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Una gita fuori porta
Sono qui, seduto davanti al monitor del computer, dopo un lungo periodo di "inattività creativa", con la tastiera del terminale a portata di... dita ed il cervello attivo, almeno spero.
E sì, perché quando si ha a che fare con un certo "pubblico", bisogna essere sempre attenti e vigili. Dico questo perché ho un sostenitore, di cui ometto il nome, che vede in me, per usare la famosa metafora, il bicchiere sempre mezzo vuoto, mentre altri vedono un saggio uomo che con semplicità e chiarezza "illumina" certe serate (o giornate) andate perse, regalando qualche momento di innocente evasione.
Forse sono entrambe le cose ma non è questo il punto importante.
Per il momento ciò che conta è descriversi, raccontarsi e nel farlo, farsi conoscere e quindi donarsi agli altri.
L'intento, nel caso specifico, è quello di offrire al lettore la lettura di un simpatico episodio occorso qualche tempo fa, episodio che per la piacevolezza del ricordo e per il riverbero che le sue sensazioni ancora esercitano sul mio animo, merita di essere pubblicato.
Voglio donarvi la descrizione di una gita fuori porta trascorsa insieme ai miei nipoti venuti a Roma per un breve soggiorno.
Da premettere che ancor prima che la giornata iniziasse, avevo richiesto loro, come compito di fine serata, un resoconto scritto, anche breve, delle impressioni e delle sensazioni ricevute da tale esperienza.
La richiesta, che doveva essere inizialmente solo uno scherzo, una provocazione di cui già si prevedono le inevitabili reazioni di protesta, aveva invece assunto per loro il carattere di una "imposizione", bonaria ma pur sempre perentoria.
Equivaleva, cioè, ad una sfida lanciata a dei minori che in quanto ospiti degli zii si sentono, in certo qual modo, in obbligo, "costretti" ad agire seguendo le direttive degli adulti, o comunque a doversi adattare al tipo di organizzazione scelta per loro, siano essi genitori o solo parenti.
Tuttavia quel semino lanciato lì per caso tanto per vedere cosa ne spunta fuori, ha dato invece i suoi frutti, almeno su uno di loro, e da tale provocazione-stimolo ne è uscito qualcosa di veramente bello.
La meta decisa era la località di Saturnia, luogo stupendo, a me e mia moglie molto caro che per bellezza e suggestione esercita su di noi un fascino irresistibile, tanto da diventare meta obbligata di ogni nostro fine settimana, quando libero da impegni di diversa natura.
Questa premessa serve da introduzione allo scritto vero e proprio, ossia quello fatto da mio nipote Antonio, che mi ha tanto colpito nella sua globalità, per la ricchezza e per la profondità di sensazioni e riflessioni in essa contenute, da meritare di essere pubblicato, dietro autorizzazione, sul mio spazio, per condividerlo con i lettori. Quindi, non mi resta che augurarvi buona lettura.
21 giugno 2011, le nostre "vacanze romane" prevedevano una giornata alle terme di Saturnia in Toscana, ed ecco come si presenta.
La mattina mi sono sempre svegliato presto da quando sono arrivato, ma oggi non sono il solo. Si iniziano a sentire voci, rumori, spostamenti in casa, mentre io sono ancora sdraiato sul letto, sveglio e concentrato sul pensiero di come sarà questa esperienza alle terme.
Mi alzo: dolore al collo e espressione da zombie. Subito, mi sarei dovuto vestire, fare colazione e occuparmi del mio "bagaglio", non necessariamente in quest'ordine...
Tutti pronti, saliamo in macchina. È presto, c'è un bel sole e mio zio afferma che è un ottimo clima per recarsi alle terme.
La prima strada che percorriamo per arrivare all'autostrada è la via Appia, dove si possono ammirare le bellissime rovine dell'acquedotto romano.
Penso che a Roma tra case, bus e negozi, c'è un pezzo di storia dappertutto, e ciò mi piace molto. Ecco che dopo aver fatto rifornimento ci accodiamo alle macchine in fila sull'autostrada.
