Lontani echi
sfiorano
foglie
invisibili dell'anima
Un senso
di atavico terrore
cresce
Lontano
la natura si avvicina
maestosa
S'alza un vento
di tempesta e
immobile
La guardo
avventarsi
sulle mie membra
A lei
m'abbandono
per un istante
Quel lampo
di tempo che marmorizza
i passi
E come colosso
avanzo rovinosamente
Lo scrosciare dei fiumi celesti
avvinghia
In fangose braccia
le motrici
del mio andare
Ma non s'arrestano
ne piegandosi
desistono
C'è
un orizzonte luminoso
che attende
Di spiegare
il suo
sereno
sorriso
per me...