username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

Racconti amore

Pagine: 1234... ultimatutte

La scelta di un uomo

Sono contento di non poterti vedere oggi così non mi tormenterai il cuore.
Esco da questa casa buia e disordinata, odio l’odore delle pareti dipinte dalla tua nostalgia, è solo persino il divano ora che non ci sei il mio poltrire non è più riposo, non un dispetto e non pigrizia è solo noia e inettitudine. Ho chiamato Cristiana stamattina le ho detto che avevo voglia di uscire. La gatta la lascio a casa per un giorno non sentirà la mia mancanza, scusa so che ti da fastidio quando la chiamo gatta, la Kelly ma poi Kelly che nome è? Non è il nome adatto a un gatto ma l’hai scelto tu e tutto quello che scegli tu mi piace. Ho voglia di sentire una voce sensuale, una donna che parla anche se non sa parlare di niente, una che non sa tenere una conversazione intellettuale perché sarebbe troppo noiosa, una donna lontana anni luce da te e dal mio cuore, una che non ti assomiglia.
Ci siamo dati appuntamento in piazza Duomo, dove quando aspettavo te la prima volta c’era un negozio che non c’è più, l’hanno chiuso qualche anno fa. È arrivata. Devo ammettere che la sua eleganza è imbarazzante, non ho fatto neanche la barba, ho messo il primo pantalone che ho trovato e la mia maglietta non è nemmeno stirata bene, anzi non è stirata e basta. Forti queste donne tanto amiche e poi… è proprio odiosa questa Cristiana ma non m’interessa la uso come lei usa me, infondo è per lei che te ne sei andata e ora che mi chiedi una pausa di riflessione io rifletto in sua compagnia perché da solo non ce la faccio e ora che tu sei chissà dove e chissà con chi magari stai anche piangendo magari anche tu sei a farti consolare da qualche avvoltoio io rifletto accarezzando un seno senza calore, un corpo senza emozione. Che sapore ha il tradimento quando lei non ti può vedere? Lo sto assaporando in questo momento, non fa male è sotterrato dalla rabbia lei con il mio pancione se ne va su due piedi senza darmi altre possibilità mi lascia al buio in quella casa sapend

[continua a leggere...]



Elena

Nel mio cuore sei presente anche se ci separa una spessa coltre di dinieghi e lunghi kilometri.
La tua assenza morde con la voracità d'una vena tagliata, una parola che fischia all'orecchio.
Non posso chiamarti, anima mia.
M'aggrappo all'eco della tua voce nei labirinti bui della memoria, e subito è più dolorosa questa attesa incerta.
Resto ogni notte davanti alla candela, osservo la luce che trema nel terrore che si spenga perché solo tu hai i fiammiferi.
Rammenti la nostra notte, quando stretti e scivolosi di sudore ci cercavamo l'anime sotto la pelle?
Ricordo i tuoi occhi lucidi di una felicità acquosa, un sogno concreto che non svanisce più alla luce dell'alba.
"Poggia- dicesti- la tua stanchezza sul mio petto, e perdonami se non ho altro da offrire."
Ah, angelo, cosa mi manca essendo amato? Mi nutre solo il battito del tuo cuore.
Ti chiesi se potevo rifugiarmi in te. "Sciocco amore mio- sul tuo viso apparve un sorrisetto materno- Sei dentro me da tempo ormai, al caldo, al sicuro."
Sei partita al mattino, proprio come i sogni, sopra un treno che va più veloce del mio sguardo e troppo più lento del mio desiderio.
Sei andata ancora a nasconderti da me.
Vuoto, cammino scalzo sui vetri dell'attesa, il mio cuore non pompa sangue, grida il tuo nome.
La mia sete s'abbevera alle lacrime mentre rifuggo tutte le persone che non sei tu, per nessun altro c'è posto.
Cado in ginocchio su una disperazione rovente e odio, odio tutto il mondo che ci tiene lontani.
Ho promesso, aspetto due persone: o te o la morte.

