Questa è la storia di una goccia che si ribella al suo destino:essa nacque tra le nuvole a più di 2000 metri d'altezza, la prima cosa che vide fu un turbinio di vento, fulmini e rumori assordanti, in mezzo a tutto quel caos, era in compagnia di migliaia anzi milioni di altre gocce che, a gruppi venivano scagliate verso la terra, rimase affascinata ed impaurita allo stesso tempo, poi venne il suo turno, sentì una forza sconosciuta attirarla e cadde giù sempre più giù, in compagnia di tante altre gocce, poi accadde una cosa strana lei ebbe la forza ed il coraggio di fermarsi a pochi centimetri da terra perché capì che non gli piaceva quel suo destino, ed allora prese vita propria sfidando il vento ed in mezzo alla sorpresa di tutte le altre gocce si rialzò un po'di più dal suolo e prese a vagare in cerca di qualcosa che gli piacesse, passò tra rami di alberi, foglie che volavano persone che correvano auto che suonavano, vide tutte queste cose si fermò solo un momento a guardare gli occhi di un bambino che, sorpreso quanto lei rimase ad osservarla, poi con le sue manine cercò di prenderla, ma lei dopo avergli fatto una carezza sulla guancia ripartì, sempre più veloce, ora sapeva dove andare, il mare.. si, il mare era quello il suo destino, arrivò e vide in lontananza quello che cercava! Un cono che dal mare si alzava verso il cielo, ecco si! Accelerò sempre di più fino a tuffarsi dentro quel turbinio di gocce dolci e salate, come in una giostra senza fine si senti trasportare in alto si abbandonò a questo suo piacere e tornò su in cielo da dove era partita!
Pochi passi e le scarpe le facevano male. I tacchi troppo alti, troppo a punta.
La scritta sul muro...
Non poteva crederci che i graffitari avrebbero colpito ancora.
"OSMOSI". Giallo arancio con riflessi e chiaroscuri blu elettrico e il nero a dare il tocco di grazia
Era un'opera d'arte, immensa e colorata, sui muri del comune, dall'oggi al domani.
Il sindaco avrebbe fatto i suoi soliti discorsi, sua moglie sarebbe svenuta, il suo cane avrebbe fatto la sua pisciatina e il giorno dopo avrebbero cancellato tutto.
Fino a quando?
Sorrise divertita. Per un attimo, poi quelle maledette scarpe la distolsero ancora.
Fausto l'avrebbe incontrata tra due ore, ma lei non riusciva a stare in casa.
Si sedette al primo bar davanti al lago, quello per turisti, quello con le torce che riscaldano l'esterno anche d'inverno.
Tavolini in vimini, sedie in vimini, gestore in vimini... Se non altro per il colore dei suoi capelli.
Bevve un Martini con un cubetto di ghiaccio. Le piaceva scaldarsi un po' e arrossire in viso, l'incarnato era sempre troppo pallido e spento e poi il Martini era l'ideale anche per sciogliere i nodi che nello stomaco la facevano sentire imbarazzata e allo stesso tempo eccitata.
Fausto... che strano incontro.
Nel negozio di scarpe dove aveva comprato quegli strumenti di tortura. Era lì che lo aveva visto, scuro in volto con gli occhi grigi come il marmo, con i capelli legati sulla nuca alla meglio, gentile e stanco, gentile e bellissimo.
Anche lui l'aveva vista, forse non subito, ma appena se ne accorse le corse incontro per servirla.
Le prese le scarpe in vetrina, quelle che avrebbe comprato, gliele mise ai piedi facendola rabbrividire, la fece camminare un po' per farla abituare.
Portò la scatola in cassa per farla pagare. La salutò e le disse:
"Domani sera, alla piazza popolare, suono il sax, mi vieni a sentire? Sono Fausto, non ti puoi sbagliare."
E sorrise
E lei si perse, nel bianco perfetto di quelle perle, nell'espressione cupa e dol
Al triplice fischio arbitrale la follia e l'orrore si strinsero in un bollente amplesso, figliando una spaventosa devastazione. Fu subito il caos totale, senza raziocinio. Il terzo tempo, disputato allo stadio Olimpico di Roma davanti al folto pubblico pagante e acclamante, alle forze dell'ordine benedicenti e intenditrici e alle webcamere telernet moderne e affidabili, fu l'apoteosi della nuova barbarie. Nulla dunque era davvero cambiato negli ultimi centomila anni per la razza umana?
