Non ho pace per te,
che sfuggi dalle mie mani,
come un'ombra trafugata dalla notte.
le mie braccia sono pale
che macinano aria
nello stringersi di un abbraccio,
mai ricambiato.
il vento, scerpa il tuo nome
contro la mia pietra,
e il lento arrampicarsi dell'edera
mi declina.
gemo, gemo incessante:
il cigolio della ruota di un mulino
che sopravvive,
nell'attesa della pie
Occupi il mio pensiero,
rimembro ogni tuo sguardo,
ricordo ogni tuo sorriso,
ebbene si sei la ragione del mio riso.
Niente ci posso fare,
se non riesco a ragionare
e sogno te soltanto.
Perchè quando arriva l'amore
è inaspettato
ed è soprendente.
In questo
mio cuore
un freddo gelido
sento,
è perché
tu più
calore
non gli apporti,
ti sei
dimenticata
il tuo amor
soffiar
su di esso
pur mortale,
inutile poi
quando cenere
sarà.
Il vento
sparso
lo ha,
ma a te
mai più
arriverà.
Io sono gli altri: quelli che non conosci e che salvi.
Sono quelli che non hai mai visto e che ti vogliono bene.
Sono quelli a cui hai mostrato un giardino fiorito: si semina insieme ma i fiori crescono da soli. Non serve stare lì ad aspettare.
Io sono quegli altri per cui tu hai scritto, se mai hai scritto per qualcuno.
Sono quelli che si girano e rigirano nel letto per trenta pagine;
Ti guardo, la sera.
Che miro?
Non l'umane forme, di te usuali
ma mi seduce
questa nuova luce
che ti scopre, più vera,
stasera.
Ti osservo.
Scivolano sulle tue tenere
spalle,
le ciocche accolte
sinuose e folte,
sciolte, intrise
del tuo profumo migliore
che pare
gelsomino in fiore
che pare
nuova luce, che mi seduce,
che ti scopre. più vera,
stasera.
Ti osservo.
Il tuo sgua
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