Nessuno di noi era mai andato oltre il muro a secco, dove si vedeva solo cielo e piante di limoni. Ci avevano detto di non allontanarci dal paese. Si giocava a pallone nel campo a ridosso della chiesa, o alla guerra fra le case diroccate, ma ogni tanto guardavamo il muro e i limoni, immaginando quello che poteva esserci al di là. Passò l’estate. Da tempo si parlava della nuova provinciale che correva giù a valle, dopo i campi di limoni. “La si prende facile con la strada bianca che trovi dopo casa di Pino”, disse Adelmo a papà indicando a lungo con il braccio. La macchina correva alzando nuvole bianche, come fa la nave con le onde. Da una parte e dall’altra, il verde brillava di puntini gialli. Con la mia Oklaoma in pugno guardavo attento quel mare che si apriva. In fondo alla strada bianca, dopo i campi di limoni, c’erano le donne sedute con i vecchi fuori dalle case. Tutti ci guardavano, e anche i bambini corsero a vedere: uno, sorridendo, mi salutò a due mani. Appoggiata l’Oklaoma sul sedile, ricambiai, appena prima che papà si immettesse sulla nuova provinciale.