Sara è distrutta. Ha sul braccio sinistro tante cicatrici che si vergogna a mostrare. Sara ne ha tante anche sui fianchi. Sara mette il fondotinta per coprirle, anche se ha le maniche lunghe. Sara chiude gli occhi per non vedere. Ride per non piangere.
Sara ha smesso di vedere il mondo attraverso un vetro. Sara ora è esposta, vulnerabile al mondo.
Sara ha un po' paura. Perché si sente come sull'orlo di un precipizio. Sara sta crescendo e si sente eccitata di questo. Sara ora si sente bella e con il mondo in mano, ma l'attimo dopo tentenna come una bimba.
Sara è quello che è. Si sente folle, ma anche responsabile. Non è incoerente. Non è pazza e non ama quei lunghi elenchi di aggettivi che ora si usano per descriversi. Sara non saprebbe descriversi, se dovesse farlo. Perché è timida, ma alla fine riesce a legare con tutti. Sara è egoista ma ha sorrisi per tutti, Sara si sente inadatta ma alla fine se la cava in ogni situazione. In effetti, Sara si sente un po' confusa. Ed è convinta che sia l'età. Sara vorrebbe che l'adolescenza durasse per sempre, sebbene sia solo all'inizio di essa. Sara si sente stanca e debole, perché oggi ha fallito.
Sara è testarda e lotta sempre per ciò in cui crede. Sara ha utopie. Spesso Sara sembra cattiva e cinica, in realtà è una grande sognatrice. Sara ha solo paura, ma sta lottando per non averne più. Sara ha paura dell'amore a volte, delle cose che le fa fare.
A Sara manca tanto Marco, che ora è a Parigi, distante chilometri. Sara è spesso ansiosa, soprattutto. Sara è antropofobica, ma stringe i denti e fa sempre finta che vada tutto bene, sebbene sudi freddo tutte le volte.
Sara vorrebbe sbalordire tutti, ma alla fine delude solo.
Sara preferisce rimanere così com'è. Camminare da soli, secondo Sara, è sempre cento volte meglio.