   3 commenti     di: Noir Santiago


Sera paesana

Ci sono alcune cose belle in questo mondo. Poche ma ci sono: un tramonto di agosto, una notte di luna, i meli fioriti, i campi di grano
Nella marea di brutture, ci sono alcune cose belle in questo mondo Una di queste è sentire arrivare la sera d'estate in un piccolo paese di campagna. Non è una sensazione semplicemente bella: è divina e meravigliosa.
In cielo la luce si attenua e cala il gran caldo della giornata. La piccola piazza di Bonavigo prende un colore celeste. Gli alberi frusciano, le ombre si allungano. Le grida dei bambini che giocano sembrano diverse: più acute e isolate, con un tono disperato, forse perché i giochi sono quasi finiti.
La piazza è attorniata da casette vecchie e basse, con i vasi di gerani sui davanzali delle finestre. Da dietro le tendine intravedo alcune ragazze che spiano. Occhi con sguardi furtivi, capelli lunghi, silhouette sinuose di vestaglie semitrasparenti
Intorno a me il paese vive, soffre e sogna una sua vita misteriosa e segreta che a volte, solo a tratti, io riesco a percepire.
La sera si fa più profonda, più silenziosa; la luce cala sempre di più e nel cielo ancora chiaro è comparsa la luna. Si accendono alcune lampadine. Gli alberi frusciano più forte e la brezza porta una sensazione di fresco. Odo il ticchettio dei passi di una donna sul marciapiede.
Dall'osteria provengono le grida di un ubriaco. Dalle case arriva il tintinnio leggero dei piatti e dei cucchiai.
La campana dell'orologio batte le ore. Il tempo scorre veloce. L'oscurità si diffonde per le vie e spegne i colori della piccola piazza paesana. La sera sta per finire e dilaga lentamente la notte.

Luglio 2002

   2 commenti     di: sergio bissoli


Il seminatore d'amore

L'orologio ha appena battuto l'addio al Secolo dell'egoismo, dell'abominio, del bellicismo, del sangue e delle lacrime che, la rigente notte coglie in un superbo caseggiato il vagire di Davide, il primogenito del Duemila.
Cresce tra poltroni ed efferati, sfarzosi e smargiassi, tra chi non sciupa lo sciapo pasto d'un poverello e chi non solleva chi a terra intriso giace.
I bambini, suoi coetanei, sulle orme paterne, hanno orecchi turati al suo continuo implorare a non battere la strada del peccare. "È dall'igiene del cuore che sorge il primo raggio d'amore" - ripete loro senza alcun minimo riscontro.
Povero Davide! È inutile spronar a chi ignaro è l'amare!
Il cuore sente stringere. Non tollera subire cotanta indolenza Davide, non è raggiante se non divide la merendina col compagno di banco, o non sminuzza del pane per i passerotti, o non lascia un po' della sua minestra per un randagio micetto.
Solingo... sparge il chicco della carità nel solco della miseria, il chicco del sollievo nel solco della tristezza.
Solingo... è nel parco a spingere la carrozzella d'un diversamente abile, in ospedale ad imboccare del cibo ad un degente in un supermercato per la spesa d'una vecchietta.
Da tutti, per il cortese servigio, piovono mance.
Un bel gruzzoletto da scialacquare? Non, per Davide, il denaro non compra che un oggetto, vende la brama di una persona.
La sua brama non è il gelato o il cioccolato, il calcio balilla o il flipper. È debellare il morbo della sofferenza. È comprare la coperta al barbone che dorme sotto una pensilina della stazione, le scarpe, un cappotto per chi ne è sprovvisto...
Vincolato a seminare chicchi di bontà, Davide transita dalla fanciullezza all'adolescenza.
Un meriggio, nel prodigarsi ad interrare in un ciglio della strada un cucciolo, vittima della sbadataggine umana, gli apparve "CHI" un dì, tracciò la Via del probo cammino.
È Davide il preferito del Divino Padre, il delegato a rendere felice l'emarginato, a piegare alla

[continua a leggere...]



