Stava annegando nel fumo dei suoi pensieri. Si affacciò alla finestra e andando oltre il suo riflesso unì le stelle con rette immaginarie, tracciando il nome della sua vendetta.
Continuava a guardare quei caratteri ostili, brucianti, ricordi di un rogo previsto e preannunciato.
La malattia calando le sue dita sottili e graffianti lo guardava morire in modo lento e indecoroso. Seduta sul divano mirava la scena, inquietante e quasi macabra agli occhi di uno sconosciuto. Il sangue era rappreso intorno alle narici di Lorenzo, ormai non si premurava neanche più di solleticare le speranze di una futura e quantomeno improbabile guarigione.
Venti giorni.
Un tempo sufficiente per terminare il suo credito spassandola alla grande, ma pur sempre un termine per le sue teorie riguardanti le infinite possibilità umane.
Pareri discordanti sul suo spropositato dolore gli avevano atterrato ogni pensiero di piacevoli prospettive di vita.
Una lapide con il suo nome era già pronta, Clara aveva anche premurosamente preso le misure per il miglior vestito in amianto. Sveva preparato le carte per la successione, il patrimonio era già stato sezionato e suddiviso.
Paradossalmente quel "matrimonio" era servito a qualcosa
Ripensò a quel giorno.
Il 15 luglio di cinque anni prima, quando tutto ancora funzionava, quando svegliarsi insieme al mattino procurava ad entrambi quel brivido di piacere nel poter godere di quei momenti di torpore prima di andare al lavoro, nell'unirsi con il loro amore per darsi il buongiorno. E come in un incubo eccolo di nuovo nel presento, con la sveglia gelida che continuava a sfregiare lentamente il cadavere quasi putrefatto del loro sentimento.
Una insistente finzione che iniziava fuori dalla porta del loro appartamento e cessava quasi in silenzio, nell'indifferenza della loro vita coniugale.
Le stelle avevano cessato di brillare, fuochi fatui che accompagnano la luna indifferentemente dalle circostanze esterne, non per dedizione, ma per quella gravità che le inchiodava nel loro cimitero.
La riflessione strappò a Lorenzo un sorriso: in fondo anche Clara era una stella.
Il gufo era coperto dalla notte, fissando il roditore attendeva il momento propizio per planare sulla vita.