VERITA RITROVATE
CAPITOLO 2
La notte nella città di Lander, trascorse tranquilla tranne qualche rissa tra ladri e ubriachi ma ormai i cittadini non ne fecero caso tanto abituati a certe insolite situazioni. Il sole, stava tingendo il celo di un azzurro pallido e i primi cittadini cominciarono a uscire di casa per sbrigare le proprie faccende. Fu un caso che una delle guardie di ronda, intravide la porta di una casa aperta e si avvicinò per assicurarsi che non vi fosse nulla di strano. Mesi fa, una delegazione del re aveva ordinato a tutti i cittadini di barricarsi nelle proprie abitazioni durante la notte per debellare i furti che fino ad allora aumentarono con l’immigrazione di forestieri. Per questo motivo, la ronda si era insospettita ed era entrato all’interno dell’abitazione chiamando ripetutamente gli occupanti. La scena che gli si presentò davanti, fu raccapricciante. Gli abitanti della casa, erano riversi sul pavimento…erano stati uccisi tutti.
“Presto capitano…Venite!” Urlò la guardia scorgendo Ronhald che stava fissando il vuoto a poca distanza. Il capitano accorse subito e verificò con i suoi stessi occhi cosa fosse successo.
“Raduna tutte le guardie. Fai sbarrare le porte, nessuno deve uscire dalla città, capito?!” Ordinò accovacciandosi sui cadaveri.
“Sissignore!”
“Chi sarà mai stato!” Pensò il capitano intuendo che non era stato un semplice ladro a compiere quel gesto altrimenti la casa sarebbe stata scoperchiata in cerca di ricchezze.
“Ma questa, è la casa di James!” Sussurrò tra se.
“Conoscete un ragazzo di nome James?” Ricordò le parole del capo dei forestieri. E subito volle verificare se il cavaliere venuto il giorno prima sapesse qualcosa dell’accaduto. Si radunarono tutti nella piazza della cittadina. Vi era anche il barone e tutte le guardie che in quel momento si trovavano nelle vicinanze. Vi fu un grande clamore tra i presenti e alcune guardie do
I sogni delle nostre notti tribolate sono tutti lì, alle nostre spalle, pronti a condizionare il corso della nostra vita. È il nostro subconscio ad averli inventati. Sono più veri della realtà e più falsi della menzogna. Noi li condizioniamo e loro ci condizionano. È sempre stato così dalla notte dei tempi. Che siano amori improbabili, insetti mostruosi che camminano sui nostri corpi o visite dall'aldilà, sono un insieme ristretto di cause con o senza effetto sulla strada della nostra vita. Dobbiamo collezionarli, giudicarli e rifletterci sopra? Oppure dobbiamo semplicemente dimenticarli? Ci aiutano a vivere meglio? Assolutamente no. Ci aiutano a vivere? Neanche. Forse non ci aiutano affatto.
Se c'è una cosa che proprio non posso sopportare è un interista che non sa parcheggiare la macchina. Eccolo. Come si fa a verniciare di nerazzurro metallizzato un'automobile? Infatti. Giuro che, se tocca la mia, io sclero. Si vede che non ci sta in quei pochi metri che separano la mia automobile da quella davanti. Mette la retro e si avvicina. Non così veloce. Ecco che la tocca. Cazzo! Sento i rumori di vetri rotti. Mi metto ad urlare e, come in una scena al rallentatore, esco dal portone di casa. Sento l'allarme della mia auto. Cerco le chiavi, mentre un enorme scarafaggio attraversa il marciapiede. Spengo l'antifurto ed inizio ad urlare. Non so cosa dico ma so che devo aggredirlo. L'uomo esce dalla macchina e mi urla qualcosa pure lui. Sembra sia colpa mia che ho parcheggiato male. Sono basito ed allora urlo più forte, tenendo il dito indice puntato verso il suo naso che spunta da una folta barba bianca. Sento un impulso violento dentro di me e vorrei schiaffeggiarlo quando, una dolce voce femminile, interrompe i miei pensieri. "Papi! Lascia stare il signore!".
I capelli bruni, lunghi ed ondulati, cadono sulle spalle magre di questa bellissima ragazza dalla pelle chiara. Un golfino viola stringe i piccoli seni che sembrano desiderosi di uscirne con prepotenz
La voce... e la melodia... che accompagnava la ninna nanna... erano cosi` dolci... ma cosi` dolci... che i nostri protagonisti... non poterono resistere al pesante abbraccio di Sonno... e cosi` infatti... subito si addormentarono. Ma Sonno, che e` sempre coi` stanco... e privo di energia, come al solito, affida subito i suoi ospiti... a chi?
A Sogno, suo fratello! Lui si... che ha sempre tanta energia... e poi Sogno e`.. anche.. un provetto intrattenitore.