Cambiamenti

Io sono un uomo ipersensibile, sono un Poeta. E un poeta è uno che vede molto in profondità, che sente con maggior intensità.
Perciò non posso essere felice nella vita. Non sono come gli uomini normali, quelli che mangiano, che montano e dopo sono soddisfatti.
I Poeti vogliono di più; chiedono di più; si interrogano di più; osservano e criticano di più. Sono uomini problematici, complessi, introspettivi, che non si accontentano di una visione superficiale della Realtà. E così scoprono i difetti, i microbi, le incongruenze, e perciò soffrono.
Con la loro sensibilità acuta, i Poeti scavano sotto la superficie della Realtà, frugano nelle emozioni, nei sentimenti, negli altri e dentro loro stessi.
Talvolta, quando scopro le brutture della Vita, vorrei non averle mai scoperte. Ma la realtà è superiore a qualunque illusione. E allora scarto, allontano, discrimino, separo.
Ho scartato l'amicizia, l'amore, le donne, il sesso Scartando il sesso, l'amore e le donne, che cosa resta?
Ho scartato Dio, le religioni, l'arte, le ideologie. Scartando tutto questo, che cosa resta? Che cosa resta? Ma devo scartare queste cose, devo rifiutarle poiché sono false, sono trappole vili e pericolose.
Ho scartato la famiglia, il lavoro, il denaro, la vita
E adesso che cosa resta? Restano i ricordi, a cui aggrapparsi.
Perché la realtà non è stabile, è un perpetuo fluire, un eterno cambiamento. E questo è proprio quello che rimane: il cambiamento, il doloroso cambiamento.

Giugno 2003

   0 commenti     di: sergio bissoli


Parlare al tuo cuore

Se potessi parlare al tuo cuore gli direi che mi deve un casino di ore.
Se potessi parlare al tuo cuore gli direi però che non le rivoglio indietro.
Se potessi parlare al tuo cuore mi limiterei a sussurrargli.
Se potessi parlare al tuo cuore lo metterei in comunicazione con il mio, poi se le vedano tra loro.
Se potessi parlare al tuo cuore gli direi di sabbia, di mare e di aquiloni.
Se potessi parlare al tuo cuore ci brinderei al giorno in cui ci siamo conosciuti.
Se potessi parlare al tuo cuore gli direi che il tuo è il nome più bello del mondo.
Se potessi parlare al tuo cuore gli direi che sei il primo pensiero quando mi sveglio, e l'ultimo prima di addormentarmi.
Se potessi parlare al tuo cuore, forse, il mio si fermerebbe.
Se potessi parlare al tuo cuore gli parlerei di amore, di passione e di un uomo che a star senza, a momenti, ci muore.

   6 commenti     di: Moment


Il mio Garofano

Sul ciglio della strada lei era lì, ad aspettare forse una risposta dalla vita, o semplicemente che qualcuno come me si facesse avanti. La pioggia batteva forte sulla città ed uno stormo di uccelli osava affrontare le nubi dopo un temporale. Lei ferma, tremante, insicura dei suoi passi con lo sguardo perso tra la folla, sguardo che si rifletteva limpido in una delle tante pozzanghere, ed io aspettavo con ansia l'occasione giusta per darle il mio regalo, un fiore di acacia. Scesi dalla macchina, un ragazzo si stava avvicinando a me e credendo che mi volesse strappare dalle mani il mio cavallo di battaglia, lo strinsi forte tra le mie braccia e iniziai a correre, ma il bambino sparì nelle ombre del pomeriggio. Una macchina mi coprì la visuale, la persi di vista, non solo quella ma anche il senso di orientamento, mi trovavo al centro dei miei pensieri, scoperto alle malvagità del mondo esterno, mi feci forza e girando la testa a caso in una qualsiasi direzione, la rividi, ma era con un altro.
Caddi a terra in ginocchio, in lacrime, pensando ai tre anni trascorsi a corteggiarla di nascosto, anni che vidi passare davanti ai miei occhi specchiandomi nella pozzanghera che bagnava i miei piedi, pozzanghera colma dei miei peccati da cui emerse il trionfante garofano a righe ed un lampo squarciò le nubi a metà.

   2 commenti     di: Alessio



Pagine: 1234... ultimatutte



Cerca tra le opere

Racconti amoreLa pagina riporta i titoli delle opere presenti nella categoria Amore.