E la luna iniziò a bruciare nel suo torpore peccaminoso. Nel silenzio della notte, mentre la sua faccia nera si corrodeva piano piano, nessuno si accorse di ciò che stava accadendo. Nei letti i bambini sognavano mostri e viole, nelle auto i ragazzi continuavano a fare l'amore, mentre un uomo ubriaco tornava a casa per far evaporare l'alcool sul sangue livido della moglie.
Lei si chiedeva dove era andato a finire.
Il lupo gridava il suo dolore nel vedere lo scempio che avveniva.
Lui aveva perso la strada del suo cuore e cercava di ritrovarla leccando l'odore sconosciuto della pelle di una donna incontrata per sbaglio. O per destino.
E lì non c'era nessuno ad aiutarla e a combattere con lei. Tra i fuochi che scoppiavano dentro il suo cuore vergine il nome di nessun gladiatore risuonava tanto gagliardo da mettere a tacere la lenta morte effimera.
I bambini si risvegliano sudati nel sonno, con i battiti accelerati e la paura che corre veloce tra le vie buie cosparse di viole appassite. I ragazzi ritornano dal loro paradiso, e scendendo in purgatorio non si accorgono di essere prossimi all'inferno. Una donna giace svenuta ai piedi di un tavolo, il rosso vive in quella stanza.
Lei ha perso le speranze.
Il lupo ha finito la voce, la gola graffiata e consumata dal tempo.
Lui è giunto in un paradisiaco inferno.
Non c'è nessuno. Al suo funerale neanche un angelo a porgerle un fiore con pianto sincero, solo stelle morte le fanno compagnia.
I bimbi tornano nel calore delle loro lenzuola, l'alba è vicina.
I ragazzi tornano nelle loro case, con qualcuno in più che non sanno di avere con loro.
Un'ambulanza è diretta all'obitorio.
Lei lo guarda con gli occhi smarriti, non capendo i perché che le sferzano l'orgoglio anziano e indebolito per le offese subito.
Il lupo torna vagabondo nella sua tana.
Lui.
Lui ha perso per sempre la donna che amava.
Per sbaglio.
O per destino.