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Racconti e storie sul Natale

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Bartolini Francesco e i suoi diciotto natali

Il primo Natale di Bartolini Francesco, di cui lui ebbe memoria solamente attraverso i ricordi dei parenti, fu in una stalla. Dicono accadde per caso. C'era la guerra, i contadini si rifugiavano sulle montagne ed assaltavano i nemici piombando loro addosso come delle furie. Le case non andavano più bene per star tranquilli, c'era il pericolo di una retata, così molti si trasferivano in vecchi casolari, e rimanevano lì per molto tempo. Fu così che la prima cosa che vide Bartolini Francesco quando non fu sua madre, bensì un grosso porco dal colorito marroncino che in quella stalla era stato portato insieme a due buoi e a un pollo dall'aspetto smagrito. Da quel momento in poi fu celebre la fobia di Bartolini Francesco per i suini. Traumi dell'infanzia che ritornano. Dunque, Bartolini nacque il giorno di Natale, e tutti dicono che è così bello nascere il giorno di Natale. C'è la neve, e in effetti quel giorno la neve c'era. C'è il vischio, e in effetti quel giorno il vischio c'era, sebbene imbrattato dallo sterco di porco. C'è anche il tepore del caminetto acceso, ma quello nella stalla non c'era, anzi, si schiattava di freddo e pare ch il padre di Bartolini Francesco, nel buio della notte, tentando di abbracciare la moglie per riscaldarsi finì con l'abbracciare sempre il famigerato e grasso suino, che taluni sostengono essere non molto diverso in aspetto dalla donna. Comunque, se tutti vogliono nascere a Natale, Bartolini Francesco considerò tal fatto sempre un'enorme sfortuna. <<Bello! Bello nascere a Natale! Così poi di regalo te ne fanno uno solo, per Natale e per il compleanno. E ti dicono che quel regalo vale per due. Ma col cazzo che ti fanno due regali!>>. Ovviamente il regalo per il primo Natale di Bartolini Francesco fu la vita, e si può quindi dire che per quell'anno gli andò molto bene. Di lì a pochi giorni suo padre avrebbe rischiato di essere schiantato da una mitraglia nemica, ma si salvò per il rotto della cuffia. Fu arrestato. Lo libera

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Natale 2011 - Ore 12:00

" Scendete dal cavallo della vostra ragione! ".
Mi sto interrogando su questa frase di Benedetto XVI.
La razionalità non è dunque cosa buona?
Scendi dal cavallo! Non essere cavaliere! Vai a piedi?
Ma che vuoi dire Benedetto?
Porgete la vostra mano, come i bambini fanno con i genitori, a questa mano più grande che viene dall'alto.
La risposta data da Dio all'uomo con la nascita di Gesù detto il Cristo è ben superiore ad ogni aspettativa umana rispetto alla domanda inoltrata da noi nel corso dei secoli.
Vogliamo tutti realizzarci. Dio, realizzato in se stesso, esce da se stesso per realizzare noi.
" Scendete dal cavallo della vostra ragione! ".
Che dobbiamo fare?
C'è chi ha ascoltato, non temete!
C'è chi ha ascoltato le nostre lacrime ed i nostri pianti, le nostre lagne ed i nostri lamenti.
C'è chi ha ascoltato!



Sola senza me stessa

Un fioco raggio di sole entra dalla mia finestra leggermente socchiusa. Lì fuori, un leggero vento freddo scuote i rami spogli degli alberi lungo il viale. Dalla mia finestra vedo le strade affollate del centro; vedo mamme impegnate ad acquistare regali di Natale; vedo bimbi capricciosi che implorano i genitori di comprare loro un nuovo giocattolo.
Vedo gruppi di ragazze che ridono e scherzano tra loro, e ricordo. Un anno fa, più o meno in questo periodo, anch' io ero come loro. Felice, sorridente, spensierata. Ora invece sono qui, sola senza me stessa, e non riesco più a provare alcun sentimento se non un forte odio verso me stessa. Circa dieci mesi fa sono entrata in un tunnel da cui non riuscirò più ad uscire: quello della droga.

