Non mi inventò superbo cantante,
e neppure ineffabile attore,
il destino mi disegnò su misura,
il vestito sbarazzino del presentatore.
Quanto ti ho dato,
amica televisione,
fiera traboccante di divertimento,
e culla di realtà o di illusione?
No, non lo so quanto ti ho dato,
so soltanto di averti amato,
perchè mi insegnasti ad arrivare alla gente,
in un cono di luce di semplicità;
Presentare,
cosa è stato mai?
Insegnare alle persone,
la forza di saper sognare,
ridere dell'esistere,
e di questo suo multiforme peregrinare;
guarda, maestro Pregadio,
quella Corrida che cesellò in noi
bonarie risate:
ricordo il giorno
in cui il cielo mi richiamò a sè,
sapete,
sentii bussare sulla stella,
che il cielo mi aveva preparato,
il profumo incontaminato
dei primi passi da intrattenitore,
quando ancora regnava sol la Rai,
e la tivù ignara era,
che le sarebbe stato donato il colore.
Amici spettatori,
signore e signori,
se anche solo un po' vi ho fatto divertire,
avete saputo schiaffeggiare per sempre,
il giorno che mi scorse morire.
Mai lo saprete,
ma vi osservo ora compiaciuto e felice
mentre vi ritrovate
sulle vostre tavole imbandite,
Dio me lo ha promesso,
non so in qual modo,
ma riuscirò a regalarvi nuove emozioni,
a essere sempre uno di voi,
vostro affezionato Corrado Mantoni.