Corre veloce il serpente luccicante e nella sua corsa rapida inghiotte paesaggi ed abitazioni.
Una ragazza parla al telefono e piange. Chissà quali storie nascondono, che vita svolgono le persone che viaggiano su questo treno e soprattutto qual è la meta del viaggio. Qualcuno forse torna a casa dalle vacanze e pensa con rimpianto alle vacanze appena passate, alle foto scattate, ai posti che ha visto, qualcun altro va a fare visita a qualche parente che non vede da un po'ed è trepidante perché sa che indubbiamente troverà delle cose cambiate, segno tangibile del tempo che passa, c'è pure chi viaggia puramente perché ha dei problemi ed ha lo sguardo triste e il viso tirato e si fa mille domande su quello che può accadere e della strada che sta per perseguire, c'è pure chi raggiunge la persona che ama ed ha un sorriso lievemente increspato sulle labbra e chi viaggia per lavoro ed è continuamente impegnato tra telefonate ed appuntamenti o chi viaggia puramente per piacere ed è felice di staccare un po'.
Il paesaggio continua a scorrere e a cambiare repentinamente, a volte è deserto e arido e va dall'ocra al seppia fino a diventare marrone bruciato, altre volte si increspa in dolci colline coperte di alberi ancora verdi ed allora il panorama si addolcisce in morbide e sinuose ondulazioni, ogni tanto si scorge l'azzurro del mare che irrompe imponente a metà tra la pianura e la vegetazione.
Nel cielo qualche nuvola ovattata copre il sole che ha perso un po' il suo splendore e la sua brillantezza estiva e tende sempre più ad affievolirsi.
Mi sono sempre chiesta cosa pensano le persone quando guardano al di fuori del finestrino, osservano semplicemente ciò che la veduta offre allo sguardo o guardano più lontano senza che mai nessuno riesce a scorgere la forma di ciò che vedono? Guardo la mia immagine riflessa nel vetro opaco, ma a stento la vedo davvero, i miei occhi guardano l'orizzonte lontano e vedono l'infinito.
Vorrei avere questo tempo per me e capire il senso di tante cose che accadono, vorrei fermare lo spazio e il tempo e questo treno che corre senza sosta ed andare al di là di quei campi sconfinati che pervadono di un senso di pace e serenità. Sarebbe bello poter fluttuare leggera ed invisibile nelle sconfinate distese che si perdono all'orizzonte ed innalzarsi nel cielo infinito, guardare i paesaggi diventare sempre più piccoli, dei puntini quasi impercettibili alla vista umana, poi inabissarsi lieve ed impalpabile e tornare alla stabilità della terra.
Comincia a spuntare qualche palazzo con gli occhi delle finestre ancora spalancati per il caldo incombente di questo settembre e via via sempre più fitti fino a che diventa un alternarsi di case di varia altezza e di diverso colore, poi dal megafono la voce annuncia che siamo arrivati. Per un momento mi sono persa in uno di quei personaggi surreali di Marquez che volava al di sopra delle case e delle persone e salutava sorridente quelli che guardavano smarriti il miracolo di chi poteva andare oltre il semplici vedere delle cose terrene.
Il treno riprende la sua corsa sui binari luccicanti: altre storie, altre mete di personaggi come comparse di un film muto che il treno porta lontano e nel viaggio i pensieri corrono e si confondono nell'intricato ricamo che è il tessuto della vita...