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Radioattivo
Puoi farlo.
Devi farlo.
Un uomo con la pistola è pericoloso anche quando non spara. Gli occhi sono azzurri, ma possono piangere.
Il cielo più sgombro può scatenarsi nel temporale.
Non c'è niente di male a lasciar vivere.
Perchè?
Non sarà difficile dimenticare un uomo che non ti può amare quanto meriteresti, che non ha avute che carezze fredde come l'acciaio. Che non ha fatto che sfregarti e fissarti. Sempre sul punto di fare qualcosa che tu non potresti immaginare, nè capire.
E non ti ho mai detto che anche per me è così. Una vita fatta di bivi senza mai scegliere una direzione. Sotto il culo una molla che non fa altro che pungermi.
Sedie per terra. Cocci di ceramica. Schegge di vetro. Tapparelle abbassate. Il cellulare che squilla per ore.
Perchè ti faccio dubitare di te stessa. Ti rinnego.
Fisso il pezzo di muro del soggiorno. Sfrego la tasca dei pantaloni.
Oggi c'è sole. Non credo durerà.
Perchè non voglio odiarti.
Ti ho preso l'anima per strapparla e ricucirla. Fino allo strappo successivo.
Non puoi più aspettarmi. Non puoi più fare e disfare la tela.
Il tuo bivio. Puoi farlo. Devi farlo.
Che senso ha insistere? Perchè ostinarsi? No. No! Consumare consuma, logorare logora, una piccola crepa può far crollare un muro. Non voglio. Non ti voglio.
Non c'è niente di male a non volerti.
Non sono il tuo bambino. Non sei madre. Non lo sarai dei miei figli.
Devi dimenticare un futuro che hai immaginato solo tu. Il letto matrimoniale, gli anelli, la culla, i primi passi, l'anniversario, un'altra culla, due mani di stucco sul muro del soggiorno. Mano per mano, la testa appoggiata, la risata, il sesso.
Non litighiamo più. Solo insulti e il tuo sguardo di speranza che tutto torni com'era.
Come non è mai stato. È un altro maledetto problema. Non c'è differenza tra adesso e prima. È sempre andata così.
Le sedie per terra, i cocci di ceramica, le schegge di vetro, le tapparelle abbassate, il cellulare che squilla per ore, è sempre stato così, prima delle tue torte, delle tue pulizie di casa, delle tue piccole mani, del tuo viso senza trucco, dei tuoi sogni, del tuo seno. Non sei mai stata paziente: non puoi esserlo con qualcuno che fa fatica a sopravvivere.
Che non sa perchè sopravvive. Che non si accontenta di chiedersi "perchè'" ma si ammazza anche di perchè sui perchè. Che fissa quel pezzo di muro che tu vorresti sbriciolare. Che si sfrega la tasca dei pantaloni.
Tutto in pezzi senza essere distrutto. Non è il martello, non è l'incudine, non è la mazza.
La mia testa ha sempre il colpo in canna. Il mirino sempre aperto. Fa parte di me.
Dietro quei centimetri di muro c'è una pistola, lo sai, e non voglio più vederti far finta di non saperlo.
Questa casa è già un poligono e non ha bisogno di altre sagome. Ne basta una.
Puoi farlo. Devi farlo.
Perchè nessuno ti obbliga a rimanere. A nessuno importa che tu faccia quella maledetta valigia e chiuda una volta per tutte questa causa persa. Non saresti la prima e nemmeno l'ultima. I sentimenti sono solo una scusa. Proiettili a salve. Sai che le cose devono andare così.
Prendi e fallo.
Prima di me c'era un altro.
Prima di te non c'era niente.
Tutto sarà così di nuovo.
Per me tutto tornerà dov'era prima. Da nessuna parte.
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1 recensioni:
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- Un testo capolavoro, che mi ha veramente colpito per tecnica( un ritmo veramente incalzante, un pezzo rock duro e puro)e per l'impatto devastante dei sentimenti inerenti a una separazione, tema così attuale.
