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Racconti amore

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La psicologia dei poeti

Che cosa voglio io nella vita? Poche cose: guardare la luna che sorge come una bianca sposa, oltre le distese dei campi; ammirare lo spettacolo sempre differente, entusiasmante ed emozionante del tramonto del sole, nell'alternarsi delle stagioni.
Sono un pagano, cioè un poeta, e queste cose mi danno piaceri intensi, paragonabili al fare l'amore con una donna. Le persone comuni non provano questi piaceri perché hanno una sensibilità più bassa.
Ogni caratteristica ha due facce, una buona e una cattiva. Il lato svantaggioso di essere poeta l'ho scoperto a 30 anni. A quell'età volevo ottenere le cose normali della vita: un lavoro, una donna, una casa. Ma non riuscivo a ottenerle perché la mentalità di poeta rappresentava un ostacolo insormontabile. Allora ho combattuto contro la mia natura, ho forzato me stesso, per uniformarmi, per abbassarmi, per calarmi nella mediocrità. Ho tentato di sradicare la sensibilità dalla mia anima e ho lavorato sodo per abbrutirmi. Durante questo periodo ho sofferto moltissimo.
Adesso è arrivata l'età matura e ho capito molte cose. Io sono nato con una psicologia di poeta e non riesco a realizzare le cose comuni della vita. Così come le persone comuni non riescono a scrivere libri, non fanno quadri, non producono opere d'arte.
Adesso che ho raggiunto la maturità, ho accettato questa mia caratteristica dalla quale ricavo i piaceri più grandi della vita: la capacità di godere un tramonto o una notte di luna, la capacità di scoprire la natura, di analizzare le emozioni, il piacere di sognare e di apprezzare le poesie
Questo vale più della capacità di fare denaro, del conto in banca, di casa, moglie, figli e automobile. Gli artisti sono tutti così e prima accettano la loro natura, meglio è.
Da giovane, sono partito alla ricerca di qualcosa di grande e bello. Il seme di quello che volevo lo possedevo già; e adesso, dopo molti confronti, ne sono consapevole.

Dicembre 2002

   1 commenti     di: sergio bissoli


E mi ritrovo..

.. E mi ritrovo donna che piange lacrime rumorose.. lacrime da bambina..
Quel che di me ami, il mio esser tutto un po.. il mio saperti amare con passione di donna.. il mio saperti coccolare con dolcezza da bambina.. il mio offrirmi a te senza pudori o riserve.. il mio girare gli occhi quando sento il tuo sguardo su di me..
.. E mi ritrovo a ripercorrere, ora donna, strade che correvo non conoscendoti.. bambina..
cerco quel posto che tanto ho amato.. quel posto magico che mi ha cresciuta..
li seduta a pensarti, a pensare di portarti con me..
.. E mi ritrovo donna, seduta su quella tomba che tante lacrime di figlia bambina ha raccolto.. mi ritrovo li a chiedere un aiuto.. a piangere un dolore che non posso sopportare.. parlo ad alta voce come se lei potesse sentirmi.. pregando che possa farlo..
.. E mi ritrovo donna che con l'ingenuità di una bambina aspetta il tuo ritorno..

   1 commenti     di: Giada..


Non ti credo

Amata Giulia, mi consideravo abbastanza bravo, impugnando a costruire delle capacità nel capire quelle tue parole. Eppure quando si tratta di percorrere abbagli sottomessi d'amore, perdonare è più difficile. Il nostro attaccamento apparente, fa finta di unificare gli sguardi, già spacciati, a causa di un bene da noi spezzettato. Ciò nonostante il consueto vigore, di tutto quello che mi appartiene, anche i miei soliti familiari turbamenti, i zuccherosi pensierini, i tanti momenti di vita vissuti ancora adesso, vicino a te. Spesso ho la sensazione che presentino un'aggressività, per i tuoi comportamenti, senza interruzione, trascinandomi via con le tue solite falsità. La tua massiccia perplessità. Altre volte, fingevo di credere che era frutto della mia finzione. Negli ultimi tempi, non sono stato bravo, per mandare a fondo negli abissi più lontani e nascosti, quelle parole che non ho mai avuto il piacere di pronunciarti, quando per parecchie ore a volte siamo rimasti ad osservarci senza aprire bocca. Sfornito di timore faccio un salto e mi piombo in quel lasso di tempo, vissuto in mezzo a coccole e parole dolci. Adesso ho paura di non nutrire la certezza, di dirti la verità, tenuta nascosta in segreto dentro a quel mio sentimento, ho la netta sensazione che qualcosa è fuori posto. E con mio grande stupore scopro che c'è quiete, c'è ordine e pace. Gradisco di restare semplicemente qui, sopra questa catena di monti, denominato amore, e rimango in ascolto di questo silenzio così rumoroso, così presuntuoso nel suo essere risoluto, obbliga rispetto al disordine successivo. In realtà, gioia e fiducia, forse s'incontrano qui, in questo luogo chiamato amore. Mi meraviglio che non ci sia un fruscio di preoccupazione, di agitazione, di costante clamore, qui su fra queste montagne. I miei pensieri lottano furtivamente, nell'occhio del ciclone. Appaiono passioni che sono tutt'altro rapportabili alla calma. Erano presenti fra noi sentimenti come la passional