Nell'apparentemente evoluta e moderna società contemporanea, una semplice idea era bastata per spezzare il sottile velo della civiltà sviluppatosi nel corso dei secoli, scatenando i peggiori istinti primordiali. Nemmeno lo stesso Garlasconi avrebbe immaginato il clamoroso successo della sua iniziativa. Perché le moderne violenze regolamentate raccoglievano ormai decine di milioni di spettatori in tutta Europa e si stavano espandendo a macchia d'olio nel mondo intero. E ogni anno migliaia e migliaia di ragazzi affrontavano i provini per entrare a far parte dei vari Ultras Club da battaglia. Ma c'era poi davvero da sorprendersene? Dopotutto il cervello della specie Homo Sapiens Sapiens del XXI secolo era fisiologicamente identico a quello appartenuto agli antichi popoli di cacciatori e raccoglitori di decine di migliaia di anni prima, vestiti di pelle e armati di clava, da cui discendeva. E una volta esauritasi l'ultra millenaria catarsi della guerra tradizionale, ormai troppo disumanizzata per fungere da valvola di sfogo alla naturale aggressività umana, in quale altra maniera gli uomini avrebbero potuto scaricare tale aggressività?
Così, perduto ormai qualsiasi freno inibitore, quella domenica primaverile del 2039 i combattenti presero a scambiarsi botte da orbi senza alcuna remora, sia a mani nude sia con l'ausilio dei vari oggetti contundenti permessi dal regolamento.
"Forza, mettetecela tutta, se vedo qualcuno retrocedere anche di un solo passo, a fine incontr
Viaggiare in aereo per me si traduce in un misto di paura ed eccitazione, non capisco come facciano tutti quanti ad essere così rilassati e sorridenti ma ora che Palermo è collegata con Oslo da un volo diretto non voglio perdermi la Norvegia!
Un week-end mi basterà e con pochi soldi ce la posso fare.
Il volo parte da Punta Raisi alle quindici in punto e arriverà a Rygge dopo poco più di tre ore di viaggio.
La fase del decollo è sempre un trauma, per fortuna che accanto a me sta seduta Emilia, una studentessa della mia città, così facciamo amicizia e iniziamo a parlare del più e del meno. Ho scelto il posto panoramico così -da vero masochista- mi godo tutti i paesaggi, le nuvole, il mare.
Comunque, aleggia sempre una certa inquietudine ben celata, che riesco a percepire.
Poi, verso le 17, dopo due ore di volo tranquillo si vede già il mare del Nord e una nuvola scura, rotonda... si muove, non è una nuvola!
Si avvicina sempre di più, ma che diavolo... Riesco a vedere una luce rossastra, pulsante al centro.
Emilia, ma... guarda. Oddio... ma cosa.. È vicino... Poi una forte scossa di terremoto, l'aereo sobbalza, in poco tempo è il panico... cadono giù le maschere... perdiamo quota e io sono di pietra, Emilia gli occhi sbarrati...
Guardo fuori, la cosa è ancora lì, appena fuori dall'oblò. Poi si allontana ad una velocità inspiegabile, l'aereo riprende quota, la gente applaude.
Laggiù in lontananza, con uno sforzo di immaginazione, riesco a vedere le luci del fiordo di Oslo.
In una terra lontana, lontanissima; un luogo popolato dalle razze più disparate, dove noi "umani" siamo quella in minoranza, ogni tanto scoppia una specie di guerra; una guerra spietata, a cui nessuno, di nessuna razza, può sottrarsi! Si tratta di un evento terribile, una mattanza che ogni volta affligge e flagella il nostro pianeta di milioni di vittime... Nessuno ama quest'evento a dir la verità, ma tutti vi prendono parte... Esso incombe su noi tutti come una mannaia sulla testa del condannato a morte (un po' come la vodtra spada di Damocle); e ogni qual volta il nostro Re ci viene a mancare (per un motivo piuttosto che per l'altro, sia esso della stirpe degli Uomini come di quella delle Bestie) questa mannaia si abbatte inesorabile, prepotente e noncurante su tutto il nostro popolo; risvegliando in ogni razza l'istinto cieco e massacratore della supremazia, e trasformando la pacifica coesistenza che ci impegnano a mantenere fra le specie in una carneficina fraticida.