È successo tutto per caso, quasi per gioco, durante una sera trascorsa in discoteca. Da qualche tempo avevo iniziato ad uscire con un gruppo di ragazze molto popolari a scuola e il sabato sera la tappa d' obbligo era il Rolling Stones, la discoteca più alla moda della città. Io, però, avevo sempre avuto una gran paura di ballare... mi sentivo timida, goffa, impacciata. Mi vergognavo.
"Dai Jessica, perché non ti lanci in pista anche tu? Dai che ci divertiamo... vieni!" mi incoraggiò Alice. Alice era la leader del gruppo da sempre, nata per comandare, carismatica... per quanto ne sapessi, nessuno in tutta la sua vita aveva osato contraddirla e non riuscivo neppure ad immaginare la sua reazione se fossi stata io la prima a farlo. No, non era il caso di dirle di no.
Cercai un diversivo per guadagnare tempo: "Ora arrivo. Prima vado a prendere qualcosa da bere".
"Certo, ti accompagno. Cosa prendi?" mi chiese Alice controllando che lo smalto sulle unghie non si fosse rovinato.
"Mmm... una birra?"
"Perfetto" rispose, e si diresse verso il bancone del bar. Dopo due minuti Alice era di nuovo di fronte a me. Mi porse un boccale grande di birra bionda.
Notò il mio sguardo interdetto e si affrettò a chiedermi,

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   5 commenti     di: Eleonora Ruby


Un attimo di fede

Soffermiamoci un attimo nella fede... da essa senz'altro arriveranno spunti per un pensare intimo, capire quanto poter resistere fiduciosi di attese sospese, sapere se è adeguato continuare a piangere adirati e disperati per chi è gravemente ammalato o passato oltre, sopportare infine le manchevolezze di ogni esistere che non ha sempre parvenze di tolleranza, rispetto e giustizia, saggezza e soprattutto umanità... Soffermiamoci umili a riflettere sui nostri egoismi ma anche sulla voglia che ritorna in noi di pregare per una vita che, tramite il senso di spiritualità, riconduca alla concretezza di positivi pensieri il proprio difficile cammino su questa terra!

   1 commenti     di: mariella mulas


Il presepe di Pinuccio

In un paesino che corona fa ad un monte incappucciato di bianco e sovrastato da un cielo brume e silenzioso, viveva Pinuccio, un bambino vivace e molto carino.
Il signor Dicembre dalla candida chioma e dalla lunga barba, accusava già dolori in ogni dove; ma prima di cedere il passo al piccolo e prepotente Gennaio, aveva un bel da fare con le sue festività natalizie.
Questo signore che, nonostante gli acciacchi dell'età, si mostrava sempre lindo e punto e ben distinto; conosceva Pinuccio ormai da vari anni, ed anche allora, dunque, voleva aiutarlo a fare il presepe.
I due s'incamminarono un po' fuori paese per raccogliere del muschio ed un po' di legna. La legna serviva a fare la grotta per la Sacra Famiglia e le montagne; il muschio a coprire il tutto.
Pinuccio aiutato dal padre e con l'assistenza non solo morale del signor Dicembre, su di un vecchio tavolo, al ritorno dalla vicina campagna, si metteva alla messa in opera. Man mano si profilava un bel paesaggio, onde non mancavano le stradine, fatte con della farina e dei ciottoli piccolissimi; un bel fiume, fatto con carta azzurra coperta con dei cocci di vetro ed infine un bel laghetto, fatto con un coccio di specchio e con a fianco un mulino di carta.
Il presepe era pronto, ma mancavano le figure, dette anche pastorelli; il padre di Pinuccio, che li teneva ben custoditi in una vecchia scatola li portò alla luce. A quei tempi, i pastorelli erano di terracotta e quindi capitava sempre che qualcuno si rompesse o si mutilasse. Il bambino, che non spiccicava una parola d'italiano, mortificato mostrò al padre e al signor Dicembre l'asinello e disse:

- A chistu e manca a capa, comma avimmu fa?

E il signor Dicembre:

- Non piangere, a tutto c'è rimedio, se ne compra uno nuovo!

