Alle soglie del nuovo millennio la scienza, nonostante abbia fatto passi da gigante portandoci gli amici in casa (social network) e il telefonino al posto della testa (mente elettronica), non è ancora in grado di far tornare i conti sull'universo (in espansione), forse perché la nostra testa (materia grigia in evoluzione), ormai, è sempre più in involuzione per l'insania delle guerre (finanche religiose), delle droghe (lo sballo giovanile), delle mode (il selfie/autoscatto) e, proprio di recente, per il marciume dei tagliagole.
E così, in riferimento all'universo (pianeti, stelle e galassie), tra materia oscura (22%) e energia oscura (74%) abbiamo ancora tanto da scoprire, mentre per quanto concerne la nostra testa, a parte l'area sensitivo/motoria corticale (14%), gran parte della nostra corteccia cerebrale (aree associative per circa l'86%) è ancora tutta da esplorare e, pertanto, siamo praticamente a zero.
Per far tornare i conti sull'universo Einstein, la mente eccelsa per antonomasia, fece ricorso alla costante cosmologica (errore madornale a suo stesso dire), mentre il sottoscritto per spiegare questi ammanchi universali, con una mente del tutto normale, fa ricorso alla luce della fede (eccelsa cultura ereditata da un padre con la 5a elementare!) e, in virtù di tanto, il peccato originale, presunzione della mente egoistica (Eva) dopo l'afflato vitale (Adamo), con il conseguente difetto della macula oculare non ci permette una visione completa del creato... di tutte le cose visibili e invisibili.
Adesso, sempre ragionando terra terra con una mente normale, se l'umanità è un magico impasto di spirito e materia, in caso di morte (corna facendo per i superstiziosi!), come è naturale il corpo lo lasciamo sulla terra ma la nostra benedetta entità spirituale (l'anima non è campata in aria ma campa in aria!) potrebbe rappresentare proprio la materia oscura (il 22% dell'inferno dantesco!) e l'energia oscura con quel suo 74% tra purgatorio (per gran pa
Il cellulare squillò e lo smilzo dopo aver letto l'autore della chiamata rispose: "Cosa c'è?"
- C'è un problema...
" Senti, Carolina, ti sembra questo il momento? Sto per ricevere un altro Premio. Cerca di non rovinarmi la
giornata. Che c'è?"
- Sai Teresa com'è: salta di qui, salta di là, ha saltato la virgola!
"Ma che cazzo stai dicendo? Vuoi essere licenziata, o essere confinata al Call Center?"
- No. Non sto scherzando. Teresa ha fatto un pasticcio. In questo momento ci sono migliaia di clienti con il conto in rosso che presto ci chiederanno danni da tutte le parti d'Italia.
Lo smilzo, detto Sorriso, famoso per i suoi sorrisi da Destra, quanto da Sinistra. Un sorriso camaleontico che gli aveva permesso di incrementare il suo buonumore e il volume del suo portafoglio.
"Umhh... qui ci vuole un'idea geniale. Dobbiamo inventarci qualcosa!"
- Dottore, potremmo dire che c'è stato un errore contabile. Chi ce lo potrà obiettare? Esiste un presuntuoso capace di affermare che l'uomo è una macchina incapace di sbagliare?
"No! Meglio dare la colpa all'avvicendamento tecnologico. Nessun errore umano. Ne usciremo alla grande senza tirare in ballo uffici, filiali, o divisioni. E soprattutto non faremo nomi."
- Diremo che c'è stato un abbassamento della linea sul nostro circuito, così non faremo il nome di Teresa!
"No, Carolina. Diremo una cosa che nessuno potrà capire e sulla quale non riceveremo domande. Diremo che il problema è stato causato da un alleggerimento della piattaforma."
- Ma che significa?
"Nulla! Ma nessun giornalista che ce lo chiederà, pur di non sembrare ignorante. Cerca di capire che non serve essere precisi nel raccontare i nostri errori. La realtà va plasmata secondo il nostro volere. Questa è l'unica, vera, "mission" che sta al di là e al di sopra di ogni nostro obiettivo."
- Ah! Dottore, devo comunicarle una buona notizia! I colleghi della sicurezza hanno identificato e acciuffato
con la Polizia Postale, i pirati che i
La sveglia per me era alle sei anche se Lui pensava che mi svegliassi alle sette, quando lui era già sveglio io facevo finta di dormire per non togliergli il piacere che provava a vedermi dormire.
Mi svegliavo e mi sgranchivo le ossa, allungavo le gambe mentre lui non se ne poteva ancora accorgere e facevo tutta una serie di movimenti per liberare il corpo dal sonno, aprivo gli occhi, lo guardavo dormire e infine mi giravo su un lato e aspettavo che lui si svegliasse.
Si svegliava sempre un po' dopo di me ma io gli lasciavo credere che si svegliasse prima lui. Faceva tanti sacrifici e non volevo togliergli quel piccolo piacere che a me faceva molta tenerezza.