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   0 commenti     di: giovanni barra


Spiegatemi cos'è

Ho sempre pensato che l'amore fra due persone fosse una bella storia immaginata dagli uomini per rendere meno cruda e dura la realtà. Perché la gente fa presto a dirsi ti amo, a passare anni d'abitudine e di convivenza, e così pian piano la routine diventa affetto, un affetto molto forte, che chiamiamo convenzionalmente amore. Prendersi cura l'uno dell'altro. Ma, ora che ci penso, io cerco nel possibile di prendermi cura di tutti. Significa che amo tutti? Certo che no. E allora cos'è? Sarà per caso quel sentimento che si prova quando aspetti tanto tanto di vedere una persona? No, nemmeno, sarebbe troppo vasto l'elenco.
E a questo punto non so nemmeno se centrino farfalle nello stomaco o cose simili. Sarà che io, campane che suonano al primo bacio, non ne ho mai sentito, ma ho seria difficoltà nel credere a questo mistico sentimento amoroso che unisce un uomo e una donna, o una donna e una donna, o un uomo o un uomo o chicchessia.
Io non ho bisogno di nessuno.

Mi è capitato una volta di pensare giorno e notte ad una persona. E ancora oggi mi viene il groppone se ci penso. Sapete, lei era il mio chiodo fisso. La sognavo, e cercavo in ogni modo di catturare la sua attenzione. Ogni volta che la vedevo mi sentivo morire dalla felicità, e ogni volta che lei considerava più gli altri che me, tornavo a casa con uno strano senso di incapacità. Non riuscivo a dire cose intelligenti in sua presenza, avrei fatto qualsiasi cosa mi avesse chiesto. Eppure, arrivato il momento della confessione della mia attrazione, sono diventata solo un'ombra. E così il mio cuore è stato calpestato brutalmente. Sì, ci ho sofferto, e sì, trovo ancora che sia bella. Ma riesco a vederne i difetti, ora.

Era per caso quello l'amore? E se così fosse, quale assurda ingiustizia ha voluto che io amassi lei, lei amasse un'altra e un altro amasse me?
Ma no, non era amore. Ve lo dico io, non lo era. Perché l'amore si fa in due.

E allora cosa diamine è questo amore? Perché v

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   6 commenti     di: Elena


~ Fuoco e Ghiaccio

La fioca luce dello schermo illuminava appena l’angusto spazio dell’appartamento.
Il lento alternarsi delle immagini creava un effetto chiaroscuro sulle pareti color panna, le persiane della finestra leggermente socchiuse lasciavano penetrare quel tanto che bastava di tenue ombreggiatura da far apparire surreale la fosca atmosfera.
Stavo rannicchiata al centro del letto sotto una morbida coperta color cielo, distesa su di un fianco per scorgere la pallida schiena di lui.
Era a pochi passi da me, accomodato sulla sedia di fronte alla scrivania, intento a superare quel dannato livello a WarCraft. Quella sera però non avrei insistito per distogliere la sua attenzione dal gioco, magari chiedendogli di guardare un film con me o comunque di farmi un po’ di compagnia. No.
Chissà perché in quel momento non desideravo altro che rimanere così, immobile, a fissare le ombre che addolcivano le linee dei suoi fianchi e delle spalle, i folti capelli ricci che risplendevano mistici al bagliore bluastro del monitor come fossero dotati loro stessi di false sembianze.
Non saprei dire quanto tempo passai a studiarlo così intensamente, talmente ne ero stregata. Forse mi ero pure addormentata un paio di volte, ma il peso della stanchezza non mi aveva ancora sopraffatta a tal punto da indurmi a cedere.
I pensieri mi affollavano la mente, tanto da non accorgermi del suo spostamento finché non sentii il segnale di spegnimento del computer e il materasso che cedeva lievemente sotto di lui. Sta di fatto che in un istante mi fu accanto.
Ebbi un tremito quando mi sfiorò appena il braccio. Lui così caldo, io così gelida.
“Hai freddo? ”, mi chiese in un sussurro.
Persino la sua voce suonava più deliziosa del solito.
Scossi la testa, ma mi avvolsi più stretta alla coperta.
Si stese accanto a me, sotterrandosi a sua volta sotto le coltri di spesso cotone, e mi fece rotolare sul fianco opposto con nonchalance; le sue braccia mi circondarono dolcemente e il suo c