Infatti lui, che ama stupire, si mette subito all`opera ed immediatamente e magicamente, come solo lui sa` fare, trasporta i nostri cari amici nelle sue misteriose terre... e.. con i suoi poteri magici... fa` apparire persino dal nulla... una grande... sfera... di luce... dorata.
I nostri amici, che non sapevano... di essersi addormentati... e di essere finiti... nelle mani del mago per eccellenza... si cominciarono a domandare.. prima di tutto dove fossero finiti! Il panorama infatti... dopo tutto sembrava essere cambiato. Non c`era piu` la loro stanzetta verde smeraldo... dalle tendine rosa che piacevano tanto a Susanna... la sorellina mediana.. e poi... che facevano... in piedi... in un... non dove... invece di essere stesi nei loro lettini... E poi cos` era mai... quella strana.. . cosa.. luminosa... che si presentava ai loro occhi... e soprattutto da dove veniva... poiché mai avevano visto una cosa simile... ad occhi aperti. - che in realtà`erano chiusi -
La sfera luminosa... era cosi`bella... che i tre... non potevano fare altro... che guardarla e riguardarla... a bocca aperta... muti... sbalorditi... ammaliati... imbambolati.
Sogno sa` proprio come intrattenere i suoi ospiti... e non perde mai l`occasione per mettersi in bella mostra.. . specialmente... in quel modo.. intrigante... che.. . solo lui sa` sfoggiare.. . aiutando cosi`... anche.. . il fratello Sonno... che ahimè... sembra che non abbia molta fantasia... e quindi non si può` certo... non dire che... Sogno... pur essendo un po` tanto...
Chiudo il cancello che porta alla casa dei miei genitori. Dirigo uno sguardo furtivo verso la finestra della cucina. La luce è accesa.
Un nodo di tristezza va verso la gola e si ferma li.
Ricordo la favola di Peter Pan che leggevo da piccola, e lo stesso nodo alla gola mi assaliva quando quel bambino guardava da fuori la finestra della sua casa. Dentro la sua mamma aveva in braccio un altro bambino. Lo aveva avuto dopo che lui si era allontanato per la curiosità di guardare il mondo.
Flash back che rimanda alla mia vita di adesso e alla consapevolezza di essere rimasta incastrata nel mondo di mezzo.
Quanto mi è mancato il coraggio di esplorare fino in fondo, per paura di tornare e trovare sbarre alla finestra, e il posto vuoto occupato ;e la certezza di non poter più tornare indietro.
Il vero è che non sono mai tornata indietro, ma sono rimasta li incastrata nel mondo di mezzo con lo sguardo fuori e i piedi fermi infossati.
E come si può fare adesso, come si può uscire, adesso che i segni del tempo fanno solchi più gravi, e la spensieratezza pur paurosa della giovinezza è tramontata dentro nell'anima più densa. Come si può fare adesso.
Nel mondo di mezzo ci sono tante finestre dalle quali guardare. Tutte le luci sono accese, e sagome inconsapevoli si muovono all'interno.
Qualcuno a volte ti vede, e ogni tanto ti fa entrare. In un attimo traspare la frenesia accalorata dei giorni, dei momenti. La vita compiuta di chi non si è mai chiesto a quale mondo avrebbe voluto appartenere.
Un sogno in prestito perché il mondo non è il tuo. Torni fuori con dentro l'eco del vissuto che il tuo cuore ha assaporato.
Solitudine e paura ti assalgono furtive, mordono la gola, tolgono il respiro.
Nel mondo di mezzo si incontrano altre persone che vivono li come te, Ma la maggior parte di loro non sa dove si trova, pensa che sia non un luogo ma un tempo finito che si trasformerà in un'alternativa.
Molte di loro non sanno che non ci sarà mai un'alternativa,
Che i sogni
restino sogni.
Era una vita che desideravo percorrere la Route 66. La mitica Mother Road di Furore. Di Get Your Kicks On Route 66 di Chuk Berry: ... if you ever planned to motor west, just take my way... Delle pompe di benzina solitarie immortalate da Hopper; o quelle sperdute nel deserto, coperte da tre dita di polvere e mille schizzi di fango, che ripetono sempre lo stesso refrain come flipper impazziti : dlin... dlin... dlin... dlin... E giù che la gasolina corre a fiumi negli insaziabili serbatoi di una Eldorado del 53 o una vorace Thunderbird coupé.
U. S. Route 66: sterminato serpente d'asfalto che sfida irridendo la pionieristica strada ferrata trascontinentale, la prima a insidiare la wilderness così cara a Thoreau. Six-six. Sixtysix. Da strada delle opportunità a microcosmo dell'America; da percorso dell'anima a scelta di contestazione ed emancipazione; da passaggio per la libertà a via di fuga dall'omologazione, dal conformismo della società. Mitico richiamo On The Road: Una macchina veloce, l'orizzonte lontano e una donna da amare alla fine della strada... Che ti possa andare una canna di traverso, dannato Kerouac, per avermi fatto così amare questo Paese. E reso ancor più bruciante la delusione per tutto quello che ha combinato nel Vietnam. Ho pianto e imprecato di rabbia fino a non avere più lacrime. Fanculo a te!