C'è molto traffico, causato soprattutto da un incidente. Un antipatico contrattempo che allungherà notevolmente i tempi di percorrenza, ma io non me ne curo più di tanto.
Penso soltanto a come saranno queste terme, ho molti dubbi ma sono allo stesso tempo molto curioso ed eccitato all'idea di quel che vedrò.
Dopo l'autostrada arriviamo nei pressi di un paesino chiamato Montalto, attraversato il quale ci appare il cartello d'indicazione per Saturnia: percorriamo l'ultimo tratto di strada in mezzo alla campagna toscana, verdissima e rigogliosa, piacevole e spettacolare alla vista e poi, finalmente, un'ultima curva prima di giungere a destinazione.
Inizio a vedere persone in costume da bagno, le solite bancarelle, macchine parcheggiate in ogni anfratto e un bar all'ombra.
Dopo un'avventurosa gimkana tra le macchine in sosta, alla ricerca di un parcheggio libero e una breve sosta al bar, scendiamo lungo una stradina che conduce alle terme, che si intravedono a poco a poco, mentre io sto accanto a mia zia, sempre curioso e con un dubbio...
Per primo sento il fruscio dell'acqua. Cammino lentamente, muovo la testa attraverso le persone, per scorgere quest'acqua limpida e leggermente vaporosa che scorre dall'alto verso il basso, passando in mezzo a delle vasche gremite di gente che sta beatamente seduta a prendere il sole; che cammina in mezzo all'acqua spostandosi da una vasca all'altra in cerca di un luogo più confortevole e meno affollato; che cerca la posizione più idonea a ricevere un getto d'acqua più potente o più rilassante, a seconda del piacere ricercato o che cosparge il proprio corpo col fango pescato sul fondo, per farsi delle maschere di bellezza.
Guardo lo spettacolo che mi si para davanti e dico soltanto "bellissimo":questa parola contiene in sé tutto il mio stupore, ma anche la mia curiosità appagata; è una cosa che non avevo mai visto prima d'ora, è per i miei occhi uno spettacolo imponente e suggestivo, un piacere da gustare tutto nuovo.
Nonostante tutto, rimango vicino ai miei zii perché non so come muovermi, dove mettere i piedi, nè dove avere prudenza. Oltretutto io ho pregiudicato queste acque dato che si sente il cattivo odore dello zolfo e non di uova marce, come pensavo all'inizio.
Mia zia ci guida verso uno steccato, messo a protezione di un vecchio e bellissimo mulino, oggi in disuso, facendoci aggrappare ad esso con le mani perché ho scoperto da solo che le rocce per raggiungere le vasche sono scivolose.
Così, metto finalmente i piedi in acqua, piacevolmente calda, che subito affondano tra le pietroline deposte sul fondo, facendomi un piacevole massaggio, ma anche un po' di solletico.
Mia zia prende posto e si stende in acqua senza i suoi soliti -"Brrrrr, è fredda!"- che fa al mare, quando scende in estate dai nonni. A quel punto mi siedo anch' io.
Le prime osservazioni che faccio è che l'acqua è totalmente diversa da quella che conosco io, ha qualcosa che la fa sembrare leggera e vaporosa, liscia e spumeggiante al tatto e considerato il percorso che fa; ci è voluto poco tempo per lasciarmi andare, poi mi immergo in una vasca più grande e più profonda dal cui bordo superiore scorre un getto dolce che mi massaggia le spalle in modo soave: quell'acqua è un vero beneficio!
A quel punto, scomparsi i miei timori iniziali, comincio a spostarmi tra le vasche situate nella parte superiore, dalla cui sorgente (l'enorme foro sulla parete della montagna) fuoriesce un getto ininterrotto e potentissimo che fa sì che il livello delle vasche sottostanti si mantenga sempre costante.
Da lì, abbastanza agevolmente, mi sposto con cautela per raggiungere le vasche più a valle, per poi andare nel corso d'acqua più grande in basso: un fiume caldo e calmo, laddove la furia dell'acqua che sgorga impetuosa dallo sbocco d'origine finalmente si placa, stanco alla fine di una lunga corsa e di un estenuante sforzo.
