Nevicava quel giorno.
Soffici fiocchi bianchi cadevano in silenzio
sui rami spogli, sulla terra brulla,
sui nostri volti ghiacciati.
Ridevi, correvi, eri felice come una bambina
che ha in mano la sua bambola preferita.
La neve ricopriva ormai tutte le cose,
le case, le strade, i campi,
e tu ti sei sdraiata,
affondando dentro il soffice manto;
sul tuo viso un sorriso, sul mio la gioia.
Adesso è passato un anno,
tu non ci sei più,
hai preferito altre strade,
altri incontri, altre storie,
ed io sono qui col tuo ricordo
che mi schiaccia i pensieri,
col tuo sorriso che mi scava nell'anima,
con la tua foto nella neve che mi dilania il cuore.
Quanto mi manchi... quanto mi mancano le tue parole,
quanto mi mancano i tuoi gesti,
quanto mi manca il tuo corpo accanto al mio
nel freddo dell'inverno e nel buio della stanza.
Perché tutto deve sempre finire?
Quel giorno pensavamo all'eternità,
quel giorno ci abbracciavamo correndo felici,
quel giorno la neve che cadeva silenziosa
era la colonna sonora del nostro amore,
e il bianco che ci circondava era lo specchio
della nostra gioia di vivere.
Oggi non c'è la neve, non c'è il bianco,
ma un vuoto spaventoso riempito dalla tua assenza,
e vago nella casa deserta come un naufrago
alla ricerca di un'isola in mezzo all'oceano,
mentre lotto disperatamente contro le onde
minacciose che vogliono sommergermi.