Mentre gridavo fanculo con quanto fiato avevo in corpo, mi svegliai, distesi le gambe e le stiracchiai così a lungo che se mi fossi alzato in quel momento sarei stato più alto di una spanna. Dopo qualche minuto con un colpo di reni ero in piedi. In un lampo mi ritrovai sulla tazza.
-... well it winds from Chicago to LA more than two thousand miles all the way...
Lo scroscio dello sciacquone evocò, per un attimo, le onde dell'oceano contro le rocciose coste della California. La mia voce non era poi cosi male, pensai, accennand
Il cavaliere risalì con fatica lo scosceso pendio che lo avrebbe condotto fino alla grotta in cui il drago dimorava; egli era stato assoldato per uccidere quella bestia che da troppo tempo terrorizzava gli abitanti di quel piccolo villaggio incastonato tra le montagne. La gente del posto narrava storie di paura e morte legate a quei luoghi; chiunque si avventurava sulla montagna non faceva più ritorno e inoltre la creatura, che si diceva provenisse dagli inferi, si era mostrata varie volte agli abitanti del posto, seminando distruzione e morte e portando con se le poche ricchezze che essi possedevano. Si diceva, infatti, che la tana del drago fosse ricolma dei tesori che questi aveva rubato ai più ricchi reami del luogo. Al cavaliere era stata promessa una parte del tesoro che il drago custodiva e, se le storie su queste enormi ricchezze erano vere, egli avrebbe potuto vivere il resto della propria vita da re, immerso nell'oro e nei gioielli.
La via era impervia e l'audace fantino aveva abbandonato il proprio cavallo a metà del percorso, scegliendo di continuare il cammino da solo. Dopo una lunga e ardua risalita, finalmete egli giunse all'enorme squarcio nella montagna che segnava la fine del suo percorso; la grande spelonca che tagliava il fianco del monte era posta in un luogo isolato che affacciava sulla vallata e permetteva di scorgere tutta la catena montuosa che si estendeva per chilometri e chilometri, con le sue alte vette perennemente circondate dalla nebbia. Non si udiva nessun suono provenire dalla tetra grotta, in essa regnava un irreale silenzio.
Il coraggioso cavaliere si addentrò nell'antro della bestia. Era un posto buio e tenebroso, illuminato tenuemente solo dalla fioca luce che entrava dall'ingresso. Il soldato, anche se con un lieve accenno di timore, continuò ad addentrarsi nella montagna, con la luce alle sue spalle che diventava sempre più flebile. Ad un certo punto però, i suoi occhi intravidero un debole fascio luminoso che pr
Protagonisti: Oproc
Piritos
Nimae
Il drago e la tigre si erano scontrati
... ed era finita un’epoca meravigliosa.
Le acque avevan inghiottito le terre e gli Antichi con esse
ma il sole continuava a sorgere. . .
Era l’epoca in cui i Grandi Spiriti camminavano sulla terra...
Oproc: Ti stavo cercando Piritos... adesso vedremo quanto forte batta il tuo cuore!
Piritos: Frena il tuo focoso impeto, Oproc... ne sento l’ardore da qua.
Invece di far annegare le tue parole nell’ira
fa che mi spieghino il motivo di tanta rabbia.
O. : È presto detto!
Nimae mi ha parlato. So.
... e ti avverto... non incrociare più il suo cammino!
Lei è la mia compagna e non mi va di averti tra i piedi.
P. : Allora, per non recarti disturbo, la vedrò quando tu sarai altrove.
O. : Non ti permetterò di farlo!
P. : Non sei tu che devi permetterlo.
Puoi decidere per te stesso ma per nessun altro.
Per me Nimae è una persona importante e non mi ha rifiutato.
Ho deciso quindi di frequentarla e lei è libera di fare altrettanto.
O. : Dannazione Piritos...è troppo!
Non ti intrometterai nel nostro amore!
P. : Amore.
È una parola grossa.
In bocca tua è il bastone su cui appoggiare il peso delle tue mancanze.
... il tuo colpo è debole, il tuo equilibrio vacilla.
Se tu sei sicuro dei tuoi sentimenti
allora non dovrai temere niente.
... se invece non sei in grado di darle quel che vuole
significa che non è la donna per te.
O. : ... Noi ci amiamo...
P. : Se è vero ciò che dici, se lei ti ama, non dovrai temermi
... giacchè io non cerco un corpo senza anima
Ma se non sei tu a darle quel che cerca è giusto che possa scegliere.
Nostra prerogativa è il libero arbitrio.
Nessuno, in buona fede, può apprezzare l’imposizione
di un’altrui verità sui propri desid
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