La mia giornata tipica era questa più o meno.
Sveglia alle 6, stare a letto fino alle sette, alzarsi e fare colazione con Lui, salutarlo prima che andasse a lavoro e stare a sistemare la casa.
Casa. Abitavamo al terzo piano di un condominio davanti a cui c'era un condominio gemello, quasi una pessima imitazione delle Torri Gemelle.
Era un'abitazione piccola ma decorosa e ci tenevo molto che fosse sempre in ordine e pulita, era il mio piccolo vanto, un modo anche per tenere occupata la mente.
Tenere la mente lontana dai problemi perché di quelli ce n'erano sempre stati.
I miei occhi somigliavano molto ai suoi, potrebbe sembrare un caso ma gli occhi azzurri sono un gene recessivo come spiegava il prof. di biologia al liceo.
Al liceo avevo conosciuto suo fratello che ora è mio cognato ma che un tempo era pure mio cugino.
I miei occhi si assomigliavano ai suoi perché eravamo cugini di primo grado da parte di madre, con suo fratello eravamo cresciuti insieme ma Lui invece ha sei anni più di me e non c'eravamo quasi mai visti, impegnati con la scuola prima e poi io con l'università e lui con il lavoro.
C'eravamo innamorati la sera del mio ventesimo compleanno, tutta la famiglia era invitata e pure lui che io non volevo invitare, che io vedevo come un estraneo (ero sempre stata un po' sulle mie in fa
Il vento caldo dell''estate invita al disimpegno. Perciò oggi parliamo di moda. Lo spunto è il bizzarro défilé di un giovane stilista di cui si è già parlato a causa del suo stato confusionale. Giacche da uomo di almeno tre taglie in più, mutande sopra i calzoncini corti, calze di nylon a mezza coscia, ed altre amenità del genere. Non voglio rubare il mestiere a sociologi, psicologi, storici e critici del costume. Ed è chiaro che gli stilisti di oggi, a corto di idee e mancando di vera stoffa, lanciano sempre più spesso discutibili provocazioni. Talvolta sorge perfino il dubbio che si divertano alle nostre spalle prendendoci per le natiche. In ogni caso, i loro sono stimoli che scaturiscono da fermenti e tendenze più generali. E sono destinati a influenzare, in un modo o nell'altro, l'abbigliamento quotidiano della gente comune. Lasciamo quindi ad ogni generazione il suo modo di vestire. Di esprimersi. È tutto nell'ordine naturale delle cose. E, se anche creatività ed estetica lasciano a desiderare, viva la differenza e la libertà!
Questo però non impedisce di dire che gran parte della moda dagli anni novanta in poi mostra una mancanza crescente di equilibrio e armonia. Una ostentata imperfezione. Segno, più che di contestazione dell'ordine costituito, di disordine mentale. Confusione. Assenza di un "centro di gravità permanente". E soprattutto di idee in linea con i canoni classici della bellezza. Ma neppure tanto nuove, stimolanti e originali da essere assimilabili ai fermenti del modernismo. Semmai molto più vicine al caos di un tardo postmodernismo che, pescando un po' qua e un po' là, ha mescolato e agitato tutto partorendo cocktail di contraddizioni kitsch in ogni campo. Quanto a come vestono le donne, che dire: in giro si vede di tutto e di più. Miseria e nobiltà. Valorizzazione del corpo e umiliazione masochista. Poca esaltazione e tanta mortificazione del fascino e del sex-appeal. E gli uo
PREFAZIONE
LA LUCE DELL'ANIMA
(secondo la profezia 21/12/2012 dei Maya)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il 21 dicembre 2012 è la data del calendario gregoriano nella quale secondo alcune credenze e profezie, prive di qualsiasi rilievo scientifico, si dovrebbe verificare un evento, di natura imprecisata e di proporzioni planetarie, capace di produrre una significativa discontinuità storica con il passato: una qualche radicale trasformazione dell'umanità in senso spirituale oppure la fine del mondo. L'evento atteso viene collegato temporalmente alla fine di uno dei cicli (b'ak'tun) del calendario maya.
LA LUCE DELL'ANIMA è il libro natalizio della nuova era secondo la profezia dei Maya rivelata a Maiello che scrive il bene (l'amore), fa leggere il bello (alla luce della coscienza) per credere il vero (della Mente Suprema)!
E pertanto il 21 dicembre 2012 inizia l'era spirituale (ultrapallio) con l'uomo cosciente che prenderà il posto del rimbecillito homo sapiens (neopallio)!
LA LUCE DELL'ANIMA, "novella" arca di Noè, introduce (con le sue scale cognitive) e traduce (con le sue poesie istruttive) l'era spirituale alla luce dell'anima (triplice coscienza: vigile-cogito ergo sum/Cartesio, consapevole-amo e sempre sarò/Maiello e morale-gnothi sautòn/Socrate)
che ci donerà il genoma eccelso...
condensa spirituale/Maiello
sulla scala elicoidale/Wilkins
con base comportamentale/Paul Mac Lean
per realizzare il paradiso terrestre, sin d'ora all'alba della nuova aurora, con la vera umanità a immagine e somiglianza divina dopo aver attinto la luce dall'albero della vita (Gesù Cristo) e della conoscenza del bene e del male.