Di queste guerre c'è n'è una ogni generazione: quindi sai che, bene o male, almeno una te la dovrai fare; e, inoltre, non c'è alcun modo per prevedere QUANDO avverrà la prossima: perchè sappiamo solo che scoppierà "esattamente allo scoccare della prima mezzanotte dopo la morte del Re". E pssiamo solo ringraziare il cielo, almeno, che la durata di questi inevitabili conflitti sia circoscritta all'arco di una giornata: "esattamente 24 ore da una mezzanotte all'altra".
Da tempo immemore c'è un oggetto, un orecchino d'oro a forma di campanellino, che con questa cruenta battaglia si tramanda dal regale lobo di un Sovrano a quello d'un altro... Colui il quale allo scoccare della nuova mezzanotte ne sia in possesso, infatti, diverrà il nuovo Re, con buona pace di tutti gli altri... È questo l'unico modo che abbiamo trovato per non creare "territori" o "discriminazioni razziali" nel nostro mondo.
Certo, così paghiamo il dazio di una giornata di caos incontrollato o
Per la prima volta ci incontriamo, e desidero subito che le tue labbra si appoggino su di me.
Voglio con calore bruciante che respiri la mia essenza.
Mi guardi pensieroso, non sai se si o no, ma alla fine ti decidi,
mi afferri delicatamente e le tue dita giocherellano un po' con me facendomi girare,
finchè anche l'ultimo barlume di dubbio crolla!
Mi desideri, so che mi vuoi,
subito mi accendo mentre le tue labbra vergini mi sfiorano..
Un lungo respiro esce dalla tua bocca, che non nasconde un velo di soddisfazione per la novità..
E di nuovo le tue labbra su di me..
Ti stai prendendo una parte di me che non potrò più riavere,
ed ecco che dei soffi d'aria mi sbattono addosso a consumare una parte di me.
Mi sento indifesa e fragile, sembro indebolita,
ma non te ne curi e godi di succhiare ciò di cui hai bisogno e che io contengo.
È la parte migliore questa, il mio gusto ti piace e anche il mio odore,
sei rilassato e ti lasci andare completamente a questo momento,
e proprio nel tuo momento inizio a sentirmi debole..
mi stai consumando, mi sento ardere, il calore cresce,
e più godi delle ampie boccate di me e più vorrei staccarmi da te.
Ti stai portando via tutta me, i ricordi iniziano a non essere chiari, tutto diventa sfuocato
tranne che per qualche attimo infinito in cui brucio e tutto s'illumina.
Sto per non esistere più, ogni mia parte è ormai dentro di te trasformata,
brucio, svanisco, sfumo via...
tutto ciò che rimane di me è sul tuo posacenere e dentro di te.
Schiacci l'ultima me e noncurante te ne vai con 19 sorelle in tasca!
Da:..."Le storie di Capt. Nemo
Un giorno, in quel vecchio bar in riva al mare,
una bella fanciulla entrò e si sedette davanti al
vecchio marinaio che sorseggiava il suo rhum.
- Ciao bella fanciulla - disse il marinaio - chi sei? -
- Sono il vero Amore - lei rispose - mi hai cercato? -
- Per tutta la vita - disse lui.
- Bene, lo so che mi hai aspettato, ora sono qui per te -
- Solo per me? -
- Si, solo per te, ma c'è una piccola formalità:
devi prendermi -
e la bella fanciulla si avviò correndo con passo da
gazzella sulla spiaggia sabbiosa antistante il vecchio bar.
Il vecchio marinaio raccolse le sue forze e la inseguì, ma
la corsa era impari: la fanciulla aveva la giovinezza e la
bellezza e lui solo il grande desiderio di amare.
Ormai disperava di raggiungerla, quando ad un tratto
lei si fermò, si girò e gli apri le braccia.
Lui la raggiunse, la strinse a sè e gridò: - Ti tengo! -
E morì di felicità, sulla spiaggia antistante il vecchio
bar, mentre la marea montante iniziava a lambirgli
le gambe, come un vecchio cane festeggia il ritorno
del padrone, da un lungo viaggio oltremare.
Anche questo successe in quel vecchio bar, in riva al mare,
dove i pensieri si confondono con il fragore delle onde,
dove chi è solo, trova la forza... per restare solo.
Capt. Nemo
Capitano di lungo sorso
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