- come i circoli d’acqua che si propagano in uno stagno.
- Come il pesce che si sposta sotto la superficie dell’acqua?
- No, non hai capito...
- Spiegamelo di nuovo.
- Dopo aver gettato il sasso nello stagno,
non guardare il pesce che fugge, guarda la superficie dell’acqua:
ti sposti come se tu fossi l’onda!
- Il suo movimento oscillatorio?
- Già… per ogni movimento e per ogni nostro spostamento
impieghiamo nuova materia;
un nuovo corpo ad ogni passo,
una nuova anima dopo ogni respiro: siamo come l’onda sull’acqua,
un movimento oscillatorio senza traslazione di materia.
- Ma come mai le nostre sofferenze ed i nostri pensieri
rimangono sempre gli stessi?
- Perché non si muovono…
- Non si muovono? - No. Non li muoviamo.
Son pochi quelli che s'applicano nel comprendere la domanda : "Esistiamo per davvero?".
Quei pochi, solitamente si fermano nell'accettare la risposta in una frase già fatta: "Il pensiero e il dubbio ci rendono vivi..".
Voi uomini siete, esistete in questo mondo da voi stessi creato perché provate... Paura. È il brivido, il tremore incontrollabile del temere che vi rende vivi.. dubbio e pensiero ne sono le conseguenze.
Lo comprenderete come sempre.. al mio arrivo!
Romantico è l'ultimo soldato rimasto che ancora continua a combattere e a resistere mentre il nemico avanza inesorabile;
Romantico è chi pur soffrendo non scende a compromessi per ottenere benefici, non rinnega il sogno che lo ha animato, la visione che ha amato;
Romantico è chi ormai esausto, ferito e a terra, invece di rassegnarsi e consegnarsi alla Realtà, con un atto di volontà estrema e folle passione fa violenza sul proprio corpo sanguinante, e rialzandosi spara lacrimante gli ultimi disperati colpi facendosi così uccidere pur di vivere, morire pur di amare, ma ispirando tanti e tanti altri dopo di lui alla vittoria finale.
Il cielo potrà cambiare colore milioni di volte, e le nuvole versare pioggia che potrebbe riempire oceani, ma le persone non si perdono mai per sempre... Le strade si separano e poi, misteriosamente, tornano a intrecciarsi, ed è curioso che tutto questo avvenga senza un perchè. Il perchè aspetta solo di essere scritto...
Entrai e fui subito colpita dallo spazio raffinatamente curato, stanze ampie e finestre da cui si vedeva il mare, ma era molto che non entrava il sole, la polvere di tanti ricordi e quadri alle pareti i giorni.
La casa era in vendita e con essa il suo passato, mi spiava lo sentivo.
Due appartamenti uniti insieme da una scala che portava fino al tetto da cui si vedeva il cielo, sconfinato. Mi è parso in quell'attimo di vedere due occhi che cercavano qualcosa, i sentimenti che in essa ci avevano abitato. La proprietaria era morta e i figli erano lontano, il marito si era rifatto un'altra vita, un divano, vasi senza piante, occhi senza pianto.
Le case hanno sempre di più di quattro pareti, le case sono persone che contengono la vita, le case hanno un passato, su cui si ergono le fondamenta, ma se manca il presente non avranno un futuro.
E lei era lì ancorata ai suoi ricordi, senza presente ed in disperata cerca di un domani. Bambini da far correre dentro le sue stanze. Giocattoli da sparpagliare sui suoi pavimenti, aria e luce da far entrare da quelle finestre... non ce l'ho fatta chiedevano troppo, ma tutte le volte che passo alzo lo sguardo verso le finestre, ora è abitata almeno sembra da lontano e lei mi strizza l'occhio...
La nostra vita ci somiglia alla loro più di quanto possiamo pensare, quante ne ho lasciate, ogni volta è un po' come tradire una persona che ti ha voluto bene, le torno a trovare spero ogni volta che mi possano capire, di nascosto da lontano, io sono loro e loro sono me, solo loro sanno chi veramente sono, mi vedono mi chiamano.
