nella stanza
pronti alla caccia, attenti
assuefatti ai lampadari spenti
pipistrelli dalla testa di gufo
riesci a vederli, e vedi
le risposte mangiarsi le domande
in folli banchetti, in strane locande
luoghi di incoerenza spiccia
credo sia il conscio che degenera
e volge in inconscio, dissacrando
memoria e ragionamento
come in un deja vu, come:
perdersi nel tempo
scoprirsi di luce, nella luce
forse è l'annullamento delle distanze a popolare
di magia in bilico questi territori
come: essere suono e musica
essere la notte e la paura del buio
goccia, e quel qualcosa che disseta
forse è semplicemente fantasia, incontrollata
penso ad un temporale, sul lago
la pioggia che cade
accolta non s'estingue ma genera, espande
implodono i confini e gli argini diventano onde
reale e irreale:
non c'è più ponte tra gli opposti, non serve
traccia la notte l'andirivieni di un veliero
un unico mare ha sommerso mischiando le sponde
il sogno si crede d'essere vero
è' lui più di te a meravigliarsi quando poi albeggia
da stupìto il suo sguardo diviene terrore e scompare
tradito
in fondo chiedeva solo di non svegliarsi.