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Nel mio presente ricordo:
E fu così che nell'estate del millenovecentottantacinque incontrai il mio primo dolce e prezioso amore. All'ora ero solo una quasi quattordicenne; per l'esattezza tredici anni e mezzo.. una piccola Lolita!
Il corpo in metamorfosi poneva i giusti segni nelle forme del corpo che divenivano sempre più sinuose, e fulgide. Un po' più piene; ad ogni passo divenivo sempre più femminile. Smessi i panni del maschiaccio che era sempre stato in me, mi accingevo ad intraprendere nuove scoperte, non solo del corpo, ma anche del cuore.. e di lì a poco tempo avrei veramente scoperto..."L'uomo ideale" colui che sarebbe dovuto diventare il mio "Principe Azzurro", ignara che questi meravigliosi eroi dell'amore e del cuore potessero ingrigirsi!
Era l'epoca in cui apprendevo notizie leggendo giornali come Dolly e Cioè. Immancabilmente venivo a conoscenza delle nuove scoperte dalle mie coetanee del periodo.. consultazioni con le amiche del cuore, desideri e passioni inconfessabili anche per loro restavano riservatamente poste nei miei pensieri.
Mai avrei immaginato che quell'estate avrebbe designato i chiari motti del cuore, mai avrei immaginato un'esperienza d'amore, visto che all'epoca giocavo come una bambina. Con i miei amici( in particolare, maschi) scorrazzavo in bicicletta, facevo gare senza fiato, partite a palla volo, risate a volontà. Ah, che età spensierata!
Con l'arrivo di Giugno c'era già un gran caldo e, di fronte a casa mia, vivevano due simpatici nonnini E. ed E. I due avevano 4 figli, immigrati a Bruxelles fin dalla nascita; anch'essi crebbero i loro figli, quindi i due divennero nonni di 7 nipoti che puntualmente, ogni estate, venivano a trascorrere l'estate in Sardegna. Il capostipite era sempre lui: il primo ed il solo Bernard. "Carino".. una vera peste probabilmente cinico e viziato, almeno i miei occhi lo vedevano proprio così!! "Antipatico"dicevano i miei pensieri. Bernard era biondo con occhi chiari e nasino irregolare, non tanto alto, e gambe storte. Ma assomigliava tantissimo al celebre attore Leonardo Di Caprio. Ogni volta che lo vedo me lo ricorda davvero tanto. Sentivo le grida di nonna "E" che gracchiava: "Bernard, Bernard dove sei??" e, quando lo acchiappava, lui stava sempre in cima ad un albero. Sì, aveva la prerogativa di arrampicarsi sulle piante del grande giardino finché la nonna non lo sgridava: " vieni giù da lì o ti farai male!?! Ma tanto erano inutili quei ripetuti gridi di allarme, duravano un'eternità, e lui se la rideva alla grande. Io ho sempre trovato il suono della sua voce ridicolo, buffo! Invece, dopo averlo conosciuto, ho compreso che le piaceva farla disperare. Tutti insieme, figli e nipoti a seguito, giungevano a turno di mese in mese; erano molto divertenti, un misto Sardo Belga che in vacanza potevano sbizzarrirsi e diventare chiassosissimi. Quasi subito dopo l'arrivo di Bernard arrivavano Annamaria e suo marito con i figli a seguito, (i cugini più piccoli) una compagnia divertente per il tipo in questione che li adorava.
Portavano con loro un gommone,( da abile sportivo praticava sci d'acqua,) e insieme trascorremmo fine giugno e tutto luglio. Tity o Toto era il modo che usava per vezzeggiare zietta e zietto, così mi spiegò Annamaria, ed a me quel modo piacque tanto. Quell'estate iniziai veramente a conoscerlo. Non mi era più così antipatico; aveva, ed ha ancora, una simpatia fuori dal comune. Ricordo i nostri giochi in acqua. Non mi dava un attimo di tregua ed io non ne capivo il motivo; ignoravo perché si divertisse a rompermi le scatole. I giochi con la sabbia mi facevano arrabbiare da morire, (ed ancora oggi è così) ed allora credevo di odiarlo! Correvo in mare per ripulirmi e lui mi veniva a schizzare facendomi bere acqua; tutto ciò lo faceva apparire insopportabile, però mi divertiva. Io vedevo la situazione ridicola, possibile non capisse che era un vero rompiballe? Mentre ridevo a volontà bevevo bocconi salati, tanto più che quando riuscivo a divincolarmi, si faceva aiutare dal cuginetto di 3 anni. Ogni tramonto decretava la fine serata, sfiniti ma spensierati. E ogni notte ci incontravamo tutti fuori a prendere il fresco e passeggiare. Le voci e le nostre risate portavano allegria nella via principale, dove vivevo tanto tempo fa. Calde notti a mangiare gelati infiniti. Calde notti che sapevano dei nostri profumi, freschi di docce fra shampoo e bagnoschiuma.
