già, soprattutto perchè spesso la volontà di sapere è spesso voglia (se non bisogno personale) di avere conferme... che magari espolorando l'ignoto possono non arrivare.
Grazie... Di sicuro c'è differenza tra istinto e necessità. Tra l'istinto umano a scoprire l'ignoto e la necessità che talvolta impone la calma e il rimanere aggrappati a certe sicurezze. Secondo me dipende (l'atteggiamento umano) esclusivamente dalle necessità contingenti. Spesso, ho notato, si alternano periodi di progresso scientifico ad un'evoluzione socio culturale.
Anonimo il 29/07/2009 00:07
Ci sono miliardi di filosofi che hanno cercato di spiegare questa strana contraddizione dell'uomo: andare verso l'ignoto e quindi progredire, oppure non farlo e rimanere fermi? E siamo davvero sicuri che se anche decidessimo di avventurarci verso l'ignoto, si potrebbe parlare di progresso? Magari stiamo fermi comunque e a noi invece sembra di andare avanti. È un problema penso irrisolvibile che coinvolge oltretutto masse di letterati. I due esempi che forse fanno capire meglio il concetto sono Dante e Petrarca. Dante è un uomo che aveva le sue convinzioni finite, si era reciso un confine attorno a lui, il confine della fede, che non riusciva a valicare: un uomo sicuro di ogni cosa insomma. Petrarca invece rappresenta l'uomo moderno, l'insicuro, colui che disperatamente cerca di uscire da quel confine e lanciarsi verso l'ignoto, ma poi, costretto dai pregiudizi del tempo (Medioevo), ne ritorna dentro pentito. Certo, caratteristica peculiare dell'uomo è la curiosità, curiosità che nasce dall'ignoranza e quindi dall'ignoto. D'altronde dopo non so quanti millenni possiamo dire che l'uomanità (più che l'uomo) l'ignoto lo affronta eccome. Tutto sta appunto nel vedere se affrontarlo non sia in realtà una grossa illusione di progresso ed evoluzione.
È cmq un aforisma che fa riflettere molto, complimenti.
Ugo.. ti ringrazio davvero! Il nesso speranza e paura è molto interessante e non ci avevo riflettuto un gran che. È bello vedere come un proprio aforisma porti ad altri pensieri...
Direi che la paura è andata sempre a braccetto con l’ignoto e l’ignoto con la speranza. Non so se siete d’accordo, ma trovo che questo aforisma, di tutto rispetto, possa avere un nesso con l’idea di Spinoza che asseriva: <La paura non può essere senza speranza, e nessuna speranza è senza paura>
Alla fine tutte le paure di qualcosa di negativo e un po' delineato sono indotte, di persè l'uomo avrebbe solo la paura dell'ignoto, un meccanismo che fa diventare "conservatore chi sta bene. che oggi non consideriamo più quasi correlato alla paura.
Hai ben delineato un'aspetto importantissimo da non tralasciare mai!!! Le paure indotte!
Grazie del tuo contributo... importante dar voce al proprio pensiero!
sopratutto se le paure sono indotte. bravo. i pirati, le città insicure, la depressione economica, sono cappe mediatiche necessarie a far si che i pochi agiati si difendano dalla massa povera e in ignoranza. so che esulo dalla profondità del tuo pensiero, ma è il mio istinto, il mio unirmi al coro.
Concordo, ma non vedo il motivo per fare un giro di parole così lungo... è affrontando l'ignoto che ci accorgiamo di quanto sia ignoto... e l'ignoto spaventa (horror vacui), fine. Ciao!