username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

Racconti fantastici

Pagine: 1234... ultimatutte

Un'allegoria? ma anche no!

"Buongiorno Dottoressa! gli amici mi hanno consigliato di venire al suo studio, fosse stato per me! Ah, lasciamo stare; hanno detto che forse lei mi può aiutare! liberare! curare da questo male"
"Prego signore, si stenda, si metta a suo agio; faccia come se fosse a casa sua;
dica pure, mi racconti di questo suo terribile e incurabile male"
"Dottoressa mi scusi ho capito bene? Posso fare come mi pare, come se questa fosse casa mia?"
"Si ha capito bene faccia senza temere, si stenda sul divano e si spogli di tutte le paure..."
posteri direte poi se ho sbagliato! ma davanti a quel invito io cosa avrei dovuto fare? Se non fidarmi dell'istinto? infondo pensai, i tanti anni di studi le avranno insegnato a gestire ogni tipo di situazione probabilmente indagare fa parte del suo lavoro e qualcuno le ha già detto che amo stare nudo sul divano; così , accogliendo quel invito, ho denudato la mia persona, togliendo maschere, vestiti e mi sono lanciato sul lettino, pronto a mostrare tutto ciò che lei di me, chiedeva di vedere: non per vantarmi ma avrei tenuto per ultima la mia parte migliore ;-)
La dottoressa non disse niente ma vedendomi, si coprì arrossendo, gli occhi con le mani, e nonostante fosse nascosta, vidi nascere un sorriso che mi fece pensare che il posto era quello giusto, perché potevo finalmente mostrarmi realmente, senza problemi, per quello che ero.
cominciarono le domande e lei che prima era gentile, d'improvviso diventò seria, e qui si complicò la storia:
"Signore mi dica"
leggendo un foglio prestampato, che la costrinse a liberare gli occhi dalle mani;
"Chi la conosce dice che lei è matto! matto da legare! Ma mi sa dire da dove nasce secondo lei questa convinzione?"
senza, come una vera professionista, mutare espressione, quando con tono grave cominciò a parlare.
"Guardi, non lo so, sarà che amo dare fastidio, sarà che nonostante l'età sono un bambino dispettoso; sarà che faccio graffiti sui muri; sarà che ogni t

[continua a leggere...]

   1 commenti     di: Luigi Locatelli


L’Angelo

Ho visto un Angelo, di quelli che ancor vivono sulla terra. Quelli che ancor soffrono.
Aiutami, mi ha detto.
L’indifferenza che lo circondava era palpabile.
Il suo sguardo vagava sconcertato, pareva quasi chiedersi:
ma è questa la terra, son questi gli uomini? Per questo Egli è morto?
Il mondo intorno a lui correva, seppur non ve ne fosse bisogno.
Aiutami, te ne prego, non posso farcela!
Mi sono fermato.
Non preoccuparti amico, son qui per questo, tu riposati un momento.
Grazie, mi ha sorriso, ma rimango qui con te.
Sì, però riparati, piove dal cielo.
Poi ho aggiunto,
Che fai ancora sulla terra?
Sono in attesa, il mio cammino è ormai al termine. Lo vedi il mio tremore, percepisci la mia angoscia?
Sì, ho risposto.
Tutto questo è per voi, noi Angeli veniamo sulla terra preparati ad affrontare la vostra vita, ma quanto è difficile la realtà. I dolori sono tanti e le pene le carichiamo tutte su di noi, perché vi amiamo. Poi quando siamo noi ad aver bisogno, scappate e ci ignorate. Questi sono i momenti in cui la Sua collera può esplodere.
Continuando nel suo tremore ha aggiunto:
Tu oggi ti sei fermato, ho sentito distintamente tua moglie suggerirti, aiutalo, ed ho percepito la tua volontà di farlo. Ed ora sei qui sotto la pioggia, ad aiutare un Angelo bisognoso. Non c’è premio per questo, nulla, e tu lo sai.
Certo che lo so, ho risposto guardandolo, non mi aspetto nulla. Anzi non pensavo nemmeno tu fossi un Angelo terreno.
I suoi abiti bagnati, il tremore incontenibile, la saliva che gli usciva dalla bocca mescolandosi alla pioggia, ed il suo sguardo dolce, mi convinsero che non mentiva. Era proprio un Angelo, prossimo ad incontrare Dio.
Poi ho finito.
Ecco fatto, ora puoi ripartire.
Grazie, non ce l’avrei mai potuto fare da solo. Ti voglio ringraziare.
No, mi sono scandalizzato, non v’è bisogno.
Allora mi ha allungato la mano e stringendo la mia ha detto:
Grazie amico mio, ci ritroveremo io, te e lei in un'altra vita dov

[continua a leggere...]

