Validissima considerazione la tua Giuseppe: tutti gli eccessi, anche gli eccessi alla virtù, introducono un elemento negativo. Nel caso dell'avarizia però, non ho parlato di eccesso ma di "forma degenerativa", come di un tessuto organico impazzito che rimpiazza quello sano e non gli lascia più spazio. Mentre la viltà, quando vista come eccesso di prudenza, non toglie alla prudenza il suo posto, l'avarizia rovina ciò di cui la prudenza ha cura (per esempio, il buon rapporto con il prossimo), per cui è incompatibile con essa e ne è, in fondo, una grottesca caricatura. Nicola
Caro Nicola
aforisma interessante e stimolante, come sempre.
Stavolta pero' ho un quesito da porti: la definizione che hai riportato, a mio modesto avviso, si applicherebbe altrettanto bene alla codardia, altro eccesso della prudenza. Per non dire della viltà, anch'essa potrebbe essere vista come la prudenza portata all'eccesso.
In generale oserei dire che qualsiasi forma di eccesso nella prudenza (come in molte altre cose) si trasformi in qualcosa di negativo: tra loro, tra i possibili eccessi, tu segnali addirittura in uno dei vizi capitali.
E mi piace molto l'immagine dell'avarizia che divora e rimpiazza la prudenza. Immagine forte ed efficace.
Ottimo Nicola
Giuseppe