Intanto osservo le persone sedute o stese come se fossero in poltrona, comodamente sistemate e intente chi a sonnecchiare, chi a chiacchierare, chi a prendere il sole, tanto da spingermi a chiedere a mia zia se queste vasche siano naturali o modellate dall'uomo. Alla risposta che è tutto naturale penso che la natura alcune volte crei queste comodità proprio a favore dell'uomo, quindi io e mio zio l'abbiamo sfidata questa natura, andando a metterci sotto il getto diretto della cascata, risalendo il corso dell'acqua.
Non so quant'acqua ho bevuto, ma quanto mi sono divertito ad andare sotto il getto e non sentire niente! Solo questa forte spinta che non mi fa alzare la testa e a cui inutilmente cerco di opporre resistenza.
Come mi spiega mio zio è come ricevere un massaggio cinese sulla schiena, ma molto più energico e mi diverto ancora di più quando, pregustando già la scena della reazione che avrà, vedo mia cugina venire nella nostra direzione, stando attenta a non cadere per raggiungerci e che avanza come se camminasse su un letto di carboni ardenti.
E infatti, quando la pressione del getto d'acqua la investe in pieno, spostandola con forza, lei grida, ride e sputa allo stesso tempo, assume delle buffe espressioni col viso, così la prendiamo in giro dicendole che deve rilassarsi, sorridere di più e non far tante smorfie, altrimenti viene male nelle riprese con la telecamera.
Lì sotto è come se facessi lo spavaldo con la pressione dell'acqua, ogni tanto trovo un nuovo appiglio sempre più sotto la cascata e sfido me stesso a resistere:una bellissima esperienza e pensare che non volevo assolutamente bagnarmi i capelli. Impossibile!
Subito dopo aver mangiato gli ottimi panini che la zia ha preparato torniamo in acqua. Nessun pericolo d'indigestione data la temperatura dell'acqua.
Io ormai ho preso confidenza con le vasche e mi avventuro a camminare senza appigli e veloce come se non ci fosse pericolo alcuno di scivolare e il luogo non avesse per me nessun nuovo segreto da rivelare: tuttavia prendo molte cadute ma nonostante ciò mi diverto.
Poi mi metto nel mio angolino preferito e quasi mi appisolo sotto quel vigoroso e benefico massaggio alla schiena.
Più volte vado a sfidare la pressione del getto e mi sento spingere contro come se mi volesse spazzare via a tutti i costi. Dopo lo strapazzo del getto, che dopo un po' comincia ad essere sfiancante, passo alla vasca più rilassante che tra il tepore dell'acqua e le folate di vento, ti fanno sentire un brivido sulla pelle.
Dopo esserci cambiati e messi in macchina sulla strada del ritorno, riesco a resistere poco tempo attivo e senza accorgermene mi addormento: mi sento spossato ma rilassato.
Tornati a casa mi sento la pelle liscia e pulita in modo indescrivibile. Alla fine ho capito che cosa sono le Terme e me ne sono fatto un'idea precisa, dato che mi sono confuso inizialmente quando mia zia mi parlava di vasche.
Quando ho visto quelle di oggi ho avuto una bella sorpresa, ora capisco perché anche i miei cugini, che ci sono stati prima di me, vorrebbero tornarci: sono anche importanti per la salute da quanto ho capito e provato sulla mia pelle.
È stata una bella esperienza, la consiglierei a molte persone ma non la pubblicizzerei troppo perché poi ci va troppa gente, come dice mio zio scherzando.
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- Mio nipote è lucano, come mia moglie ma la Basilicata è comunque dall'altra parte del mondo. Certo, un prof come te farebbe comodo ma penso che farebbe perdere la voglia pure a te. È una causa persa in partenza :ha proprio un rifiuto. Piuttosto, forti i tuoi trucchetti. Lo passo a mia moglie. Te li sei ricavati tu o esistono da qualche parte? Ammazza che cervello hai: a beautiful mind (senza riferimenti al film )
Anonimo il 08/02/2012 14:09
Mi piacerebbe lavorarmelo in matematica e fisica un ragazzo così... la sai l'ultima? sono cinque anni che do lezioni gratis solo a ragazzi di buone capacità ma che non hanno interesse per la materia... mi diverto un sacco... una contropartita: la mamma deve essere carina... ahahah
Perccato che sia siciliano, immagino.
