Non è altro,
de lo mastro cuoco,
una de le sue basi,
co farina, mentuccia, lievito
e no poco de fantasia.
Lo tutto se impasta,
se fa crescere
e poi se stende,
e con esse pizzette
su olio bollente se danno.
Se ponno già magnà così,
ma che mastro sarebbe
se le lascerebbe
senza no bono condimento?
Puzzava di sudore,
la mia tuta arancione,
dal lavoro imbrattata.
Incontrai il padrone,
tappandosi il naso,
non osò a me
avvicinarsi.
Poco dopo in riunione
m'avvicinai al compagno
del partito,
quello che
dovrebbe difendere
l'operaio.
Uguale al padrone
verso me fu
l'atteggiamento,
mi son dovuta
mettere sottovento,
puzzavano di lavoro
i miei vestiti.
Ma è strano...
L'altro
è di metallo dorato
per spostare l’attenzione
emette fasci di luce
che ingannano il buio e
convogliano su taglienti scogliere
Nelle fornaci vetrarie
di ideologie e fedi
la produzione più consistente
È riciclabile
(da “mestieri” Edizione 1994)
Terra, fertile, coltivata, curata, calpestata!
Arida, e desolata,
Terra assolata, assetata!!
Devastata, inquinata
Terra invasa e conquistata,
Abbandonata.
Terra senza risorse, terra senza sorte
Espatriata, lasciata,
Terra bagnata!! bagnata dal pianto
Dal sudore degli uomini stanchi,
Terra di fuoco.
luci ed ombre ti circondano
Terra tu sei donna!!
Di blu vestito spazzar le foglie è il suo rito,
dolce e buono sempre pronto
a dar mano a chi a bisogno.
Lui non si lamenta
un sorriso sempre s'inventa.
Della caserma la gente,
dovrebbe promuoverlo dirigente...
non per l'anzianità,
ma per la sua eccelsa bontà.
Grazie a lui la questura,
non ha mai rischiato l'usura
e se il palazzo è decente,
è grazie a lui... tenetelo a mente!
Picco
Questa sezione contiene una raccolta di opere su lavoro e mestieri