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L'amore è un demone
Camminavo sotto la pioggia, per strada, nonostante l'acquazzone c'era molta gente; Milano è sempre piena di vita. Camminavo silenziosamente per le strade verso quella che ora era la mia casa, quando lo vidi.
Era a una decina di metri da me, mi sorrise di sbieco e si imbucò in una piccola via. Io mi gettai subito al'inseguimento, appena entrata nella via però non vidi nessuno mi guardai intorno, niente; scossi la testa "non poteva essere lui", mi ero sicuramente sbagliata.
Tornai a casa, vivevo in una palazzina in centro città, in un appartamentino; mi levai i vestiti bagnati e mi infilai il pigiama ma non potevo fare a meno di pensare a ciò che avevo visto, sembrava proprio lui. Ero proprio stanca... era stata una giornata infernale.
***
Ero sul campo di battaglia alla destra del mio generale, pronta a combattere e a morire per la nostra causa; il nemico era di fronte a noi a non più di duecento metri di distanza pronto ad attaccare. In pochi attimi si scatenò l'inferno. Avevo già ucciso cinque demoni con la mia spada, ma al'improvviso fui atterrata e bloccata a terra. A bloccarmi era stato il re dei nemici ma non sembrava intenzionato a farmi del male, si limitava a tenermi ferma e a fissarmi. Cercai con tutte le forze di liberarmi ma era tutto inutile. Lui aveva i capelli neri come il carbone e ricci che gli ricadevano sulle spalle e gli occhi... i suoi occhi erano profondi buchi neri ma... non mi guardava come si guardava un nemico... perché?
Il mio generale fece per colpirlo ma il re lo schivò e io finalmente libera cercai di aiutarlo ma si udì il suono del corno, il segnale della ritirata, bisognava correre ma durante lo scontro ero rimasta ferita a una gamba e la ferita non voleva saperne di smettere di sanguinare, ero troppo lenta, mi cadde la spada ma prima che potessi raccoglierla il generale mi prese in braccio ed iniziò a correre per portarmi al riparo, stavo male e i miei occhi stavano per chiudersi, l'ultima cosa che vidi fu il re nemico fermo, immobile a fissarmi pensieroso poi non vidi altro che buio.
***
Mi svegliai di soprassalto, avevo sognato un mio ricordo di 5000 anni fa, la battaglia degli angeli e dei demoni e fu proprio in quella battaglia che lo vidi per la prima volta e fu in quel giorno che persi la mia spada. Io, uno degli ultimi angeli creati da dio avevo perso la spada in battaglia, a differenza degli altri angeli dio mi aveva creata un p'ò diversa, invece che biondi o castano chiari avevo i capelli neri e ricci molto lunghi e invece di occhi azzurri o dorati li avevo verdi come le foglie in primavera insomma... un angelo strano. Ma forse per questa mia diversità il re dei demoni, re degli angeli che avevano abbandonato dio mi aveva risparmiato pensando che non ero un angelo... ma come mi aveva guardata... come se gli avessi tirato una mazzata in mezzo agli occhi. Quando ero tornata a casa ferita e senza spada mi ero sentita umiliata! Negli ultimi giorni si era sentito dire da una voce anonima che la mia spada era stata vista sulla terra più precisamente in Italia a Milano e così con l'approvazione di Dio mio padre ero scesa sulla terra per verificare se le voci fossero vere o meno, naturalmente tra gli umani non potevo andarmene in giro ali in bella mostra così Dio mi donò una collana con un ciondolo d'argento a forma di cuore alato che sarebbe servito a nascondere le ali da occhi indiscreti. Ero a Milano da 3 giorni e per ora nessuna traccia della mia spada ma dovevo avere pazienza e continuare a cercare nei posti più logici in cui cercare, i bazar magici che erano gestiti da angeli da demoni e a volte da creature di dubbia natura ma per quanto chiedessi nessuno sembrava saperne niente.
Mi stavo incamminando verso un bazar magico che a detta di tutti era il peggiore in circolazione, anche se non era mai successo niente di tanto strano la dentro. Emanava sensazioni negative... mi fermai davanti alla porta, il cielo si oscurò improvvisamente coprendo il bellissimo cielo azzurro che c' era prima, l'entrata del negozio era molto tetra tutta nera con vetrine che mostravano pochi oggetti tra qui varie bacche, radici, foglie ma anche cose come serpenti che si muovevano in alcuni contenitori e piccole teste rimpicciolite che pendevano dal soffitto... avrei fatto volentieri a meno di entrare ma era uno dei pochissimi bazar che non avevo ancora controllato. Sulla porta c' era un cartello bianco con la scritta rossa
Suonare
Il
Campanello
Effettivamente la freccia indicava un campanello rosso accanto alla porta eppure... avevo un brutto presentimento ma se c' era anche solo una possibilità che la mia spada si trovasse la dentro io dovevo tentare!
