosetta sguardi!
Oh qual ne'tuoi begli occhi Amor fa gioco!
L'alma già già non trova in me più loco :
Or via, se m'ami, a m'aitar che tardi?
Tremule spesso e languidette io vidi
Le tue negre pupille umide farsi;
Nè par che sola in lor pietà si annidi.
Dicon tue luci : È poco amor giurarsi:
Dicalo il labro alfine; ond'io poi gridi:
Felice il dì ch'io venni, e vidi, ed arsi.
Tacito orror di solitaria selva
di sì dolce tristezza il cor mi bea,
che in essa al par di me non si ricera
tra' i figli suoi nessuna orrida belva.
E quanto addentro più il mio piè s'inselva,
tanto più calma e gioia in me si crea;
onde membrando com'io la godea,
spesso mia mente poscia s'inselva.
Non ch'io gli uomini abborra, e che in me stesso
mende non vegga, e più che in altri assai;
nè ch'io mi al buon sentier più appresso;
ma non mi piacque il vil secol mai:
e dal pesante regal giogo oppresso,
sol nei deserti tacciono i miei guai.