   4 commenti     di: cesare righi


La tremenda profezia (prima parte)

Milioni di anni fa, prima che esistesse il mondo di oggi esisteva un mondo surreale e magico di nome Anec, dove i sogni più incredibili potevano divenire realtà. In questo mondo esistevano creature mitologiche che vivevano accanto agli uomini, c'erano molti piccoli re locali che governavano terre e popolazioni con leggi proprie a volte giuste a volte crudeli; e anche allora c'erano strenui difensori degli uomini e della vita: i cavalieri fatei, specie di maghi riuniti in un piccolo ordine che usavano cavalli fantasma e spade di energia generati dal potere del loro pensiero e conoscevano incantesimi vari. Alcuni di loro potevano anche divenire malvagi e compiere atti spaventosi e criminali per questo venivano radiati dall'ordine e definiti simka, cioè rinnegati o delinquenti.
I cavalieri fatei avevano due profezie che custodivano da secoli: la prima riguardava una grande rovina e prevedeva che un giorno un simka avrebbe preso il potere, sconfitto i cavalieri fatei e creato un impero di dolore e schiavitù, la seconda riguardava la redenzione del mondo e consisteva in tre parti: prima in un mondo corrotto dal male sarebbe nato un liberatore dal cuore puro, seconda dal male che infesta il mondo avrebbe tratto potere e conoscenze che avrebbe convertito in bene per poi liberare Anec compiendo un atto terribile, terza non avrebbe preteso di regnare ma anzi avrebbe portato nel suo cuore per tutta la vita un tremendo dolore. Questo racconto è la storia di come queste due profezie si avverarono
In un piccolo villaggio nacque un giorno un bel bambino di nome Parsek che rimase orfano e unico sopravvissuto a causa di una banda di briganti che devastarono il suo villaggio e ne uccisero gli abitanti. Venne raccolto da una fata di nome Arminenda che lo svezzò con latte soprannaturale e lo crebbe nel suo bosco incantato. A dieci anni venne affidato ad un cavaliere fateo di nome Mylvius, famoso per il suo valore che lo prese come apprendista e scudiero cercando di insegna

[continua a leggere...]



Ciao Pà

E tutto buio qua, qualche stella luccica in questo cielo nero, e la risacca di questo mare accompagna il nostro andare, la tua mano sulla mia... il tuo passo forte e deciso quasi non ti seguo, la tua voce... Le tue parole il mio cuore, sembra ieri che sei andato via, quante cose vorrei raccontarti... Ma forse tu già sai, sei sempre stato con me fra le lacrime e nella gioia... Quanta vita e passata da quei due tiri ad un pallone e le domeniche al mare col nostro carrozzone a far festa sotto l'ombrellone... ciao Pà.

   5 commenti     di: Giovanni...


I tre angeli custodi cap 4 l'annunciazione

E la seguente notte, la prima notte di plenilunio, Leira sentì, nel sonno, una voce imperiosa:
-“Alzati Leira, esci da questa casa e raggiungimi sul prato, presto, senza indugio!-“

Come fosse stata rapita da una sfera di luce, la piccola fata si ritrovò, ancora con gli occhi gonfi di sonno, alla presenza di Roppo, un po’ simile al Merlino delle storie che aveva letto, un po’ simile al vecchio gufo reale delle favole della sua infanzia, ma tutto sommato con un atteggiamento gentile nei suoi confronti, tanto che la piccola gli si avvicinò senza timore alcuno.

