Questi pini romani
non dormono.
Altissimi nelle compatte chiome
trattengono sotto le cime convesse
tutto l'intenso blu notte
disilluso d'azzurro
nel freddo mattino.
Ed il verde delle sommità
è silente nuvola ferma
che il sole tempesta
scagliando un'ombra imprecisa.
Due cavalieri al galoppo
seguono in cadenzato ritmo
la curva della collina,
disegnata da alloro sieposo.
D
Antica terra di pescatori
ti circondano minacciose
le acque del Pò,
ondeggiano i tuoi sogni
come le canne al vento,
filari di pioppi, inermi soldati
si muovono leggeri
sfiorati dalla brezza del mare.
Esplosione di verde a Primavera
tra le anse del grande fiume
dove sbocciano gli amori giovanili
vicine le pietre degli Estensi,
tra i campi si alza leggera
come nebbia al mattino
il can
i silenzi lunghi del deserto
il cobalto del cielo
e le mangrovie
sale e sabbia
atum dipinse colori
apparentemente immobili
come affreschi
nelle cappelle sottomarine
dei suoi giardini
diede vita alle gocce
che dal pennello
scivolavano in acqua
e polimorfi angeli e demoni
s'animavano in un circo
di nani e giganti
mostri e meraviglie
draghi e dei del mare
al di sopra
Giacché di grida fra
le fette mordo
rinvengo
Le cosce a ciondolare
una muraglia dolce lenta
medita e ragiona
e passa le ore
gironzolando
Come mattine
nel braccio piccino
delle nuvole rosate
Da Bersenico sopra, e sino ai piani di Lò,
v'è un'antica strada che meglio conservar si può.
Dalla santella della febbre, sono visibili ed in parte sterrate,
delle grosse pietre del selciato, da due solchi ben marcate.
Quelle tracce infisse, dicono a noi comodi attuali,
che i nostri avi han mosso per secoli carri tirati da animali.
Quadrupedi erano, conserviamone memoria,
che han sempr
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