Bernard mi annusava dolcemente e, in quell'italiano complicato, riusciva a dirmi che sapevo di buono, mi prendeva in braccio e diceva che ero piccola, ma pronunciava quelle parole a se stesso che aveva 18 anni. Le sue frasi erano irresistibilmente infantili e scaltre. Ed io sì, ero veramente piccola! Canticchiava per me una canzoncina in francese con il mio nome.. mi imbarazzava e non so perché non gli chiesi mai il significato. Finché arrivò la notte, una notte fra le notti, quella speciale bellissima che a me pareva promettere un grande amore, per tutto il resto dei miei giorni.
La luna era piena, gravida di passioni sconosciute, bellissima. Io non smettevo di guardare la sua immensità: una regina fra perle diamantate. Le stelle erano pietre preziose che illuminavano le viuzze di paese, i grilli espandevano nel vuoto silenzio notturno e tardo, i loro canti liberatori e interminabili che si ripetevano costanti come il battito di un cuore che freme. L'aria era piacevolmente fresca, e mentre il cammino ci conduceva per vie ignote e buie si parlava e si rideva. Continuava a fingere di baciarmi; non so come arrivò a quel gioco. Non riesco a ricordarlo, ed infatti agli inizi mi irrigidivo, poi pian piano, lentamente fra una risata e l'altra, quando mi sentii sicura fingesse giocandoci sopra, mi rilassai del tutto. Fu allora che tolse la sua mano da sopra le mie labbra, e le baciò, con una dolcezza a me totalmente sconosciuta, con tutta la dolcezza irresistibile alla quale non seppi oppormi, e continuando cominciò a piacermi. Sempre di più. Poi mi lasciò ed io restai imbambolata, con le guance arrossate tutta confusa e con le gambe molli, il cuore batteva come un tamburo vibrante. Mi riprese il viso dopo aver compiuto soli pochi passi, e mi baciò ancora all'infinito. Finché arrivò l'ora di tornare a casa; dovevamo far presto, e furono quelli i momenti più belli nel quale riuscimmo a trattener il tempo, contro le porte della notte. Mi toglieva il fiato e nell'affanno infinito di baci sussurrava: "sei mia.. sei bellissima! una passione dolcissima che scoprivo con lui, implorante ripeteva il mio nome, e le sue mani esploravano quel corpo vergine con tenere carezze che seppero accendere piaceri profondi, misti a paura. Fu il nostro attimo eterno! i nostri sguardi si incrociavano, il mio ed il suo si fondevano anima e cuore. Quella notte le vie buie erano sconosciute dimore, illuminate dagli astri che segretamente avrebbero incoronato la nascita di un'amore estivo. Nei giorni seguenti fummo discreti, attenti a non farci scoprire. Durante il giorno i nostri giochi svilupparono un'alchimia che alimentava il momento del nostro segreto incontro. Come avrei voluto dirvi che questo ragazzo, divenuto uomo, è diventato mio marito! ma cosi non è stato, lasciò un vuoto luttuoso in fondo all'anima mia, non ebbe mai il coraggio di dirmi perché fra noi tutto finì! Codardo?
Furono pugnalate nel cuore.. quanto mi fece male!!
Il principe azzurro aveva perso il suo colore, si era ingrigito, e rimane Leo di Caprio a ricordarmelo sempre, quell'estate, quelle notti, quei profumi, furono negli anni la cornice di un'amore che non ho dimenticato mai.
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1 recensioni:
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- In questo racconto c'è tutta la freschezza della gioventù dell'innocenza, della purezza. C'è la magia del sogno, dell'avventura, del proibito, dell'inesplorato.
Il tutto è armoniosamento espresso con una semplicità con una dolcezza velata di malinconia che avvolge il lettore in un alone di fascino, quasi trascinandolo nel racconto stesso facendoglielo vivere in prima persona.
Gabri è un bellissimo racconto l'ho letto ed apprezzato a fondo.
Giorgio
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