-“Sei tu quello che mi parla del mio futuro, quando faccio quei sogni strani?-“

-“Si-“ rispose Roppo, -“si, mia piccola regina, ed è giunto il momento che ti avevo preannunciato, devi sapere, ora, Leira, che la donna che ti ha donato il suo amore e ti ha cresciuta come figlia…non è la tua vera madre, la tua vera madre è…anzi era Ashtar, la prediletta fra tutte le fate, la più bella la più generosa la più esuberante fra le creature del nostro mondo, ma proprio la sua esuberanza la indusse a fare una scelta sbagliata; devi sapere, piccola mia che le fate vivono almeno cento volte più a lungo degli umani di questa terra, e non è previsto, quindi, nel nostro codice, che ci possano essere unioni fra fate ed umani; però Ashtar, un giorno, incontrò un Cavaliere, un valoroso soldato, il capo di un esercito di terrestri che, lancia in resta, scorrazzava per il mondo combattendo, senza tregua, una guerra dopo l’altra…tua madre si mise in testa l’idea di redimerlo, di fargli cessare questa vita violenta e senza amore, voleva insegnargli che per vivere, non bisogna necessariamente uccidere chiunque si ponga sul tuo cammino…e così, cominciò a frequentarlo, a parlargli, a sedurlo con le sue arti magiche…e ci riuscì; in poche settimane, quest’uomo violento, assetato di sangue, scoprì le gioie della vita civile, la musica, la poesia, l’amore…spezzò la sua lancia,

[continua a leggere...]

   1 commenti     di: luigi deluca


Una nascita

Marzio segue attento e silenzioso appoggiato al muretto di pietre chiare, ciuffetti d'erbe capricciose sporgono dalle fessure. Con attenzione il suo sguardo si posa sulla donna che china prende acqua nel secchi dalla vasca grande. Ricorda ancora l' immagine di due donne nude immerse nell' acqua sulfurea, intente a lavarsi vicendevolmente. Silenziose e decise nei gesti antichi dal sapore di una danza ancestrale. La donna incinta lasciava che la cura della compagna la coprisse di sensazioni dolci, fatte di tenerezze, di giochi d' infanzia. Marzio, il corpo teso come a cogliere il tutto, si apre estendendosi per catturare nell'acqua i teneri segreti. Luna osserva chiusa nel suo liquido prenatale, appena un po'di chiarore, ma da dove? La sospensione incerta nell' alimento acqua adesso la sommerge con il suo peso sovrastante:è come un soffocamento lento, graduale. Bisogna rompere la gelatina ed emergere verso uno spazio immenso! Luna esce libera e improvvisamente uno sguardo la cattura. Mai nella vasca grande si era verificata questa nascita.



Andò così!

Anno 16740 A. N. (avanti Noè)

Katzomolok, la sua compagna Fijasekka e il loro piccolo Rinkotodo
decidono di partire per una vacanza,
è 2 fantastilioni d'anni luce che non evadono un pò.
La loro meta è la cintura di Kuiper,
non è molto lontana, 2 anni luce poco più,
il viaggio sarà comodo, loro sono Ornitorinkoniani
e passerà presto lì vicino la cometa di Oort,
che se presa a tempo li condurrà placidamente alla meta.
Preparato lo stretto necessario la famigliola parte.

Panorami stupendi,
la galassia Kittenkiuma, con 3 soli,
il Duoverso di Sik Cilia, pianeti silenti, omertosi,
un sole ma grande come Kitten, caldissimo e vitale,
la stella Kaspiterina con le sue 2 lune sempre piene, Doche e Kiappana.
Il viaggio rilassante prevede una tappa fissata dall'agenzia Allahnc'è
nel posto più ludico e lussurioso che esiste, il Buco Nero "Hjlton Jon".

Fermatisi per la notte la coppia si diverte a Buddhanc'è,
il maestoso parco divertimenti.
Girano intorno a stelle sui Kalcinkiù,
tirano meteore contro code di comete,
vincono 2 piccoli animaletti tirando cerchietti intorno un pianeta,
credo si chiamasse Saturno.

Fijasekka prima di riprendere il viaggio litigò aspramente col compagno Katzomolok,
perchè il loro figliolo non voleva saperne di lasciare quei 2 stupidi animaletti.
Non sentiva ragioni,
che tanto nel viaggio non sarebbero durati,
che sarebbero morti subito,
che era meglio per loro lasciarli nel Buco Nero...
Si sa come sono i bimbi Ornitorinkoniani... testardi!

Poco prima della partenza comunque, convinto dal papà,
Rinkotodo si convinse d'abbandonare i 2 esserini,
ma in accordo col genitore li avrebbe nascosti dove voleva lui.

Affittò un Cimettunkaz, mezzo velocissimo,
portò i 2 cuccioli in un pianeta lì vicino e disse
< Piccoli, qui nessuno vi scoprirà, fra qualche anno luce, se riesco, torno a giocare con voi >.

Li baciò teneramente, con affetto fanciullesco... e li salutò...
< Ciao Adamo, cia

[continua a leggere...]




Pagine: 1234... ultimatutte



Cerca tra le opere

Racconti fantasticiQuesta sezione contiene racconti di fantascienza, storie fantasy, racconti fantastici