Bravissimo
- mauro ti ringrazio per le belle parole, davvero entusiasta dei complimenti non rimane che migliorarmi.
buona giornata!
guido
- che dire Fernando. Grazie di cuore. una lode del genere mi spinge solo a darci dentro ancor più migliorando continuamente. perchè in fin dei conti è questo quello che devo fare.
una buonissima giornata
Guido
- Noto con piacere, ma è la mia personale visione, che le tue opere ( poiché questa mi ha incuriosito sono andato a curiosare) sono dotate di una forte carica dirompente, che esplicita e mette in evidenza vissuti e sensazioni, così profondamente e intimamente analizzati, da trasportare il lettore dentro gli eventi. Hai uno stile trasgressivo, un po' poeta maledetto, molto underground, se mi concedi il termine, ossia "sotterraneo" nel modo in cui lasci affiorare il pathos dalle tue introspezioni così sofferte e sviscerate. Coinvolgente
Anonimo il 04/03/2011 14:15
grazie! e tu stimoli me a leggerti. Anzi la considero una sfida... e io le adoro!
- sono davvero felice di averti soddisfatto Francesco. grazie mille dei complimenti, davvero. mi vien voglia di scrivere ancora grazie a commenti come i tuoi. ho una voglia matta di migliorare ancora...
spero di sorprenderti ancora in futuro
Guido
Anonimo il 25/02/2011 16:10
... mi ha fatto sorridere... anche perché hai ripagato la mia fiducia. Ti ho voluto leggere, così, di pancia, mi ispiravi. Ti ho letto di pancia e ciò che ho letto mi è piaciuto. Viscerale, patologico, ti prende dentro... bravo!
- ehi ragazzi grazie di cuore
@Katia: il buon Chuck è tra i miei preferiti. ogni sua citazione è sempre ben accetta, a prescindere
@Salvo: niente di autobiografico. però non posso negare che ci metto quasi sempre qualcosa di mio in quello che scrivo.
@Maria: mi fa piacere vederti immedesimata. solo che l'unica cosa a salve che ha quest'uomo è la sua vita
grazie a tutti, e scusate il ritardo - ultimamente sono di un'incostanza inaudita.
buonanotte!
Guido
- Mi è piaciuto, perché nonostante tutto mi rivedo più nell'uomo con la pistola a salve.
- Un film horror Guido, il film di un uomo che ha rinunciato alla vita e di conseguenza all'amore. Spero non sia un racconto autobiografico
ayumi il 14/02/2011 17:25
bello! sembra davvero la scena di un film! bellissima la figura della pistola, sempre presente... mi ricorda una frase di chuck palahniuk: "siamo tutti sorridenti con una pistola invisibile puntata alla nuca" (citazione forse non troppo corretta ma quello era il senso)
quindi compliments! =)
- grazie mille suz, ripassa quando vuoi
buonanotte
Guido
Anonimo il 11/02/2011 10:50
Bello, mi è piaciuto molto.
Suz
- ueh anto! grazie mille del suggerimento
il problema in questi racconti è proprio questo: il ritmo. scrivere racconti di mezza pagina word, max una intera, complica la possibilità di dosaggio della tensione.
il riuscire a partire piano e finire in settima marcia in così poche parole è un obiettivo che vorrei davvero raggiungere, ma è una capacità che davvero pochi hanno.
spero un giorno di imparare a farlo
grazie mille! scusa eventualmente i refusi, feci serata
buonanottissima!
Guido
- Bello Guido! Il tuo stile è sempre riconoscibile. Corre corre, facendomi quasi venire il fiatone. Dal racconto traspare rabbia e amarezza e le parole finali sono molto efficaci.
Forse, ma dico forse, dovresti dare un po' più di respiro. Non parlo di questo brano, che essendo corto va benissimo così. Dico nello stile che usi ( che a me piace) in modo tale da far risultare le frasi più importanti in maniera più efficace, evitando che si perdano in questo ritmo sincopato che ti viene così naturale. Ti faccio un esempio musicale. Io suonando la chitarra apprezzo molto di più un chitarrista che si mostra poco a poco. Magari per i primi due minuti del suo pezzo mi fa percepire quello che sa fare e mi fa desiderare l'assolo che arriverà, so già che arriverà prima o poi e quando arriva non posso far altro che applaudire. Ecco parti meno a razzo, e lascia che il lettore attenda un po'
- grazie a tutti e due
fa sempre piacere riuscire a far "trasudare" un raccontino.
con affetto
Guido
- Ha ragione l'ottima Roberta: da queste righe trasuda un immenso sconforto. Rovisti nelle pieghe più purulenti dell'animo con una grande perizia.
Grande racconto!
Anonimo il 07/02/2011 13:03
Guido!!!
"contorto" come piace a me!!!
mi ci sono immedesimata e ti giuro ho provato uno socnforto immenso!!
sembra la scena di un film!!
bravo mi è piaciuto un sacco!!!!
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