Nella notte quieta all'angolo
della strada
il sorriso di un fanciullo è una storia
rimasta in sospeso.
Piano ho passeggiato
per il giardino
attraversando la chiesa
della cattedrale.
Nel mite vento primaverile
del giorno
la speranza di un padre è di buon augurio
e sul marciapiede l'addio e il rinnovamento.
In totale pace, sdraiata su tiepida pietra,
guardo il cielo e la sua immensa bellezza.
Passano attimi, e le sue stelle
vengono coperte da nuvole
che addensandosi portano il profumo
di un'imminente acquazzone.
Chiudo gli occhi e con sorpresa,
trovo le guance rigate da gioiose lacrime
e lavate dalle gentili gocce
di una delicata pioggia estiva,
che forse diventerà temporale.
Giogaia avvilita,
corteggiata da foglie,
intimamente l’ “Anza” cresce.
Geremiade di anziani
sul letto miete
mentre fanciulla bruma,
con il borgo balocca.
Giocondo acume di pargoli
danza e trotta,
celermente quanto l’ “Anza” burrascosa.
Cancella
la purezza del bianco manto,
quaggiù nel piano.
Lei si ritira là, sui colli,
dove ancora padroneggia
il candore della neve.
Il mio sguardo
nostalgico ti raggiunge.
Si posa adagio, contemplando
il tuo soffice tepore
dentro il freddo
che circonda la tua bellezza.
Di ciottoli e carretti
la corte silenziosa
pestato è il chicco
col palmo e le dita
Echi tra le genziane
brusii d'opale
satollo è il pozzo
fresca accoglienza
di latte denso
candida alchimia
Cannella e fior di sole
caramello aranciato
e cipiglioso aglio
appeso alla sartia
viaggiante oceani e terre
più del guerriero
protettiva essenza
scienza dell'oblio
Come follia d
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