La luce della cellula spirituale (pensiero, amore e coscienza), evoluzione corticale (corteccia associativa), dissolverà così la macula oculare (peccato naturale) e si renderà visibile nel suo candore (scala della conoscenza e luminosità: cogito/grigiore, ragione/splendore, intelletto/bagliore, sapi
Sono nato nel 1946. Tecnicamente non so a quale generazione appartengo. Io l'ho sempre definita la generazione dell'immediato dopoguerra. A quanto pare, la moderna sociologia parte dopo, con la generazione X, per indicare tutti coloro nati tra i primi anni Sessanta e i primi Ottanta. Prosegue con la generazione Y (la cosiddetta generazione dei Millenial) per indicare gli individui nati tra i primi anni Ottanta e il 2000. E, probabilmente, procedendo per deduzione, penso che oggi parlerà di generazione Z, per definire i nati dopo il 2000. Salvo, nel frattempo, non abbia inventato un nome più fantasioso. Da ciò si deduce che noi, generazione dell'immediato dopoguerra, siamo ormai trapassato remoto. E fra non molto definitivamente trapassati.
Quanto sto scrivendo serve come premessa a tutto ciò che pubblicherò d'ora in poi, che in qualche modo riguarderà la nuova realtà in cui viviamo: l'Infosfera. Cioè tutto il globo terracqueo come lo abbiamo conosciuto sugli atlanti e dalle foto dallo spazio, più la rete delle interconnessioni dovute alle invenzioni della ICT ( Information Communication Technology) che oggi avvolge l'intero pianeta. Se tutto questo vi sembra cinese, non preoccupatevi, lo era anche per me. E, per almeno il 90% lo è ancora. Ma credo che dovremo abituarci a questa idea e alle nuove parole. Soprattutto ai nuovi concetti che si susseguono a ritmo sempre più vertiginoso, se non vorremo essere completamente emarginati. Esclusi. Invisibili. Dimenticati. Tra noi del '46 e la generazione Z non ci separa solo più di mezzo secolo ma, anche se è difficile concepirlo e magari non sempre ce ne accorgiamo, viviamo entrambi in un ossimoro: due dimensioni che corrono parallele e interagiscono intersecandosi di tanto in tanto. Per scambiarsi tiepidi segnali. Di conseguenza abbiamo due modi assai diversi di vedere lo stesso mondo e quella immensa rete che lo avvolge. In ogni caso: benvenuti nell'Infosfera!
E adesso, come antipasto, cominciamo p
Con una mano sulla fronte, Sabina si era svegliata con un nodo alla gola. La discussione avuta ieri nel tardo pomeriggio con Ira, l'aveva fatta riflettere. "Giù senti, oggi a lavoro non vado... mi sento poco bene." - "Va bene ma hai la febbre?" - "No, tranquilla, è solo un po' di stanchezza... sono esausta" Rispose Sabina ritornandosene a letto. Giulia chiuse delicatamente la porta della camera di Sabina e andò a lavoro senza fare troppo rumore. Mauro, Roberto e Ira erano già al distretto... Ira vide il commissario e andò a parlargli per la missione che aveva fatto ieri con Giuseppe e Vittoria. "Buongiorno Ira, mi dica!" - "Buongiorno! No niente, volevo solo dirle che ieri sono stato a casa della ragazza che ora stiamo seguendo io, Vittoria e Giuseppe..." - "Beh, novità?" - "Non molte, se non che ha detto milioni di volte che quel lavoro lo voleva fare e che nessuno l'ha costretta. Ma io penso che menta spudoratamente." - "Anche io... per ora mi tenga informata sui suoi spostamenti. Appena avrà abbastanza fiducia in lei e nascerà un legame, sicuramente qualcosa le dirà." - "Va bene Commissario..." - "Ira?" - "Sì commissario?" - "Può portarmi un bicchiere di caffè per favore? Stanotte non sono riuscita a prendere sonno, in più mia sorella Sabina non è neanche andata a lavoro oggi... non so che le è preso. È strana in questi ultimi giorni. Forse sono io che sbaglio... forse non sono molto presente nella sua vita e magari non mi accorgo che i suoi occhi hanno bisogno di me." Disse Giulia. Ira rimase un po' bloccato sentendo il nome della sorella ma dopo un po' riprendendosi, rispose: "Io penso che lei sappia fare il giusto dovere da sorella. E per me, nessuna di voi ha colpe. Non le parlo da ispettore, ma da amico... Sua sorella avrà avuto bisogno di riposarsi, forse... La fatica del lavoro può stressarti... è alquanto normale. Ma poi lasci che le dica una cosa: Io penso che ora avreste bisogno entrambe, di una serata per voi. Di una serata diversa,
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