Ho un racconto nel cassetto nel quale parlo dei miei trucchi per far piacere la pappa ai bambini cattivi: un piccolo esempio è la divisione per cinque, che non esiste nelle voglie e nelle naturali tendenze dell'uomo. E allora, non farlo... moltiplica per due, cavoli... quello lo sanno fare tutti, specie con lo stipendio... vorrà dire che poi togli un virgola, o uno zero. Che vuoi che sia... esempio1203, 1 diviso cinque = 240, 62 cioè mentalmente ho fatto 120, 31 X 2. Sforzo mentale nullo. ciaociao... ne ho mille di queste cose.
- Caro Giacomo, il nipote è appartenente alla famiglia di mia moglie (che brutta locuzione, ma non ne trovo una migliore) e quanto al suo futuro non so cosa diventerà perchè per il momento di studiare non ne vuole proprio sapere: è gia tanto se concluderà le superiori, non per mancanza di capacità ma di volontà. Inutile dire che tra mia moglie e mia cognata è una lotta per convincerlo a proseguire gli studi. È un peccato perchè e molto dotato soprattutto per le materie letterarie mentre è una frana completa in matematica, quasi come lo era mia moglie un tempo. Vedremo se cambierà idea col tempo. Noi non molliamo e cerchiamo sempre mille occasioni per fargli tirar fuori la penna... Che abbia delle buone doti narrative è fuor di dubbio. Ha scritto anche altre cose, molto belle, ma lui non le considera proprio, è persino restio a farcele leggere per paura che le troviamo poco interessanti... Forse tutto questo discorso non c'entra in questa sede ma visto che l'ho scritto qui, ormai lo lascio. Grazie della lettura e a rileggerti.
Anonimo il 08/02/2012 13:18
Diciamola tutta... se questo ragazzo è riuscito a tenermi incollato al video ed in seguito andare su google a cercare questo paradiso( belle le immagini che hho trovato), vuol dire che è nato narratore. e posso già immaginare quello che accadrà. magari diventerà medico, o ingegnere, o avvocato, ma questa sua indole del narratore gli resterà appiccicata come una seconda pelle. bravissimo... e bravo tu, Fernando, a stimolare questi niponi isolani, se ho ben capito. ciaociao
- Bianca, ti ritrovo piacevolmente a commentare anche questo racconto. Che dire, grazie per l'assidua presenza e sì, hai ragione! Sono tanti i paesaggi e i bei luoghi che la nostra terra ci offre... io piano piano cerco di spuntarne uno in più dalla lista, che è piuttosto lunga. Non dispero di visitarne la maggior parte, chissà...
- Ciao Carla, cara amica mia. Scusa se rispondo così tardi ma rimedio adesso. Allora ti è piaciuta la descrizione? Va bene non fare troppa pubblicità ma se ti capita di poterci andare, fallo. Va bene in qualsiasi stagione, anche adesso... solo che ti devi rivestire più in fretta. Io e mia moglie siamo amanti delle terme: ospiti quasi fissi di Ischia terme...
- La dovizia di particolari e l'accuratezza delle descrizioni invoglia fortemente a visitare questo luogo "paradisiaco", uno dei tanti suggestivi angoli che la nostra bella Italia ci offre e che varrebbe la pena di visitare... Complimenti a chi ha proposto la località e a chi ne ha saputo esaltare le qualità.
Anonimo il 13/01/2012 15:12
ferdi l'hai descritto così bene che seguirò il tuo consiglio... magari come tu dici non diciamolo a tutti...
comunque conosco l'acqua termale e devo dirti che è una bellezza... bacioni sempre bravo
- Sono contento che ti sia piaciuto, Gina. Grazie per la lettura e il bel commento.
- Una gran bella descrizione, vista con gli occhi di chi assapora un'esperienza tutta nuova, piaciuta!
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