Pur se
da lo Massimo Fattore
impastati
con la stessa creta
fummo,
c'è chi
superiore
si ritiene
e così
in classi sociali
abietti,
meno abietti
e non affatto
divisi siam.
Ma quando
l'ora
allo Zenit
giunge,
tutto
s' appiana
nuovamente
e di quella
stessa creta
tornar.
Errante, solitario
a testa bassa il vagabondo
marcia lento e senza meta
in un mondo di penuria.
La sua anima è annerita
dallo strazio e le amarezze
lacerati i suoi vestiti
i suoi pensieri smarriti.
Tristezza nel suo sguardo
ferite nel suo cuore
nel fardello due monete
elemosine di viandanti.
Era un re, aveva un regno
e l'amor di una donzella
perse tutto in una guerra
i suoi b
Ballo
traballo
in questo stallo
che sa di stalla
ove nel nulla la gente si sballa,
di mondi naufraghi son perse le orbite
in buchi neri oculari vortici
sostanze astratte di concreto delirio
la memoria del brio di solari sistemi
è pallida luce
fervida danza moto che seduce.
Parlate sottovoce dentro le vesti nere
l’ora dei lamenti è ancora lontana
il destino compone i suoi quadri
mentre un canto si leva dalle strade
deserte e rimbalza in cielo
Lisbona piange la sua libertà
ancora troppo lontana, i suoi
poeti in esilio oltre l’oceano
L’anima del popolo vibra
con le prime ombre della sera
Il Fado s’allarga per le vie scoscese
imprigiona l’anim
C'è il cafone
e c'è il signore;
c'è il padrone
e c'è il servo;
c'è chi ordina
e chi ubbidisce;
c'è chi le dà
e chi le prende;
e poi mi vengono
a dir
che siamo
tutti uguali;
ma secondo il metro
di chi sta sopra.
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