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   1 commenti     di: Ilaria Varese


Donne in vendita

DONNE IN VENDITA

Il mondo contadino è quasi scomparso, e dove c'erano i campi di grano ora ci sono fabbriche e stabilimenti.
Ma fino al 1960 l'attività principale qui era l'agricoltura e uomini e donne lavoravano nei campi. La vita era differente: senza macchine, le persone andavano più lentamente. Le notti erano silenziose, rischiarate dalla luna e dalle stelle.
Semine e raccolti fatti a mano richiedevano molto tempo, rendevano poco e c'era molta miseria.
Tutto era completamente differente: il modo di lavorare, di divertirsi e di pensare. Per esempio, durante quegli anni il sesso femminile aveva meno valore. I bisogni principali erano il mangiare, i vestiti per coprirsi e la legna per scaldarsi in inverno.
La nascita di una bambina era considerata una sfortuna. La donna rende poco al lavoro, mentre il maschio lavora e guadagna. Molte donne vendevano la loro vagina per pochi soldi, allo scopo di procurarsi da mangiare; alcune ragazze vendevano il loro sesso per comprarsi un vestitino, o un paio di calze o un rossetto
Brunetta è una ragazza povera che proviene da una famiglia di contadini con tante figlie da sfamare. Un pomeriggio l'ho conosciuta a una sagra, le ho pagato un gelato e quella sera lei si è lasciata spogliare.
Quando la ragazza fu nuda mi domandò con grande apprensione: "Ti fa schifo?"
La sua vagina ricoperta di molti peli umidi che odoravano di urina e sudore, non era una bellezza.
Naturalmente le risposi: "No! È meravigliosa."
E quella ragazza ingenua imparò velocemente che gli uomini sono molto affamati di sesso femminile.

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Un po' alla volta i fantasmi del mondo contadino sono scomparsi e sono arrivati i demoni del mondo industriale.
Nella civiltà industriale gli uomini sono ricchi e possono comprare tutto, anche il sesso femminile. Senonchè anche le femmine sono ricche, e possono soddisfare i loro capricci senza i regalini degli uomini.
Adess

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   0 commenti     di: sergio bissoli


L'amore è

Era una mattina fredda ed eccessivamente silenziosa. Nei giorni precedenti aveva piovuto molto. Le pozzanghere che si stiracchiavano sul selciato ghiaioso del cortile, sembravano macchie lucenti di colore scuro che rispecchiavano il grigiore del cielo. Leo si stava rilassando sull'amaca del giardino, guardando le grosse nuvole che nascondevano la bellezza dell'infinito cielo. Era un ragazzo riservato, poco curato, ma all'apparenza carino e docile, aveva i capelli di un nero che faceva risaltare il verde dei suoi meravigliosi occhi quasi a mandorla per via delle sue origini. Era alto, e un po' trasandato. A lui non piaceva stare al c'entro dell'attenzione. Quando lo conobbi aveva 19 anni. Non credo di poter mai dimenticare quel giorno di primavera veneziana, era lì con i suoi occhi bassi, tipico di una persona timida. Attirò subito la mia attenzione, per il semplice fatto che apparì ai miei occhi DIVERSO, e per un attimo sentii una fitta alla pancia, proprio quando mi degnò del suo tenero sguardo. I giorni passarono e il fatto di incontrarlo sempre più spesso mi permise di avvicinarmi. A volte lo incontravo alla fermata del bus sotto casa. Scambiavamo poche parole seduti sulla panchina, ma percepivo che il mio interesse per il suo cuore e la sua mente era fortissimo. Una sera del mese di ottobre, finalmente, si decise ad invitarmi a cena fuori. Accettai senza pensarci due volte. Quando mi venne a prendere rimasi sbalordita del ragazzo che vidi. Non sembrava il Leo timido che vidi la prima volta, si era trasformato. I suoi capelli neri presero una piega diversa, i suoi occhi sembrarono sorridermi e ora erano puntanti quasi fieri su di me senza batter ciglio, come per mostrarmi la sicurezza che ha nel mostrami chi fosse. Rimasi senza parole che da uno stile quasi trasandato passò ad un estrema eleganza. Fui sbalordita ed estasiata. Tutto passò piacevolmente tra risa e racconti, racconti della sua vita, della mia, aneddoti e pazzie. Scoprii molto di lui e gli fec

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   3 commenti     di: Martina



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