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quinto comandamento, non uccidere.

Soldati che alla guerra andate,
fermatevi e pensate
a quel dì, quando
alle natie case,
farete ritorno.
Con quale coraggio
bacerete le vostre madri,
le vostre spose,
giocherete con i figli,
sapendo
che invano altre madri
attenderanno,
altre spose piangeranno
la spezzata famiglia
ed altri bimbi
più voglia di giocare
non avranno?
Non sentitevi eroi,
siete numeri di matricola,
deboli foglie
disperse nel vento dell’odio.
Solo il dolore,
da voi seminato,
in eterno rimarrà.
Soldati, deponete le armi
Al freddo, irrazionale comando
di chi, vi ordina d’uccidere,
offrite il comandamento dell’amore,
offrite il generoso seme della pace.

 

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9 commenti:

  • Grazia Denaro il 19/01/2012 21:22
    Bellissima anche perchè una guerra non è mai una cosa giusta e questi versi incitano alla pace!
  • patty picci il 28/08/2010 19:33
    tutti ambiscono alla pace però ci sono ancora molte guerre.. questi versi fanno capire la realtà di essa ma alresì incitano alla pace... una pace mondiale che solo l'amore può portare.
    bravissima
  • Aldo Riboldi il 13/08/2010 12:00
    Una guerra non è mai una cosa giusta! Men che mai voler imporre con menzogne, uno stile di vita diverso, da quello che un popolo si è scelto. Esiste la disobbedienza civile nonviolenta, come Ghandi ci ha insegnato per porre rimedio alle grandi ingiustizie che ci affliggono.
  • Vincenzo Capitanucci il 29/05/2009 05:50
    Sembra che l'uomo... non sappia togliersi... questo istinto bestiale... giustficandolo... in mille modi... avidità... ideali... almeno oggi... abbiamo la possibilità.. di una libera scelta personale... gli eserciti... sono essenzialmente in molti paesi... costituiti da volontari... è un grosso passo avanti... non c'è più questa violenza... che hanno subito.. tanti obiettori... di coscienza...

    bellissima poesia... Loretta... il seme spontaneo... della pace...
  • Shabui. il 28/05/2009 21:30
    I soldi di certo sono sempre una valida motivazione per chi va in guerra. Allo stesso modo persone che per una formazione distorta da parte della società, credono nell'ideale per il quale andranno a combattere. Questo credo, chissà, rimarra in loro per una sola ora, per una giornata, un mese o tutta la vita, non voglio entrare in merito, non me ne interesso. Siam tutti stranieri come siam tutti giusti o sbagliati, basta cambiare prospettiva. Ci vuole poco, ma a molti costa fatiche insormontabili.
    Belle parole. Condivise di certo, anche se avrei una precisazione da fare sul mio pensiero in merito, sperando di non essere frainteso. Di certo tornerei da mia madre, dalla moglie e dai miei figli diverso, nascosto dietro una maschera di cera ma, personalmente, meglio la mia psiche e la vita di mille altre madri e figli piuttosto che la unica, insignificante, della mia di madre o figlia. Ovviamente cambio prospettiva e nego quanto detto. Ma questa prospettiva difficilmente si può cambiare, anche volendo.

    Piaciuta.

    Shabui.
  • Anna G. Mormina il 28/05/2009 21:22
    ... fermatevi e pensate...
    Una bellissima poesia perchè il mondo trovi la tanta desiderata e dolce PACE! molto bella!... bravissima!
  • Fernando Biondi il 28/05/2009 21:13
    bellissima e condivisa in pieno, una grande verità, brava Loretta un abbraccio fernando
  • Vincenzo Scognamiglio il 28/05/2009 21:11
    molto bella
  • Fabio Mancini il 28/05/2009 19:48
    La tua composizione mi ha fatto venire in mente le ultime guerre americane in Oriente, chiamate: missione di pace. Poi, ma non subito, abbiamo saputo che erano state gettate le bombe al fosforo che avevano creato morte e mutilazioni abberranti. E mentre il numero dei morti nelle file dei "cattivi" e degli "ignoranti" cresceva, aumentava anche il numero dei morti nelle file dei "buoni" e dei "civili" che portavano la pace, la giustizia sociale, il progresso e la libertà. Ma a sorpresa scoprivamo che i militari statunitensi impiegati in una assurda guerra, appartenevano al ceto più basso ed in più erano quasi tutti di colore. Vogliamo aggiungere altro? Purtroppo ci saranno sempre uomini che volentieri andranno in missione, non certo perché sono dei sanguinari, ma perché il denaro è sempre una valida motivazione. Inoltre molti soldati statunitensi al ritorno in Patria, sono rientrati con disturbi psicologici legati alla paura e dipendenti da psicofarmaci e droghe. La storia dei reduci del Vietnam, non ha insegnato niente. Io non starei addosso a chi la guerra la vive con il rischio della propria vita, quanto piuttosto con chi l'ha dichiarata e poi se n'è rimasto impassibile seduto in poltrona, vale a dire il management politico statunitense. Persone come George W. Bush, sono moralmente da equiparare a un qualsiasi dittatore. Il doppio petto non sminuisce i crimini e le responsabilità ... Ciao, Fabio.

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