Così mi armai di coraggio e suonai il campanello, Aaaaaaaaaahhhhh! Il suono del campanello era un terribile urlo di donna registrato! Dallo spavento feci un salto in dietro bianca come un lenzuolo e con i capelli dritti in aria, che paura!
La porta nera si aprì cigolando, dentro c' era una tenue luce rossastra che proveniva da una lampada in fondo alla stanza scura così raccolsi i cocci di quel che restava del mio coraggio ed entrai ma sicuro come l'inferno ad un altro scherzo del genere il mio cuore non avrebbe retto! Davanti a me apparve una vecchietta con i capelli bianchi, lunghi e la schiena curva ma la cosa strana erano i suoi occhi grigi, calcolatori ma prima che potessi parlare lei mi sorrise stendendo le rughe del viso " vieni mia cara, ti porto da ciò che stai cercando" e così dicendo mi fece cenno di seguirla " allora è qui? È qui la mia spada?" chiesi speranzosa di aver finalmente finito di girare la città alla ricerca della mia spada perduta, lei senza rispondermi entrò in un corridoio e solo dopo alcuni passi parlò " si mia cara ciò che sta cercando è qui venga con me" e mentre ricominciava a camminare io mi sbrigai a seguirla, il tragitto fu molto silenzioso e lungo ma poi arrivammo davanti ad una porta rosso sangue con una maniglia d'oro a forma di testa di diavolo " prego mia cara oltre questa porta troverà ciò che sta cercando" io osservai la vecchia signora che mi sorrideva col volto incartapecorito il mio istinto mi diceva di non aprire quella porta, diceva che aprirla mi avrebbe solo portato guai ma ormai era troppo tardi, aprì la porta ed entrai. Avevo appena varcato la soglia e all'improvviso una luce potentissima mi accecò per un momento, costringendomi a chiudere gli occhi e quando li riaprì notai con orrore che attorno a me era pieno di demoni dalle ali spalancate che non facevano altro che osservarmi e sghignazzare divertiti dal terrore che leggevano sul mio volto, era la fine, senza spada e tutta sola non avevo possibilità di sopravvivere.
" non essere così spaventata piccolo angelo, nessuno ti farà del male" mi voltai di scatto verso quella voce, era lui, il re dei demoni, satana, belzebù, il diavolo, l'angelo che aveva voltato le spalle a dio. Il re nemico che mi aveva immobilizzato durante la battaglia. Era seduto su un trono di legno scuro, era vestito come un umano, jeans neri attillati una t-shirt grigio scuro con davanti un enorme teschio nero alato e un giubbotto di pelle nero ma nonostante il suo abbigliamento che puntava senza ombra di dubbio a intimidire chiunque lo guardasse non era quello a farmi tremare le ginocchia, la cosa che più spaventava era il suo sorriso, pigro, predatore, come se avesse l'assoluta certezza di aver già vinto."non ci siamo ancora presentati ma scommetto che tu già sai chi sono" mentre pronunciava queste parole sorrideva compiaciuto e quel sorriso accendeva una favilla nei suoi occhi, una favilla pericolosa. Le ginocchia stavano per cedermi e la mia voce per la paura si rifiutava di uscire dalle mie labbra " ma ciò che voglio sapere è chi sei tu? So che sei uno degli ultimi angeli creati da dio ma tutto il resto di te è un mistero... perché sei qui in casa mia?" mi pose quella domanda come se sapesse già la risposta, lo vedevo nei suoi occhi lui lo sapeva... solo allora compresi, era stata tutta opera sua, lui era la voce anonima, finita la battaglia aveva preso lui la mia spada. Con quella consapevolezza e una rabbia crescente per essermi fatta trarre in inganno risposi con voce ferma " mi chiamo Rachel e tu sai perché sono qui e cosa sto cercando" il suo sorriso si allargò ancora di più poi schiocco le dita e immediatamente un demone alto e robusto inchinandosi davanti a lui gli porse un oggetto avvolto in della seta rossa " si piccola Rachel tu stai cercando questa" disse levando lo strato di seta rossa che ricopriva la mia spada, quasi istintivamente feci un passo avanti e il diavolo si mise a ridere compiaciuto del fatto che io fossi li, nella sua casa e che tutto stesse andando proprio come aveva pianificato.
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