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l'onestà esiste ancora
"La vita ti sorprende sempre quando meno te lo aspetti."
Questo luogo comune ha avuto per me un significato decisivo.
Non mi muovo mai. Mio marito odia viaggiare. Anche io, da un po' di tempo, ho la fobia delle valigie. Non saprei da che parte cominciare a prepararle.
Ma quel giorno la mia compagna di footing mi sedusse con una frase inaspettata. "Mercoledì prossimo andrò con amici a fare il percorso in bici San Candido -Lienz. " Mai prima di allora parole come panna fresca mi erano entrate nelle viscere. Provai quasi un orgasmo. Subito intervenni con decisione: "C'è un posto anche per me? Sono anni che che desidero andarci. Ti darò qualsiasi cosa se mi porti con te."
"Bisogna essere pronti all'alba. Ti farò sapere."
"Sono disposta a qualsiasi sacrificio"risposi.
Non feci parola in casa della mia ennesima illusione. Non volevo essere presa in giro. Questa volta volevo essere libera di decidere. Non ero disposta ad ascoltare parole come :se... ma... e poi...
La risposta non tardò ad arrivare: "Sì".
Come una pazzerella lavoravo in casa fischiettando e cantando, veleggiavo nel mare dell'entusiasmo. La mia bici aveva visto il mare, tutta la campagna intorno al mio paese ma la montagna mai! Ed è lì che l'avrei portata : lei, vecchia, un po' arrugginita : la mia unica compagna di imprese solitarie.
Lei non sapeva che, come un uomo stanco della sua donna, l'avrei tradita e il destino si sarebbe vendicato.
Sì, perchè mio marito mi impose la sua volontà con la "vecchiona".
"Non voglio che tu vada con quella carcassa. Te la regalo io una bici nuova col cambio shimano..." E fu così che tu non conoscesti prati, boschi, cittadine di montagna. Lo confesso : ti ho fatto del male. Abbandonata come una scarpa troppo usata, ti ho lasciato nell'angolo.
Lei era bella, lucente, grigia e argento, leggera come piuma e docile alla mano. È vero l'ho accarezzata, come avevo fatto con te per tanti anni.
Alle cinque ero già in piedi: abbigliamento adeguato, zaino attrezzato.
All'arrivo a San Candido inforcai la bici : partenza! Il mio sogno si stava realizzando.
Il panorama tutto verde intorno. I bambini coi genitori mi sorpassavano veloci. Io no, pedalavo piano gustando ogni attimo, conscia che, di sicuro, la storia non si sarebbe più ripetuta. Almeno per me.
Arrivo a Lienz. Visita alla cittadina e poi subito al trenino per caricare le bici per tornare a San Candido. Una coda interminabile davanti ai vagoni (sembravano quelli che trasportavano gli ebrei ai lager). Carico la bici, qualche urlo in tedesco e...
"No!" grido"fermate il treno, la mia..."
Lei se n'era andata senza di me tutta sola. Non mi avevano dato il tempo di salire nel vagone passeggeri...
Una vocina mi sussurrava all'orecchio : "L'hai voluto tu. Se portavi me, non saresti lì a piangere come una scema."
Piangevo, infatti... vani i tentativi di parlare al personale delle ferrovie. Non conoscono neanche una parola d'italiano.
Passano trenta minuti e arriva un altro treno :vuoto.
Salgo con gli amici e qualcuno di loro, molto sadico, commenta: "Addio bici, quelle nuove spariranno per prime...".
Avrei masticato lui e le sue battute. Soffro in silenzio. Il tempo non passa mai.
La scritta ITALIA mi consola : "Sono a casa mia"penso.
Manca una fermata all'arrivo. Il treno si sta fermando :guardo dal finestrino e... le vedo lì tutte ammucchiate, come dolci sorelle, le une accanto alle altre vicino al binario, le bici sole e abbandonate. Scendo di corsa. Sbircio tra tutte. Lei è lì : brilla fra tutte. Grigia e argento con le borse nere ai lati della ruota posteriore.
Mi sciolgo in lacrime e ringrazio... non so chi... ma lo faccio.
La solita vocina : "Per questa volta te l'ho fatta ritrovare. Stai più attenta, però! Se lì ci fossi stata io... non mi avresti permesso di andare via così."
L'abbraccio la mia bici nuova fiammante ma il pensiero corre lontano a lei, chiusa nel garage di casa, sola e mesta.
Poi, stupita dall'evento accaduto, esclamo : " Allora l'onestà esiste ancora! Siamo a milleduecento metri di altitudine e quasi al confine con l'Austria. È forse questa la ragione di tanta fortuna? Oppure i ladri di biciclette soffrono il freddo e preferiscono rubare in città o al mare magari a Jesolo?"
Una storia vera accaduta il dodici agosto 2008.
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