Ascoltar una canzone, assaporarne ogni nota, ogni variazione perdersi per qualche secondo in una melodia che ti distacca dalla realtà facendoti volare al di là dell'orizzonte.
Osservi dall'alto il mondo, come son piccoli gli uomini da lassù, spii i loro più insisti segreti protetto da nubi che ti celano alla vista, volando con angeli che ti indicano la strada seguendo la scia di Maestrale.
Nota dopo nota veleggi allontanandoti da te stesso, perdendo quei pezzi dai quali vorresti scappare e che ancorati alla pelle ti trascinano verso il basso avvicinandoti sempre più a quel mondo mortale, di flebili spoglie e di involucri che a stento contengono l'anima.
Annaspi, non vuoi perdere le tue ali che secondo dopo secondo svaniscono attraverso il cielo, una mano allungata cercando di salvar qualcosa che sai di dover a tutti i costi proteggere.
Ci provi e ti senti cadere sempre più in basso, puoi osservare la cruda realtà che ti saluta con quell'aria spocchiosa di chi la sa lunga.
Ed ecco che i nodi vengono al pettine, ti trovi di fronte a ciò che non volevi vedere e che ti deride per esserci cascato ancora.
Cerchi di essere una persona migliore ma vecchie ferite cosparse di sale bruciano l'anima graffiata e ancor ti portano a commettere un inconfutabile errore che distrugge tutto ciò che ha il coraggio di avvicinarsi a te.
Un'altra tacca da appuntare sul petto del più vile tra gli uomini, si nasconde dietro un muro fatto di spine e di rovi taglienti piuttosto di vivere fin all'ultimo respiro.