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Sonetti

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Intimi ricordi

Immagini diventano pensieri,
impronte su pellicole degli occhi;
ombre, luci e colori: lievi tocchi
che scendono nell'anima leggeri.

Suoni armoniosi, facili sentieri;
su un foglio bianco, macchie e scarabocchi
di bimbo che disegna i suoi balocchi
esprimendo gli amori suoi più veri.

Dolci impressioni, teneri ricordi
che il tempo ha disegnato sulla pelle
come graffi su lucido velluto.

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   3 commenti     di: Verbena


Passeggio nel sogno

Sei la stella che sfolgora nel cielo,
nell'aria fredda e chiara della notte;
nel sogno le parole sono rotte,
avvolte come perle sotto un velo.

Pensieri ciondolanti sullo stelo
che silenziosi sbocciano stanotte,
nascosti come ladri nelle grotte
ed usciranno all'alba del disgelo.

Cammino sorvolando le corolle,
calpesto i sassi sotto i piedi scalzi
nell'aria cristallina tra le zolle.

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   1 commenti     di: Verbena


Riflesso

Ridi beffardo specchio gran mendace
non mi vedrai devoto e genuflesso
d'innanzi al tuo cospetto come un fesso
ne mai sarò tuo schiavo o tuo seguace,

malvagio ed anche peggio di un rapace
cagion di quel capriccio tuo indefesso
di catturar le prede e poi il riflesso
lo rendi come e se ti pare e piace.

Son franco dal bisogno perché vecchio,
le mie Bolzano son del sessantotto
e la mia

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   1 commenti     di: augusto picci


La lambretta

Avevo una lambretta azzurro cenere
truccata e ridipinta in un blu scuro
e mille e mille sogni in "marte e venere"
nascosti in un cortile dietro un muro.

Volevo a tutti i costi non offendere
e al tempo stesso diventare un duro
così m'industriavo per difendere
l'integrità dell'anima e del muro.

Ma poi che lo dovevo oltrepassare
perchè mi dava limite e tormento
più che potessi, e po

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   11 commenti     di: mauri huis


Cambio e ricambio

Lo sole scenne scenne e po' scompare,
mentre arzilla la luna pian pianin appare,
entrano a fargli festa mille stelle rare,
che le coppie entro le fratte fanno amare;

un silenzio malizioso entra in scena da bon re,
e raggiunge l'apice senza fretta al fin l'amore,
da soddisfare anco lo più duro core,
e ripetere vorrebbe fino a che more.

Ma la notte cede de novo lo pegno a lo giorno re,

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