C'è un sacco di nebbia oggi. Fuori o dentro, non fa differenza. C'è sempre nebbia!
Così, se si aprisse uno spiraglio, ti ci butteresti dentro a capofitto. Senza guardare, senza pensare. Non importa quali difficoltà potresti incontrare, né quali prove il tuo cuore dovrebbe sopportare. Ti butteresti e basta! Meglio l'ignoto del tragico, quotidiano grigiore che la grigia coltre omologa come un'inevitabile condanna, tacitamente accettata.
Ma non accade!
Anche la novità più scontata ti sembrerebbe pregna di promesse, foriera di emozioni, sepolte sì sotto il mantello dell'indifferenza che è divenuta la tua unica compagna, ma pronte a librarsi ancora in volo se l'occasione si manifestasse, di poter uscire dalla prigione dell'abitudine che è poi la più opprimente delle realtà.
Ma nulla accade!
È questa ineluttabile condizione che ti distrugge sempre più, giorno dopo giorno. Non riesci a sottrartene, ne diventi schiavo e magari poi pure ti piace, perché non hai altro da farti piacere e allora anche la gabbia si trasforma in casa. Ma non c'è tepore che tra le sbarre possa rimanere!
Che importa se fuori c'è il sole o la nebbia!
Il fatto è che non si tratta di depressione, ma di cinico realismo, forse. Forse perché sai che ciò che ti potrebbe rendere felice non c'è più; se n'è andato assieme ai ricordi che più non ti va di ricordare.
Eppure daresti tutto per poter bruciare ancora di desiderio, infiammarti di passione. Tutto per un'ultima scossa, un ultimo turbamento, un ultimo batticuore, anche se subito ti sovviene che non hai più nulla da dare! Il limbo è l'unico stadio che ti sia consentito. E lì la tua anima è scoperchiata, il tuo corpo non ha pelle, i tuoi neuroni sono spenti. Nulla ti serve, a parte la rassegnazione!
E rassegnato ti incammini, nella fitta nebbia senza vedere, senza guardare. E se incontri qualcuno che ti vuole per forza fermare per chiederti come va, con un sorriso rispondi: "Tutto bene, grazie"!