Condivido si, condivido no.
Ogni strada che mi son sforzato di prendere nella mia vita più di una strada è stato un tunnel, un tunnel che mi è crollato addosso... sempre...
Credo che più volte ho spostato macerie dalle mie membra ferite per uscire, trovando inizialmente il vuoto e, cercando per intuito o per caso, poi un "qualcosa".
Il tutto si è ripetuto diverse volte.
Son felice, in un certo senso, di poter avere una vita piena, anche se piena di macerie ma, come si è soliti dire in modo banale, non è forse invidiabile l'ignoranza e l'appiattimento che ne deriva?
Poichè dietro ignoranza non v'è il sentore di una mancanza, di un appiattimento, v'è solo il benessere, o presunto tale.
Personalmente, vivo... camminando su cocci di sogni... Li sento e mi fanno soffrire... Ma questo mi fa sentire vivo... Mi trovo in linea con questo aforima... Comprendo benissimo, comunque, la scelta di Luigi... Una questione di gusti... e conseguenti scelte.
Ho capito. Ragioniamo su due fronti opposti. Ciò che dici corrisponde al dire "non m'innamoro per paura che possa finire". Una condizione la tua che non mi sento di condividere minimamente. Meglio la passione all'appiattimento, ma come tu mi dirai tutto è opinabile. Rispetto la tua visione e ti ringrazio comunque del tuo commento.
A buon rileggerci.
Rudy
i sogni infranti per me sono tanto dolorosi da spingermi a disprezzare la vita una vita senza sofferenze è + raggiungibile rinunciando a molte cose, tipo le illusioni e molti piaceri dopo averci fatto l'abitudine si vivrà pure una vita piatta, ma comunque assai meno dolorosa
Chiedo scusa Luigi ma non riesco a capire la relazione fra il tuo commento e il senso dei miei versi. Forse sono io che non capisco o forse ciò che hai scritto è frutto di un fraintendimento... mi farebbe piacere se chiarissi il concetto. Grazie comunque.
Rudy
pur considerandomi un sognatore non posso concordare l'assenza di illusioni è uno dei doni che ci fa la morte la fine di ogni sofferenza vale più di qualsiasi piacere con retrogusto dolororso