Così replicò anche il padre, tra l'altro in altre occasioni molto burbero e manesco, ma davanti ad un signore così distinto ed in occasione delle imminenti festività natalizie, teneva un controllo di sé lodevole.
La cos

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A Natale siamo tutti più buoni

Era la vigilia di Natale, ed il freddo era tagliente come la lama di un rasoio. La bimba, vestita di stracci, teneva in mano una lurida bambola di pezza senza una gamba. Il suo fiato chiazzava disegnando un alone di condensa su i cristalli della grande vetrina sovrastata dall'enorme insegna " Antica Pasticceria". I suoi piccoli occhi fissavano, sbarrati, l'interno del negozio, mentre il viso, che poggiato sulla vetrina si era quasi schiacciato come per poter attraversarla, si deformava disegnando una maschera stranita.
Ogni volta che la porta si apriva percepiva il delizioso profumo dei dolcetti, mentre un piacevole calore faceva capolino spargendosi nella strada. Sul bancone vedeva esposti in una fantasia di colori e sapori torte enormi, una miriade di bignè, pasticcini, cioccolate e caldi e fumanti crossaint, li osservava, muoveva le labbra e deglutiva
come se li stesse assaggiando tutti. La gente usciva con dei pacchettini colorati e legati da simpatici fiocchetti dorati e lei aspettava, aspettava, aspettava. Un signore arrivò con un cagnolino al guinzaglio che legò fuori, al palo di un segnale stradale, ed entrò. La bambina si avvicinò' al cagnolino per accarezzarlo e giocare un po', mentre poco dopo quel signore uscì con un fumante crossaint in mano.
Guardò la bimba, prese un pezzo di crossaint e lo diede al cagnolino, aspettò che lo mangiasse e poi lo slegò e si allontanarono. La piccola li segui con lo sguardo mentre due piccole lacrime le solcarono la linea degli occhi scendendo sulle minuscole guance fino a sfiorarle le labbra che strinse mordendole tra i denti.
Poi diede un ultimo sguardo alla vetrina e accostandosi la lercia bambola al petto andò via.

   4 commenti     di: andrea


Quella volta che il Bambino Gesù voleva scioperare

E io non nasco. Voi continuate pure così, come al solito, che tanto non avete imparato niente. Che nasco a fare? Me lo chiedo ogni anno, ma quest'anno ancora più insistentemente. A voi non importa niente né di me né della mia famiglia, per voi siamo solo dei pupazzetti da ammirare nelle vostre case, chiese e botteghe. L'anno scorso ci è toccato accogliere i tre Re Magi scesi da tre Micromachines fiammanti, e uno si è pure scusato che aveva sbagliato dono e dentro il cofanetto c'erano i Mon Cheri, che a quella santa donna di mia madre manco piacciono.
Un'altra volta ci è cascata sopra alla capanna una enorme stella di cartone ricoperta di alluminio, e ci ha bloccato l'ingresso per tre giorni tanto che i pastori gridavano "fuori... fuori!". Per fortuna che un elicottero Mattel della Protezione Civile, attratto dalle luci intermittenti del paesello lassù, ci ha salvato sollevando uno dei lati di sughero della capanna per farci uscire... Mio padre non ce la fa più, non dorme da giorni, è attanagliato da dubbi inconfessabili circa la mia nascita... Mamma invece è intenta a scacciare i giganti curiosi che con le guance rosse ed enormi dentini da latte si affacciano più volte al giorno oltre le colline coperte di neve finta... Dice che la rendono nervosa. Giura che l'altro giorno li ha visti azzannare un intero gregge di pecorelle di plastica che stazionava qua davanti da una settimana. Fantasie e paure di una madre iperprotettiva? Lo spero... E adesso che succede? Che è stò casino? Basta!! Finitela voi lanaioli, caldarrostai, pescivendoli, arrotini, verzurai, fabbri e maniscalchi... Ma che succede là fuori, un raduno della Confcommercio? Tanto è inutile che strilliate tanto, che la vostra mercanzia non ve la compra nessuno, tutta roba cinese - si vede da lontano. C'è una strana luce nel cielo... che si avvicina... L'asino e il bue sbuffano come al solito, e qui fa un calduccio, vero mammina? Allora che faccio nasco? E vabbè... uffa... nasco. E

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Il Natale è la festività cristiana che ricorda la nascita di Gesù di Nazareth. Viene festeggiato il 25 dicembre (o il 7 gennaio nelle Chiese orientali). - Approfondimenti su Wikipedia