Ogni casa è una persona, ogni persona è una casa, quelle abbandonate mi lasciano l'amaro in bocca della morte.
Le case abbandonate non sono solo mistero o mura crollate, non sono solo tracce di un passato, sono voci inascoltate, cimiteri profanati dove i passi si perdono in cerca di una via d'uscita, tomba di un passato dove l'anima aspetta la sua resurrezione.
Una canzone sola ha sempre rappresentato l’ancora di salvezza del cinema italiano.
Nella cornice di una Roma antievangelista, un posto di rilievo lo occupano i plotoni di ragazzini che al massimo sarebbero stati chiamati sul sito dei marines.
«Una storia molto brutta». Fu questo il commento di alcune persone nei giorni prima della partenza. Sono sogni che meriterebbero discorsi più lunghi e utopistici, ma in ogni caso tocca a chi avverte il peso dei nostri figli non apparire estetico.
L’impressione di superiorità degli uomini si esamina rischiando la vita nell’individualismo. I singoli possono mescolarsi alla folla dimenticando però il nostro sistema culturale; in realtà l’intero concetto dell’educazione rilancia l’idea del valore comune. Tutto si mischia: internet, le tecnologie, lo sport, lo spettacolo, gli scandali.
Per tenere sotto controllo gli sbagli si è ipotizzata la distruzione degli habitat naturali: non è un danno da poco, ma si può giocare d’anticipo su scandali e ruberie che la pianta della corruzione ha sempre coltivato.
Insomma, anche dopo la decisione di eliminare il mito di Crono che divora i suoi figli, la trasformazione avverrà con l’aggiunta della fiducia agli sconfitti.
Quel giorno aveva voglia di uscire, nell'aria fresca e nella brezza mattutina, baciata dal caldi raggi del sole ancora timido, circondato da soffici nuvole bianche che gli facevano da morbido cuscino.
Aveva la mente libera, lo sguardo limpido e pulito, i capelli sciolti, le gambe ansiose di mettersi in moto, di prendere la direzione giusta. Si perché quel giorno, lei lo sapeva, avrebbe trovato la strada giusta.
Da tempo aveva voglia di trovarla, da tempo avrebbe voluto essere sicura del suo futuro, o almeno del suo presente. Ma non succedeva mai... non era nella sua natura.
È come prendere un fiore rigoglioso, nel pieno della sua crescita, luminoso nei suoi vivaci colori, al culmine della sua bellezza e metterlo sotto una spessa campana di vetro. Perderebbe tutta la sua vivacità, la sua forza, il suo splendore e luminosità. Sarebbe una violenza. Perderebbe la vita.
Anche per lei era così, ma non so perché si impuntava a voler trovare una strada, un percorso in cui restare almeno per un po'. Forse lo faceva per sentirsi uguale a tutti gli altri che sembravano così sicuri delle proprie cose, della propria vita e del proprio percorso.
Così quella mattina iniziò a camminare fiduciosa perché sentiva dentro che avrebbe finalmente trovato la propria via. Camminava e camminava, con la vita che le pompava il respiro, che quasi non la faceva respirare da quanta era e da quanto dirompente era.
Camminava e mano a mano che andava avanti aveva la sensazione di essere più leggera, più leggiadra, non faceva la minima fatica. Non era lei a guidare le proprie gambe, era la vita a spingerla avanti, a guidarla. La sua vita si stava impadronendo di lei. La sua pelle diventava a poco a poco più luminosa, quasi trasparente, radiosa. I suoi capelli rossi brillavano con tanta intensità che sembravano prendere fuoco. I suoi occhi verdi diventavano tanto profondi da sembrare oceano. E ad un certo punto lei non esisteva più e al suo posto una graziosa, vivace, colorata e
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